Peppe
Consolmagno sfugge alle semplici definizioni, un po' come la sua musica.
Percussionista? E dove la mettiamo l'attività musicologica? E la didattica?
E l'uso della voce? E la passione per la costruzione, con le proprie mani, di nuovi
strumenti? Il quarantasettenne riminese è un uomo dall'attività vulcanica e dalla
personalità complessa che ha girato tutto il mondo alla ricerca delle forme più
adatte per esprimersi.
La sua attività viene ora valorizzata come si conviene grazie alla produzione
della etichetta Cajù di Peter Kauffmann con ben quattro cd che si
situano in momenti diversi della sua produzione.
Peppe
Consolmagno parte dal Brasile, dai suoi suoni e dalle sue suggestioni
(colori e sensazioni) per abbracciare l'intero mondo del "sonoro".
Il suo primo lavoro, in perfetta solitudine, intitolato
Timbri dal mondo, sottolinea
la ricchezza timbrica e la varietà della sua ispirazione; anche e soprattutto vocale
e melodica.
Peppe attraversa uno spettro amplissimo di possibilità ritmiche con l'utilizzo
del berimbau, dei flauti brasiliani e delle conchiglie, oltre a tutta una serie
di percussioni; e poi, con l'uso dell'amplificazione e dei campionamenti della voce,
aggiunge ulteriori effetti e rumori. Più che di brani si tratta di immagini e di
colori. Nei momenti più riusciti si aprono agli ascoltatori scoperte e suggestioni.
Anche più interessante e impegnativo è
Kalungumachine,
il lavoro realizzato in duo con il sassofonista Antonio Marangolo (anche
all'harmonizer e al baflaphone), del 1994, edito
in prima battuta dalla Iktius.
Il primo brano del lavoro,
Manaus, ricorda vagamente
atmosfere alla Zawinul, ma la cifra del cd non è semplicemente quella di un world
jazz già sentito.
Anche il fascino dei rintocchi e di suoni lontani e misteriosi, come ombre
che emergono dalla nebbia o dalle foschie di un'alba in
Lua ricordano nel jazz
certi approcci dei primissimi Weather Report. Ma si tratta di somiglianze di lungo
corso, forse più che altro sono delle assonanze, con alcune cose qua e là sentite
in brani di Airto Moreira, o da Nana Vasconcelos, con cui peraltro
Consolmagno
ha intessuto una vivace collaborazione.
Segnalo anche il secondo brano del cd:
Klee, dal bounce allegro
e canzonatorio, ma nello stesso tempo ricco di piccole raffinatezze ritmiche e melodiche.
Franco Bergoglio per Jazzitalia