Michael Formanek Quartet
16 aprile 2011
- Count Basie Jazz Club, Vico Tana, Genova
di Andrea Gaggero
foto Francesca Riggi
Michael Formanek - contrabbasso Tim Berne - alto sax Craig Taborn - pianoforte Gerard Cleaver - batteria
Appuntamento di rilievo internazionale al Count Basie di Vico Tana a Genova
- sabato 16 aprile 2011 - con il quartetto di
Michael Formanek, una delle più interessanti formazioni attive ascoltate
nel pur variegato, da anni inflazionato, panorama concertistico nazionale.
Formazione che un' po' sorprende poter ascoltare in Italia, considerata la penuria
di concerti di livello internazionale, ancor più in una piazza pigra, avara e dalle
risorse limitate quale è quella genovese.
L'occasione del concerto è anche conseguenza della lunga tournee europea del quartetto
in aprile; la sera prima si è esibito a Bologna nell'ambito della rassegna emiliana
Croassroads e la sera successiva al Bmhuis di Amsterdam. Tournee favorita e promossa
dalla pubblicazione del "recente" disco per l'ECM, incisione che ha trovato il favore
della critica.
La musica di Formanek, ma potremmo dire di Berne considerata la grande affinità
tra i due e il ruolo non secondario del sassofonista, è musica di assoluta - anche
se non nuova - originalità: i tratti essenziali e distintivi del fare musica di
Formanek e Berne risalgono ad oltre 25 anni or sono. Musica sicuramente non nuova,
ma "rinnovata", merito prevalentemente del pianismo strabiliante di Taborn, per
precisione e rapidità tecnica, per varietà di invenzione ritmico-motivica e capacità
di sintonia con il gruppo, e dal batterismo vigoroso e mai scontato di Cleaver.
Energia e guizzo provengono sovente da Tabor e Cleaver. La musica ascoltata nulla
concede al facile ascolto ed evita deliberatamente ed ostinatamente tanti luoghi
comuni del "fare jazz"contemporaneo: non troviamo qui melodie orecchiabili, nè fraseggi
post-boppistici o post-coltraniani; non troviamo successioni tema-assoli-tema, nè
swing fluido e leggero, non pulsazioni regolari, non ruoli canonicamente e univocamente
stabiliti. Il contrabbasso di Formanek rimane comunque il motore dell'impulso ritmico,
ma questo accade con grande sottigliezza e originalità: siamo agli opposti del canonico
walkin' bass che Formanek costantemente evita. Siamo in presenza, invece, di continue
accelerazioni e rallentamenti, con espansioni e contrazioni del livello sonoro e
dell'energia complessiva della musica. Un riferimento a Mingus non pare del tutto
fuori luogo ma qui il tutto accade con tempi e curve dinamiche dilatate che rimandano
ad un respiro della musica più vicino alla tradizione di matrice eurocolta. Un esempio
da manuale si ha allorquando la musica da energetica e vigorosamente ritmata trascolora
lentamente in un solo di contrabbasso a fare da cerniera tra due diverse parti della
"Tonal Suite". Altrove la musica può farsi cameristica e, come accade in
"Too Big Too Fall", l'ostinato, ipnotico, vigoroso tema iniziale muta
in un batter d'ali in un duetto intimista. Fuori dai luoghi comuni di tanto jazz
precotto troviamo qui tanta sostanza musicale"altra", generalmente di grande qualità.
Tra i tanti i momenti degni di menzione, in un concerto di livello costantemente
alto, si sottolinea l'intenso, lirico, rarefatto "Twenty Three Neon" con le note
perlacee distillate del pianismo da carillon di Taborn: un esempio mirabile di tensione
e lirismo ottenuto con una economia di mezzi ed un controllo timbrico-dinamico assoluti.
Forse momento apicale del concerto e del repertorio del gruppo giustamente (e astutamente)
posto in apertura del "The Rub And Spare Change" sopra citato. Chi volesse poi confrontare
l'incisione discografica con il gruppo dal vivo in rete si trova una ottima registrazione
della data del 7 aprile.
Una finale menzione di merito alla direzione artistica del Count Basie che
ha avuto la prontezza e l'intelligenza di cogliere al volo l'opportunità.
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Data pubblicazione: 28/05/2011
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