Roma Jazz Festival
Diana Krall
"Quiet Nights"
Auditorium Parco della Musica – Roma, 15/11/2009
di Dario Gentili
foto
Daniele Molajoli
Diana Krall piano, voce
Anthony Wilson chitarra
Robert Hurst contrabbasso
Karriem Riggins batteria
Giunto alla 33° edizione, il Roma Jazz Festival è dedicato quest'anno
alle "Jazz Labels". Uno degli appuntamenti più attesi era il concerto di Diana
Krall con il suo trio, in rappresentanza della storica etichetta Verve.
Diana Krall non ha bisogno di particolari presentazioni, essendo una delle
cantanti jazz più famose e apprezzate al mondo, che – caso abbastanza raro – mette
d'accordo il grande pubblico e la critica più esigente. Critica e pubblico che hanno
anche applaudito in modo unanime alla svolta "cantautoriale" di The Girl in the
Other Room (2003) – frutto del sodalizio
non soltanto musicale con Elvis Costello – dove Krall ha proposto per la prima volta
canzoni di sua composizione e ha attinto a un repertorio non esclusivamente di standard
jazz. Quiet Nights è invece il suo ultimo album (2009),
che sta attualmente portando in tour in tutto il mondo (oltre a quella di Roma,
la seconda data italiana è stata Milano).
Come si evince dal titolo – Quiet Nights è, infatti, la versione
inglese della celeberrima Corcovado di Antonio Carlos Jobim – quest'ultimo
album della Krall è un omaggio alla bossanova, di cui rilegge i grandi classici.
E tuttavia, per la fortuna dei molti che hanno assistito all'esibizione di un'artista
che non frequenta spesso le nostre parti, il concerto non è stato la mera riproposizione
del cd. In due ore circa, ben coadiuvata da tre musicisti di altissimo livello,
Diana Krall ha infatti dato un saggio non soltanto del suo indiscutibile
talento di cantante e delle sue ottime capacità di pianista – non lesinando assoli
di raffinata fattura –, ma ha offerto anche un ampio spaccato di tutto il suo repertorio:
dagli standard resi celebri dal suo "amato" Nat King Cole a quelli che rimandano
ai nomi di
Frank Sinatra e
Louis Armstrong;
dalle canzoni di Burt Bacharach a quelle di Tom Waits e Joni Mitchell, di certo
meno usuali per una cantante jazz; dallo swing alla bossanova, appunto; da Cheek
to Cheek a The Boy of Ipanema. Insomma, Diana Krall ha dato prova
– se ce ne fosse stato bisogno – di essere una cantante e una pianista che può svariare
tra generi e stili diversi, imprimendo loro la sua personalità – non soltanto musicale,
stando al carisma dimostrato sul palco – e la sua voce inconfondibile, calda e sporca
al punto giusto.
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Data pubblicazione: 31/12/2009
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