Luglio Suona Bene 2013
Diana Krall Auditorium Parco della Musica, 7 Luglio 2013 di Valeria Loprieno foto di Musacchio & Ianniello
Diana Krall - voce
e pianoforte
Stuart Duncan - chitarre, violino
Aram Bajakian - chitarra
Dennis Crouch - contrabbasso
Patrick Warren - tastiere
Karriem Riggins - batteria
Diana Krall, la pluripremiata e venerata eroina canadese
della musica Jazz, ha raggiunto anche la Capitale lo scorso 7 Luglio 2013. Nel suo
mini tour italiano, passaggio obbligatorio è stato quello del festival "Luglio Suona
Bene" dell'auditorium Parco della Musica, che lega altisonanti nomi del jazz, rock
indie e musica world con straordinaria maestria e qualità. La cavea, messa a dura
prova da un nubifragio pomeridiano, ha regalato una splendida serata di voce e musica
sotto le stelle di un cielo rischiarato per l'occorrenza. Sul palco una serie di
conchiglie dorate e dei soli riempiono la scena, in attesa della loro sirenetta.
Gli spalti pieni, nonostante le seggiole ancora bagnate, sono invasi da tanta voglia
ed energia.
La "divina" entra con il suo gruppo
nel suo vestito nero e i suoi tacchi rossi con l'eleganza e la maestosità che la
contraddistinguono. Ma anche con la semplicità di una grande donna. I suoi accompagnatori
sono Stuart Duncan al violino e alle chitarre, Aram Bajakian alla
chitarra, Dennis Crouch al contrabbasso, Patrick Warren alle tastiere
e Kerriem Riggins alla batteria. Seduta al pianoforte incomincia subito a
presentare il suo ultimo album, l'undicesimo per l'esattezza, che rende omaggio
al jazz degli anni 20 e 30. Glad Rag Doll, uscito nel 2012 per la Verve Records,
ha scalato le classifiche in molti paesi, confermando l'eterogeneità del pubblico
che la segue. La Krall infatti ha avuto una carriera trasversale e non confinata
al solo ambito jazz, per ultima la sua collaborazione nel disco di Paul McCartney.
In effetti la sua voce così scura e sensuale, e così inusuale per una cantante bianca,
ha attirato con facilità tantissimi ascoltatori.
Il concerto incomincia con i primi quattro pezzi dell'album.
"We Just Couldn't Say Goodbye" di Harry Woods è il primo. La sua voce è limpida,
canta e suona il piano senza sforzo, con una semplicità innata e con uno swing autentico
che non fa l'occhiolino all'epoca dei brani che interpreta. La sua volontà, infatti
ci spiega, è stata reinterpretare questi brani, che da piccola ha sempre ascoltato,
contestualizzandoli, come se fossero stati scritti ieri. "There Ain't no sweet
Man that's worth the salt of my tears" e "Just Like a butterfly" seguono
tra le introduzioni simpatiche della cantante canadese, che denota anche delle ottime
capacità di intrattenitrice e di leader. Il quarto brano "You Know, I Know, Everythings
Made for Love" vede il violinista Duncan all'ukulele. Lei si destreggia con
questo repertorio con divertimento e maestria. Nella successiva "Let it Rain",
la Krall da prova di una intensità da brividi. La sua voce è sensuale, sofisticata
e nobile. Il suo pianismo è ispirato. E proprio mentre si pensa che la sua voce
blues è l'equivalente femminile del più grande bluesman della storia, il songwriter
per eccellenza, Tom Waits, che ripropone subito dopo la sua "Temptation".
Il suo "amore" artistico per il cantante californiano è chiaro e ammesso all'inizio
del brano. Le atmosfere e il modo di cantare di Waits l' hanno certamente ispirata.
La Temptation della Krall crea un'esaltante atmosfera rock-blues, arricchita e impreziosita
dagli assoli del chitarrista Bajakian e dal bellissimo assolo del violinista Duncan,
che ha aggiunto anche quel pizzico di folk-country così presente nella musica di
Waits.
La Krall si concede anche un momento tutto suo, intimo e delicato.
Allontanati i musicisti, rimane da sola con il suo piano dinanzi agli spettatori
romani. E così passa dal Gershwin di "'S Wonderful", al brano della sua compaesana
Joni Mitchell con "A case of you" dedicato al loro Canada. Ritornando
alle atmosfere degli anni 20 e 30, e richiamati i musicisti, risentiamo con piacere
la sua intensa versione di "How deep is the Ocean" per poi continuare con
"On the sunny side of the street", "Lonley Avenue", "Just you, Just me" e
terminare con l'espolsivo " I'm little mixed up".
La Krall si conferma una donna dal grande carisma e dalla forte
personalità, oltre che dalla voce splendidamente scura ed emozionante. Un concentrato
di magnetismo e doti tecniche, una grande donna del jazz.