Dave Liebman Quartet al Sunset Sunside di Parigi 13 aprile 2019
di Aldo Gianolio
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Dave Liebman ha dato un pregevole concerto il 13 aprile 2019 (due
giorni prima dell'incendio di Notre Dame) al Sunset Sunside di Parigi con un quartetto
comprendente Roberto Tarenzi al piano, Mauro Battisti al contrabbasso e
Tony Arco alla batteria. Il locale, fra i più attivi a Parigi, situato nella
affollatissima Rue des Lombards (dove, poco lontano, c'è anche un altro storico
jazz club, il Duc des Lombards), è piccolo e le seggiole fitte, inframmezzate da
qualche tavolino rotondo dove appoggiare i drink che vengono serviti, sono poco
più di un centinaio. Era tutto pieno e in quella atmosfera raccolta (in qualche
parte più stipata anche claustrofobicamente soffocante) con il pubblico quasi a
tu per tu con i musicisti, Liebman non si è risparmiato offrendo due lunghi set
(più di un'ora l'uno) dedicati ai due musicisti per lui più importanti, rispettivamente
Miles Davis e
John Coltrane,
col primo avendo suonato, il secondo rappresentando il suo principale modello stilistico.
I set si sono però differenziati solo
per il repertorio, nel primo con brani appartenenti al mondo di Davis (come "Bye
Bye Blackbird", "Milestones", "So What"), il secondo a quello
di Coltrane ("Softly As In A Morning Sunrise", "Village Blues",
"India"), perché lo stile è sempre rimasto il medesimo, che è poi quello precipuamente
suo, derivato sì da Coltrane, ma arricchito di tante sfumature personali che lo
rendono fra i più significativi stilisti del jazz moderno. Liebman nel corso della
carriera ha percorso tutti i generi (moderni, s'intende), sia mainstream che d'avanguardia
o che si avvicinano alla musica dotta occidentale (a proposito, è da poco uscito
per la Jazzline "Eternal Voices" in duo con il pianista Richie Beirach, dove
tratta capolavori di Bach, Mozart, Beethoven, Bartok e Scriabin), ma al Sunset Sunside,
come si addice in un jazz club, si è espresso attraverso un linguaggio e un'organizzazione
dei brani canonicamente mainstream, con esposizione del tema (preceduta a volte
da libere intro), sequenza degli assolo, eventuali chase e riesposizione del tema
(non sempre attenendosi ai modelli delle esecuzioni originali: per esempio So
What è stato preso a tempo molto più veloce e la struttura è stata variata,
India è stata preceduta da una lunga intro al flauto, con il quale strumento pure
ha dimostrato la sua maestria).
Accompagnato magistralmente dai tre italiani (compagni di vecchia
data, come nei notevoli cd incisi per la EmArcy/Verve nel 2007 e 2008 "Dream Of
Nite" e "Negative Space", ma con
Paolo Benedettini
al posto di Mauro Battisti). Liebman, sia al tenore che al soprano, ha espresso
un eloquio potente, torrenziale, viscerale, falcato da intervalli difficili e sghembi,
ma sempre fluidamente e veementemente espressi, trovandosi in perfetta sintonia
coi compagni, che pure si sono esibiti in eccellenti lunghi assolo, specie Tarenzi
con più graduali moduli costruttivi, ricordando Mc Coy Tyner e John Taylor. Il tutto
per un jazz palpitante, ma sempre sotto stretto controllo intellettuale, e pieno
di inventiva.