Colin Vallon Trio Roma, Auditorium 13 novembre 2011
di Dario Gentili foto di Daniele Molajoli
Colin Vallon - pianoforte
Patrice Moret - contrabbasso
Samuel Rohrer - batteria
La partecipazione del Colin Vallon Trio al Roma
Jazz Festival arriva a suggello dell'attenzione e dell'interesse che ha suscitato
Rruga, la sua prima registrazione con la ECM (e la terza in totale). Come
era lecito aspettarsi da una formazione così giovane, la scaletta del concerto era
costituita fondamentalmente dai brani di Rruga, ma – anche per chi ha ascoltato
e apprezzato il cd – l'esibizione dal vivo ha comunque riservato l'opportunità di
decifrare l'estetica di un lavoro dalle sonorità così particolari ed enigmatiche:
un mix originale e sorprendentemente coerente di musica colta, jazz nordico e gusto
melodico balcanico. Dal vivo, infatti, non sono state tanto le qualità tecniche
e d'improvvisazione a emergere, anche se la sezione ritmica di Moret e
Rohrer – sollecitata senz'altro dalla dimensione live – ha impressionato molto
favorevolmente, quanto piuttosto la cifra stilistica e compositiva.
Colin Vallon, pertanto, si è avventurato molto raramente in assolo, ha
invece caratterizzato il suo pianismo con effetti rumoristici e distorcenti (davvero
originale quello prodotto con l'ausilio di un palloncino), e con il refrain del
tema, spesso spiccatamente melodico. Insomma, ogni brano non era costruito sul canone
jazzistico nordamericano tema-assoli-tema, ma sulla progressiva ed enfatizzata riproposizione
del tema. Da ciò deriva probabilmente quel peculiare effetto ipnotico di Rruga
e dello stesso concerto di stasera, che – seppur nel nostro caso con alla base
una più variegata cultura musicale e una più spiccata vena melodica – fa rientrare
il Colin Vallon Trio nel novero delle giovani formazioni che traducono in
chiave acustica le sonorità e i tempi della musica sperimentale contemporanea e
della musica elettronica più raffinata.