Ed. Wide Sound 2004
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Giuseppe Continenza
Vic Juris - Dominique di Piazza -
Pietro Iodice
Seven Steps To Heaven
1 Stella by Starlight 7:03 2 Intro/We Will Meet Again 2:07 3 We Will Meet Again 4:07 4 So What 8:30 5
Alone Together 9:09 6 Seven Steps to Heaven 6:32 7 Estate 7:35 8 Footprints 5:51 9
Spain 5:29 10 Free Blues 3:43
Giuseppe Continenza - chitarra classica ed elettrica Vic Juris - chitarra classica ed elettrica Dominique Di Piazza - contrabbasso Pietro Iodice - batteria
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via
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Un lavoro che vede impegnati due virtuosi della chitarra: Giuseppe Continenza e Vic Juris, supportati da una sessione ritmica d'alto livello formata dall'esperto Dominique Di Piazza e dal talentuoso Pietro Iodice. Un ensemble di tale caratura non poteva di certo deludere le aspettative. Il progetto nonostante la presenza delle due importanti chitarre, non è una semplice esaltazione del solismo di queste ultime: è un felice connubio di armonie ben delineate.
I dieci brani eseguiti sono quasi tutte cover ad eccezione di Free blues composto da tutti e quattro i musicisti impegnati in questa "scalata verso il paradiso".
E' un classico d'eccezione che apre l'album: Stella By Starlight, un tributo a tutti i grandi del jazz che lo hanno eseguito.
Continenza e Juris si alternano in preziosi soli che esaltano l'estetica del brano, il cui tema viene interpretato con personale espressività.
Seguono l'Intro ed il tema di We will meet again. Lo splendido brano di Bill Evans è arrangiato con sapienza ed interpretato con passione e dedizione. Così come So What, dotata di una autonomia espressiva vigorosa ma al contempo suadente, opportunamente velocizzata dal basso "groove" di
Di Piazza, sempre puntuale. Le chitarre intrecciano sonorità rock e jazz forzando il tema con delle improvvisazioni rigogliose.
Elegante la versione di Alone Togheter che mette in evidenza la raffinatezza armonica dei riff di
Continenza e di Juris che si scambiano le note con estrema rapidità.
Ancora un tributo a Davis è la title-main Seven Steps To Heaven, esempio di equilibrio ritmico per orecchie esigenti ed allenate.
La lunga versione di Estate, dalla ritmica "sambata", sottolinea la discrasia sonora tra la chitarra classica e quella elettrica, conferendo maggiore gradevolezza al brano di Bruno Martino.
Footprints ha uno start elettrico alimentato dall'incessante cavata di
Di Piazza e dal percuotere di Iodice, pur mantenendo sempre il suo tema per le incursioni dei due solisti.
Nessun brano è finalizzato alla semplice esaltazione del suono delle chitarre. Anche Spain, dove le chitarre classiche giocano raffinatamente intorno al tema principale dello standard di Corea, rientra nel progetto d'insieme.
Chiude Free blues, original track libero da schemi precostituiti, free armonico quasi riepilogativo del percorso musicale svolto nell'album.
Quindi non solo chitarre. E' l'interplay che domina questo progetto: dal sapiente lavoro d'arrangiamento ritmico elaborato da
Di Piazza e da Iodice, quest'ultimo dalla timbrica essenziale, mai intrusiva ma sempre importante, ai fraseggi ed invenzioni di
Continenza e Juris che vanno a tessere le trame in maniera matura e consapevole.
Certo la presenza di tanti standard, forse alcuni troppo classici, non ci ha permesso di misurare i quattro musicisti anche per la loro creatività compositiva. Ma lo stile e la tecnica sono indiscutibili.
Il booklet è arricchito da opinioni tanto entusiaste quanto eccellenti: da George Benson a Hank Garland, passando per Don Mock.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia