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Roberto Magris Trio
One Night in with Hope And More...vol. 2
JMood Records (2013)
1. Third World (Herbie Nichols)
2. Young and Foolish (Albert Hague)
3. Sendai (Makanda Ken McIntyre)
4. Dianne (Makanda Ken McIntyre)
5. Mal Waldron's Dreams (Roberto Magris)
6. Little Susan (Randy Weston)
7. Theme from The Odd Couple (Neal Hefti)
8. Burbank Turnaround (Roberto Magris)
9. I cant' give You Anything but Love (Fields/McHugh)
10. Whatever possessed Me (Tadd Dameron)
11. Audio notebook
Roberto Magris - piano Elisa Pruett - basso acustico Brian Steever - batteria Albert 'tootie' Heath - batteria
Dopo l'omaggio al jazz americano degli anni Cinquanta del primo volume di One
Night…,
Roberto Magris torna con il suo trio a esplorare le atmosfere musicali
di quel decennio colorato, che aveva nell'American Dream il suo più grande simbolo
di riscatto dopo le sofferenze della Seconda Guerra Mondiale. Il jazz di quegli
anni incarna pienamente quegli anni di fermento sociale, caratterizzati da un entusiasmo
creativo non ancora sganciato (come avverrà nel decennio successivo) dalla cultura
della tradizione. Ecco quindi che nell'album Magris e soci ci regalano perle rare
come Young and Foolish, Dianna e Little Susan, accanto a composizioni
originali di Magris e brani cardine del jazz americano.
Particolarmente raffinato Third World, il brano d'apertura che è un omaggio
all'innovativo Herbie Nichols, che alla metà degli anni Cinquanta rivoluzionò
il jazz "contaminandolo" con lo stile percussionistico dell'Africa tribale. Magris
lancia il suo pianoforte in una serrata competizione ritmica con la batteria di
Heath, le cui dinamiche percussioni evocano la soffice carezza di un'amante focosa,
sottolineata dai frequenti cambi di tempo.
Lungo tutto il percorso di questo ben equilibrato album, il pianoforte di Magris
arricchisce il jazz di intense sfumature mitteleuropee, che sembrano uscire da una
pagina di Schnitzler o di von Rezzori, sfumature argute e romantiche insieme, giocate
sul registro medio-grave della tastiera. In particolare, nella bella e struggente
intro di Young and Foolish, il cui sfondo sonoro sono le percussioni appena
accarezzate di Steever. Un brano elegantemente scapigliato, le cui note di piano
ci regalano l'emozione un po' sofferta di una giovinezza negli anni del maccartismo;
una lenta passeggiata sotto la luna, una conversazione appartata davanti a un sorso
di whisky, e un mare di domande cui trovare risposta. Struggenti le note di basso
di Pruett, ognuna delle quali sembra scendere come una lacrima appassionata, ad
accarezzare l'orecchio dell'ascoltatore.
Non manca un omaggio alla "Vecchia Hollywood", con il gradevolissimo tema de
La strana coppia, incentrata sulla celeberrima intro di piano cadenzato, e per
l'occasione eseguito in versione più lenta rispetto all'originale, per renderlo
più omogenea al resto dei brani dell'album. Fra le composizioni originali, spicca
Mal Waldron's Dream, splendido esempio di jazz romantico che si sublima
nella tradizione pianistica della Mitteleuropea di fine Ottocento, alternata a passaggi
più dinamici di sapore be bop. La presenza di Paul Carr al sax in
Whatever possessed Me aggiunge spessore e rotondità a un album che è scrigno
prezioso di un suono raffinato, fatto di continui fraseggi fra gli strumenti, che
creano un'armonia morbida e sensuale, per un jazz tradizionalmente contemporaneo,
ovvero in grado di affrontare con maturità e rigore brani di oltre mezzo secolo
fa, rendendone la freschezza originale e insieme conferendo loro una particolare
allure moderna.
Niccolò Lucarelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 23/08/2015
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