Ha molte frecce al suo arco questa ultima produzione discografica del
pianista campano
Dino Massa che già dal titolo - Anime Diverse
- promette un contenuto musicale variegato insito negli otto brani che ne compongono
la selezione musicale. Otto composizioni originali firmate dallo stesso pianista
e interpretate insieme a Valerio Virzo al sassofono tenore, Daniele Sorrentino
al contrabbasso ed Elio Coppola, batteria.
Un quartetto che si muove tra passato e presente,
fra il jazz più audace che ha fatto storia e le tentazioni d'avanguardia che pervadono
molti musicisti contemporanei. Tentazioni che, nel caso in questione, qualche volta
rimangono tali, ovvero piccoli e timidi episodi. Mentre, altre volte riescono a
prendere forma e a svilupparsi liberamente. Tra questi due aspetti contrapposti
e certamente dovuti alla filosofia musicale del leader del quartetto, si inserisce
un'altra caratteristica predominante nella musicalità di
Dino Massa.
Un aspetto che denota una notevole attenzione per la musica colta europea rivelata
ampiamente dal suo pianismo ed in particolare in alcuni brani dove la ricerca di
un fraseggio delicato ed espressivo denota queste credenziali.
Un quartetto di cui le due voci principali, pianoforte e sassofono tenore,
si esprimono in un interplay intenso che chiede ed esige una sezione ritmica attiva
e determinante quale di fatto risulta essere quella costituita dal binomio Sorrentino-Coppola.
Un quartetto che esprime una musicalità briosa e coinvolgente a spasso tra be boop,
mainstream e modern jazz e che condensa nel progetto un'esperienza sicuramente positiva
che ad ogni nuovo ascolto risulta sempre più gradevole. Si scopre così che quella
che inizialmente potrebbe sembrare un altra delle tante produzioni jazzistiche di
casa nostra, di medio livello e senza grandi novità, è nei fatti una produzione
discografica meritevole di essere ascoltata e apprezzata ancor più perché nasconde
al suo interno molti segnali promettenti per il futuro del quartetto e per il jazz
italiano, segnali che preludono ad una possibile maturazione e affinamento della
musicalità dei quattro. Elementi quest'ultimi che vanno fatti emergere per fugare
ogni facile esercizio dell'indugiare su un tema o su un'improvvisazione un po' più
del lecito e magari con spirito accademicamente virtuoso. Cosa che ho frequentemente
rilevato negli interventi proprio del leader del quartetto, senza per questo voler
sottacere relativamente alle sue qualità di musicista e compositore ampiamente enunciate
nelle otto tracce del cd. Si può senz'altro ritenere, a questo punto, che se il
pianista campano riuscirà a delineare con precisione la sua vera anima musicale
saprà ritagliarsi un posto di rilievo nel panorama jazzistico italiano.
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 09/11/2008
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