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Emmet Cohen, Giuseppe Venezia, Elio Coppola
Infinity
Skidoo (2013)
1. Nun è peccat
2. Moonlight in Vermont
3. Infinity
4. Hop, Skip and Jump
5. Autumn Nocturne
6. Blues Etude
7. Nightingale
8. Simona
Emmet Cohen - pianoforte Giuseppe Venezia - contrabbasso Elio Coppola - batteria
Chiunque pensi che le vie del piano trio siano state ormai tutte battute e che niente
di nuovo possa essere creato, deve fare i conti con Infinity. Basta ascoltare
Emmet Cohen, Giuseppe Venezia e Elio Coppola e ci si rende
conto di come ciò che è stato etichettato come tradizione, possa sempre essere innovato
e possa emanare grande originalità e modernità. Ecco, Infinity è un album
in cui si va oltre le strutture del mainstream, che oggi appaiono forse un po' troppo
scontate, e si procede alla ricerca di schemi originali. La scelta stessa dei brani
mostra questa continua oscillazione tra tradizione e modernità. Si passa infatti
da brani come Moonlight in Vermont in cui la nota dominante è caratterizzata
da uno swing serratissimo, a Autumne Nocturne e Blues Etude emblema
di quello che si definisce standard jazz. Ma spiccano sicuramente nella rosa dei
brani le composizioni di Cohen, quali Infinity, in cui il genio del pianista
emerge sprigionando una delicata brillantezza ad ogni nota che al pianoforte sembra
appena accennata. Ma Cohen non si distingue solo per le sue atmosfere così liriche:
è in Hop, Skip and Jump, in fatti che il ritmo si fa serratissimo e il suo
pianismo agitato e urgente. E infine Simona, brano raffinato e coinvolgente
in cui la melodia domina su una ritmica sempre incalzante. Stupisce un po' la scelta
del primo brano, Nun è peccat di Peppino di Capri, che però nell'economia
generale dell'album non reca alcun fastidio.
In Infinity, Cohen appare come il collante e anche l'architetto di un album
in cui la ricerca stilistica si tinge di semplicità ed evita troppi fronzoli. Ciò
non vuol dire che Venezia e Coppola se ne stiano in un cantuccio ad attendere la
prossima mossa del pianista: i due musicisti sono parte attiva nella descrizione
di un disegno musicale che altrimenti apparirebbe scarno. La ricerca di un equilibrio
tra i tre è sempre palpabile e si traduce in un affiatamento percepibile ad ogni
singola nota.
Cohen, Venezia e Coppola non suonano semplicemente una musica insieme,
ma di comune accordo fanno in modo che la melodia prenda vita e che diventi leggera,
brillante e si manifesti in tutta la sua autenticità.
Nina Molica Franco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 12/01/2015
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