Intervista con Emmet Cohen, Giuseppe Venezia ed Elio Coppola
La
Sosta Villa S.Giovanni 16 dicembre 2013
di Francesco Favano
Come è nato questo vostro incontro artistico?
Durante l'autunno 2012 in un jazz-club di New
York. Una sera, dopo aver suonato con vari solisti americani abbiamo incontrato
e conosciuto Emmet Cohen. Siamo rimasti affascinati dalla sua musica e ci
ha invitato per eseguire una jam-session.
Chi sono i vostri punti di riferimento musicali?
Siamo influenzati dai grandi jazzisti del passato però soprattutto da noi stessi,
seguiamo un nostro stile personale scaturito dalle nostre varie esperienze di vita.
Conoscere musica per noi è molto importante è quella la nostra grande influenza.
Come è andato il vostro tour negli States?
Molto bene abbiamo suonato in posti magnifici portando avanti la nostra musica e
facendola conoscere al pubblico americano. Siamo convinti che il bello della nostra
arte sia suonare in posti sempre nuovi.
Quali sono le attività professionali che svolgete al di fuori del trio?
Emmet Cohen: Lavoro molto a New York, la mia città, con side-man che
hanno suonato in passato anche con Dizzy Gillespie. Presto intraprenderò
un tour in Russia. Ricordo con piacere la mia esperienza di una settimana in Svizzera
in cui ho suonato per un concerto di solo piano. Un'altra delle mie attività più
importanti è quella di educatore jazz presso il Jazz at Lincoln Center.
Giuseppe Venezia: Sono direttore artistico del "BasiliJazz" e collaboro
con diverse formazioni.
Elio Coppola: Sono direttore artistico del festival "Jazz Inn Capri"
ormai giunto alla sua quarta edizione. Cerco di suonare con più persone possibili
perché questo ti rende più completo. Sono stato in tour con Peter Bernstein
e sto lavorando al disco di
Walter Ricci
(cantante jazz napoletano) che uscirà a breve.
Tra tutte le vostre varie esperienze artistiche qual è quella a cui siete più
legati e perché?
Emmet Cohen: Ricordo particolarmente quelle con Christian McBride
al Newport Jazz Festival e quella con Jimmy Hitt. Sono stato finalista alla "Monk competition" e ho ritirato il premio alla Casa Bianca con
Barack Obama,
Wayne Shorter,
Herbie Hancock e Jimmy Hitt, tutti presenti in giuria.
Giuseppe Venezia: Ricordo con piacere quella con Greg Hutchinson
ma resto legato soprattutto al trio, che per me è stato importante dal punto di
vista umano e anche come esperienza di vita e di amicizia.
Elio Coppola: Il trio resta sempre tra le mie
importanti esperienze perché mi aiuta a confrontarmi e imparare sempre di più.
Ma ricordo anche con grande piacere le esperienze con Bobby Durham, Jimmy Cobb,
Buster Williams,
Dado Moroni,
Fabrizio Bosso,
Giovanni Amato. Ogni musicista ha sempre qualcosa da darti.
Che repertorio proponete durante i vostri concerti?
Stiamo promuovendo il nostro nuovo disco, "Infinity", in più proponiamo anche
pezzi composti da Emmet Cohen e nostri, in cui possiamo esprimere meglio
ognuno di noi. Tra cui anche un classico della tradizione napoletana come "Nun è peccat".
Emmet, tu hai suonato spesso anche qui in Italia. Come ti trovi qui da noi e
qual è il tuo rapporto col nostro Paese?
Suonare qui in Italia mi ha permesso di fare nuove esperienze di vita e culturali,
apprezzo il vostro buon cibo e i vostri jazz-club. In più ho trovato anche una buona
accoglienza da parte del pubblico, siete gente veramente simpatica e calorosa.
Quali saranno i vostri prossimi progetti per il futuro?
Un secondo disco per il 2014 e ci piacerebbe
esplorare altre nuove direzioni musicali.
Inserisci un commento
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 1.397 volte
Data pubblicazione: 24/02/2014
|
|