Nam qui facit, quod non sapit, diffinitur bestia (Regule
rhytmicae 1025/26 DC)
Dopo il primo paio di lezioni introduttive all'improvvisazione libera
ed alla ricerca di nuove tecniche per il nostro strumento, finalmente siamo pronti
per parlare un po' di Jazz in senso stretto. Approdiamo nel bebop, stile che ha
caratterizzato una delle svolte più importanti della storia del jazz.
Brevemente sul Bebop:
Nato: tra il 1943/44
Luogo di nascita: New York (USA)
Domiciliato in 52nd street
Paternità (generalmente riconosciute): Charles Christopher "Bird" Parker
& John Birks "Dizzy" Gillespie (ovviamente sono moltissimi gli "Zii": Monk,
C. Christian,"Sonny" Stitt, M. Roach...)
Per dare un idea di quanto fondamentale nella vita musicale del tempo
veniva percepito questo nuovo stile cito l'esempio del giovanissimo Miles Davis.
Questi, appartenente ad una famiglia relativamente benestante, era arrivato
a NY per studiare tromba (ovviamente classica) alla Julliard School of Music. Qualche
tempo dopo però lasciò tutto per unirsi alla band con Charlie Parker e diventare
parte della leggenda!
Molte sono le peculiarità stilistiche del bebop in particolare, ai fini
del Jazzcello vorrei citarne un paio:
1) L'assenza quasi completa di vibrato.
2) La pratica del contraffatto come line guida per l'improvvisazione.
3) L'uso del cromatismo come mezzo per amalgamare le frasi.
4) VIRTUOSISMO!!!
Per motivi di spazio e per avere la possibilità di parlare il più possibile
di musica, faccio un salto in avanti e comincio subito a parlare di uno dei "tunes"
più richiesti al nuovo arrivato ad una Jam Session da Sidney allo stretto di Bering!
Mi riferisco a Donna Lee.
Prima di cominciare però vorrei spendere due parole su una pratica molto
comune nel Jazz che diventò una seconda natura del nascente bebop e che ancora oggi
è universalmente utilizzata. Il Contrafact.
Contrafatto.
Questa pratica, vecchia come la musica, consiste nello scrivere una nuova composizione
basandosi sulla progressione armonica di un altro pezzo generalmente molto conosciuto.
Per i musicisti bebop questo era un modo molto pratico di mantenere la coerenza
necessaria ad un genere che si basa quasi esclusivamente sull'improvvisazione anche
perchè si riducevano al minimo i tempi di prova e (last but not least!) non si dovevano
pagare i diritti d'autore ad altri musicisti!
Praticamente quasi tutti i più celebri pezzi jazz sono basati su non molto
più di una ventina di "tunes". Solo per citarne I più utilizzati: "I
got rhythm" (G. Gershwin) (Registrata con altri nomi ed altre forme da
Parker qualcosa come 150 volte!), "How high is the moon",
"Body And Soul", etc. Quello su cui è basato
Donna Lee è "Back home
again Indiana".
Il potenziale di questa informazione è abbastanza ovvio per chiunque voglia
avvicinarsi al Jazz senza troppi mal di testa: quando si lavora su un nuovo pezzo
è buona abitudine cercare qual è il contraffatto sul quale questo si basa.
Una volta individuato vi troverete già molto più comodi nell'improvvisazione che
solo con una serie di sigle di accordi a prima vista assolutamente senza ne capo
ne coda!
Ok detto questo passiamo alla musica:
Ecco la parte...
Come potrete notare ho evitato qualsiasi utilizzo delle corde vuote, il
motivo è lampante se si considera che non sempre lo stesso pezzo nel Jazz si suona
nella tonalità "classica".
Se ciò dovesse accadere al nostro prode Violoncellista Jazz l'unica cosa
che dovrà fare sarà di spostare la posizione di partenza un po' più su o un po'
pù giù (occhio che qualche aggiustamento sarà comunque necessario!) e poi continuare
in scioltezza... come dire Violoncello contro Sassofono 1-0!
Per quanto riguarda l'esecuzione e l'arcata:
Comincerei, in fase di studio ad eseguire questo pezzo (MOOOOLTO LENTAMENTE!)
con un' arcata per nota facendo attenzione ad utilizzare il meno possibile di arco
con grande pressione del braccio e le dita della mano destra molto morbide, la sensazione
da cercare è molto simile a quella del pizzicato stoppato:Ka-ka-ka-ka.
Contemporaneamente la nostra mano sinistra (forte della memoria degli
amatissimi Popper,Duport, Servais e Piatti), quasi come su un pianoforte, percuote
la cordiera tornando in alto velocemente come se la corda bruciasse sotto i polpastrelli!
Ora, sempre con la stessa articolazione della mano sinistra utilizziamo
le arcate swing "classiche":
Noterete però che, a parte non essere molto comode, l'articolazione che
ne esce fuori non sembra "esattamente" Bebop.
Propongo di provare anche un altro approccio.
Praticamente con lo stesso feeling che avevamo prima con l'arco (Ka-Ka-Ka...non
ridete!!...) leghiamo fino alla fine di ogni respiro a volte o quando ci sono cambi
di corda insomma quando ci sembra opportuno!
Fate attenzione che comunque lo "swing" ci sia e che sia leggermente valorizzato
dall'arco (una sorta di staccato nell'arco ma molto più morbido). All'inizio potrà
dare dei mal di testa e suonare una schifezza ma assicuro che a lungo andare è veramente
una liberazione anche ai fini dell'improvvisazione!
Ultimo Particolare SEMPRE SEMPRE SEMPRE lavorare col metronomo con il
gruppo ogni quattro (lo so non piace a nessuno) per un semplice motivo: stiamo studiando
per poter suonare senza accapigliarci con il batterista che potete star sicuri NON
ASPETTA!
Detto questo è ora di ascoltare cosa ne esce fuori:
Donna
Lee (MP3)
Chiedo scusa per la qualità del suono ma la registrazione è estremamente "improvvisata"
sto meditando su un arrangiamento un po' meno essenzialista (l'ottava bassa che
si sente è il "Boss super octaver")
Compiti per casa
Rendiamo un po' ste' lezioni interattive, a chiunque sia interessato
alla cosa propongo qualche sfida:
1) Scrivere un contraffatto (possibilmente bebop) su un pezzo celebre tipo che
ne so, 'O sole mio,
O mia bella madunnina (par condicio),
Stand By Me...
2) Scrivere le diteggiature (violino, viola, cello) per
Straight no Chaser.
3) Nuove proposte di arcate
Se volete mettete un post come commento oppure mandatemelo a
lucito@jazzcello.net
Vi lascio. prossima fermata?
Guida ragionata all'improvvisazione su "I got
rhyhtm" e consigli per diteggiare i pattern Jazz...
Enjoy!
Bibliografia per la parte storica:
David N. Baker: The Bebop Era
Thomas Owens: Bebop The music and its players
Per chi vuole approfondire:
Consiglio caldamente anche l'utilissimo "Charlie Parker Omnibook" (Jamey
Aebersold) utilissimo libro dove sono trascritti 60 tunes con solo di Parker (meglio
di un milione di parole!)
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COMMENTI | Inserito il 6/1/2008 alle 16.34.15 da "euprassia" Commento: Buon anno a tutti.. voglio iniziare a studiare il violoncello, leggendo qua e la su questo sito, nella sezione relativa al violoncello, mi è parso di capire che si parte da un livello di conoscenza discreto dello strumento..la domanda è: esistono corsi individuali per principianti? Vorrei frequentare un corso che non fosse impostato su metodi classici ma che fosse aperto ad infiltrazioni jazzistiche. Qualche consiglio? grazie. | |
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Data pubblicazione: 27/04/2007
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