Qualche mese fa ho avuto la fortuna di essere presente ad una performance 
live di Joe Zawinul a Brema: stupendo concerto dove il Maestro ha eseguito 
vecchi brani riarrangiati per piccola orchestra, rhythm section ed i suoi innumerevoli 
suoni. 
Sono rimasto talmente folgorato dalle possibilità e dalla varietà delle 
tecniche e dell'utilizzo del loop che ho deciso di dedicare un po' di ricerca e 
quindi una lezione all' argomento... 
Quindi....Loop: prima di tutto un paio di nozioni tecniche e tecnologiche. 
Ci sono vari modi di eseguire una composizione in "loop": si può scegliere 
di registrare in studio una più o meno lunga sequenza a per poi copiarla e riattaccarla 
indefinitamente. 
Ci si prende poi tutto il tempo per aggiungere più e più suoni....ecc 
ecc... 
Questo è il metodo più comodo ed anche quello che è praticamente impossibile 
da riprodurre live quindi ai fini di una felice vita professionale da esecutore 
sarà da scartare a priori. 
Esiste un altro modo però: consiste nel comprarsi una loop station (io 
uso la RC-20XL della Boss su per giù 300€ circa ma li vale tutti) che usata con 
un po' di ragionevole autocritica può aprire possibilità molto interessanti di ricerca 
di suoni e temi. 
La loop station ha due entrate: una per il microfono ed una per una "chitarra 
elettrica"... per noi poveri violoncellisti quindi la soluzione ideale è di utilizzare 
l'entrata del microfono con un pickup mic tipo quello che usano i sassofonisti e 
l'altra (quella della chitarra) con un normale pick up Fishman disegnato espressamente 
per il cello (Dio li benedica). 
Con questo stratagemma e con un sapiente uso delle manopole per il volume, 
si può bilanciare efficacemente i due suoni arrivando quindi ad avere bassi molto 
più profondi ed un suono decisamente più pulito che lo squittio degli strumenti 
ad arco male amplificati!!! 
A questo punto l'unico limite è l'immaginazione i primi esperimenti saranno 
ovviamente più sicuri con un solo loop: consiglio per questa fase di non preregistrare 
alcun loop così a rendere le nostre "jazzistiche" ossa più avvezze alla spietata 
quantizzazione della macchina infernale! 
Consiglio anche in questa fase di cercare quanti più suoni possibili non 
solo in termini di timbro ma anche di volume e di posizione nella composizione. 
Un esempio... 
Ho appena registrato il mio loop: diciamo un piccolo giro di basso 
  
Adesso voglio aggiungere uno suono tipo shaker che abbiamo scoperto si 
può ottenere sfregando con l mani sulla cordiera sporca ed appiccicaticcia di pece 
(ragione per la quale non si pulisce mai un Jazzcello!!). Unico problema è che se 
usiamo lo stesso volume che abbiamo usato prima per settare il loop dovremo registrarlo 
una decina di volte per farlo passare... quindi l'unica soluzione è di alzare per 
pochi secondi il microfono per poi riportarlo nella posizione normale una volta 
finito. 
Sperimentando anche con volumi la sensazione che si prova è di orchestrare 
(o come si dice in "Jazz" Arrangiare) una partitura con molteplici strumenti ognuno 
dei quali ha le sue caratteristiche e le sue esigenze.... 
Dopo molti pazienti sforzi e parecchie notti insonni quello che ne viene 
fuori più o meno suona così: 
ZAWILOOP. Magari un po' minimalistico però efficace. 
Ora pero ci troviamo di fronte ad un bel Dilemma! 
Immaginiamo che abbiamo la fortuna di avere una bella serata dove siamo 
strapagati per intrattenere il pubblico per un oretta... non si può mica costringerli 
ad ascoltare per lunghi periodi la stessa cantilena non importa quanto all'esecutore 
possa far piacere la cosa (e diciamo la verità suonare su un solo loop per ore è 
una tentazione difficile da resistere!) 
Soluzione? 
Una delle mie preferite consiste nel preregistrare una A sect ed una B sect 
cercando di farle suonare il meno metronomiche possibile su due diverse memorie 
(meglio se sono consecutive) e poi cominciare un pezzo con una breve introduzione 
con un loop anche solo di una misura. 
Una volta entrati nella sequenza A-B possiamo andare avanti ed indietro 
tra le due come se avessimo una rhythm section pronta a fare tutto quello che abbiamo 
in testa. 
Unico piccolo inconveniente è che in qualche modo bisogna cercare di rendere 
il pezzo il più interessante possibile soprattutto l'impro: l'ideale sarebbe se 
alla fine il risultato suonasse come performato da diversi strumenti... 
  
Chega de Saudade
  
Questo è quanto per questa breve escursione nel mondo dei loop: la prossima 
lezione sarà un po' più strettamente jazzistica... parleremo di 
Donna Lee e come uscirne vivi senza simulare 
un malore improvviso! 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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			Data pubblicazione: 15/02/2007
	  
 
 
 
	
  
	
		
		
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