Johann Sebastian Bach
(Eisenach 21 marzo 1685 - Lipsia 28 luglio 1750)
Non esiste violoncellista dell'ultima metà del secolo che non si sia dovuto
confrontare con questo capolavoro di perfezione e di creatività.
Penso che sia una buona idea cominciare proprio da qui per ricercare la
propria "voce" sul violoncello jazz...
Cominciamo col considerare le prime quattro misure del preludio della
prima suite (quello famoso!!!). MP3 (E.
Mayer)
Ecco che, memori degli anni di armonia complementare, individuiamo un
pedale di Sol al basso. Dopo un pelino in più di investigazione troviamo le armonie
complete (mi scuso per i simboli in inglese ma se c'è una cosa importante da imparare
sono le sigle degli accordi così sarete in grado di parlare da "pari" con un qualsiasi
jazzista, non dovrete farli impazzire per scrivervi qualcosa e... poi...fa figo):
G C/G D/G G.
Se vogliamo proprio tagliare il capello troviamo Gmaj9 C
/G D7/G Gmaj9.
Ora che abbiamo finalmente raggiunto un'apparenza di equazione matematica
(tanto cara ai nostri colleghi della rhythm section) possiamo occuparci di musica.
Dunque, immaginiamo di essere ai tempi di Bach e vogliamo dimostrare
che un violoncello può, molto meglio di altri strumenti, riuscire ad improvvisare
su una semplice successione di accordi, solo che gli accordi che useremo saranno
un po' più espansi di quelli che il povero J.S. aveva faticosamente cercato di codificare.
Il mio consiglio è di provare a suonare le prime quattro battute ricominciando
da capo ogni volta (di seguito in loop) così ci entra nelle orecchie il "colore"
di ogni accordo (per l'arcata a me piace legare per battuta così non si spezzano
i suoni).
Dopo che ci sentiamo solidi su questo punto si può cercare di suonare
esattamente le stesse note però come se fossero "swingate".
Due parole sullo "Swing": in inglese vuol dire oscillare (come su un altalena)
nel gergo jazz si usa da anni per definire un modo di interpretare crome o, come
in questo caso, semicrome facendole suonare come se fossero puntate (per la verità
ci sono dibattiti infiniti sulla esatta quantizzazione del punto, il modo più semplice
per farsi un idea è ascoltare Charlie Parker o Dizzy Gillespie.....
Dopo un po' di loops delle quattro battute possiamo così man mano provare
anche altre combinazioni ritmiche.
Ora che siamo in grado di "Swingare" Bach possiamo divertirci, sempre
mantenendo la stessa struttura armonica, a modificare le note ed il ritmo valorizzando
per esempio le settime maggiori oppure aggiungendo altre note all'accordo.
Come per magia adesso stiamo suonando in stile Jazz, ci manca magari ancora
il vocabolario adatto però ora possiamo guardare oltre le prime misure, cambiare
la forma del pezzo, contrappuntarlo con altri…insomma ora abbiamo molte più possibilità
per esprimere la nostra creatività.
Di seguito troverete qualche suggerimento di esecuzione (nota che ho raddoppiato
il valore delle semicrome così da rendere la parte più facilmente leggibile).
Infine quello a cui sono arrivato io con questo metodo...(File
Audio: J.S. Trane
)
Enjoy!
Inserisci un commento
© 2006 - Jazzitalia.net
- Lucio Franco Amanti - Tutti i diritti riservati
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 12.855 volte
Data pubblicazione: 15/10/2006
|
|