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Ettore Martin
Diecistorie
Blue Serge 2011 - BLS-036 Distribuzione Egea
1. Airsong
2. Crazy Puzzle
3. Il volo
4. In itinere
5. Girotondo
6. Jan
7. Chiaroscuro
8. Midnight Sun
9. Azul Win
10. H Circle
Ettore Martin - sax tenore
Gianluca Carollo - tromba e filicorno
Alberto Crivelletto - flauto
Stefano Doglioni - clarinetto basso
Michele Calgaro - chitarre
Mattia Martorano - violino
Stefania Cavedon - violoncello
Lorenzo Calgaro - basso
Gianni Bertoncini - batteria
Massimo Tuzza - percussioni
A discapito della sobrietà del libretto interno, fatto di quattro paginette contenenti
gli elementi essenziali, il lavoro di
Ettore Martin
è zeppo di musica. Dieci composizioni per dieci storie, ognuna delle quali ha un'articolazione
complessa, mai scontata. Non v'è nulla di usuale nel lavoro del sassofonista vicentino,
musicalmente poliglotta – matrice linguistica che dovrebbe appartenere ad ogni jazzista
– e sapiente forgiatore di forme e metriche differenti. L'organico scelto è il biglietto
da visita della musica che scorre in Diecistorie: le corde sanno generare
suoni evergreen che si adagiano su ritmiche soul e funk, scartavetrate dalla
ruggine retrò e che rimandano alle belle colonne sonore dei film –cult degli
Anni Sessanta e Settanta, come l'iniziale Airsong e la successiva Crazy
Puzzle, soulful ed elegante.
Il passato artistico di
Ettore Martin,
ottimo esperto di arrangiamento e composizione per Big Band e orchestre, si legge
a chiare lettere. Soprattutto nella complessità di ogni singolo brano, ben strutturato,
come Girotondo che si apre alla stregua di una marcetta militare,
con il rullante nascosto a tambureggiare, e lascia che gli archi disegnino paesaggi
più miti, aprendo un contrasto ritmico-armonico che lascia astutamente sospese le
aspettative dell'ascoltatore. Un album dalle mille righe, con un pentagramma aperto
dove si ritrova una modernissima ballad che viaggia sulle corde del basso (Il
volo) e di seguito un nitido esempio di articolazione complessa con In itinere,
in tre movimenti tra il modern mainstream ed il neo-classicismo che conduce verso
il progressive. La progressione armonica ed il creare tensioni è il piatto preferito
del cinquantenne sassofonista veneto, che in Jan affida alla tromba milesdavisiana
di Gianluca Carollo il compito di scalare jazz, funk e tradizione popolare.
Grande attenzione ai suoni, ai timbri, al pitch in ogni brano, come nella colorata
e cantabile Midnight Sun dalla matrice filmica o nella rocciosa
Azul Win, con clarinetto basso e percussioni a dare maggiore consistenza e groove.
Dieci storie e dieci musicisti in campo, tutti bravi e palesemente eccitati nel
mettere il personale verbo nelle note di Martin. Un disco corale, per merito dei
musicisti, ma su tutti del leader che non ne approfitta per mettere in evidenza
la sua voce strumentale e suona con giusta parsimonia, dimostrando lucidità e acume
anche nel fraseggio.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 25/04/2011
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