Brass Group di Palermo "Musiche del nostro tempo"
Giovanni
Mazzarino Quintet: Miglior nuovo talento 2002
Palermo, 20 maggio 2003 – Chiesa di Santa Maria dello Spasimo
di Antonio Terzo foto by Gianmichele Taormina
Un jazz tradizionale, combinazione fra l'ortodossia bop e le influenze provenienti dalla musica colta di matrice europea, basato in prevalenza su intense composizioni originali: questa la cifra stilistica del Giovanni Mazzarino Quintet. E non potrebbe essere diversamente quando la sezione ritmica è supportata dalle dinamiche cadenze di Paolo Mappa e dal corposo contrabbasso del giovane ma navigato
Stefano Senni, entrambi a fianco di Mazzarino fin dai tempi del trio a supporto di Randy Brecker, e se a completare quest'affiatata formazione si aggiungono i fiatisti
Bearzatti e
Bosso, anch'essi voci di formazione relativamente recente e conclamato talento.
Così, fin dall'inizio tutto scorre con garbo, con
My love
– tratta dall'ultima fatica discografica del nostro,
The Cyclone, a suggello del prestigioso titolo di "Miglior nuovo talento 2002", come richiama la didascalia di presentazione della serata – ed è il momento di accovacciarsi sulla sedia e farsi trasportare da un soffice medium animato da una buona dose di swing. Tradizionale, appunto, ma non per questo meno ricco di punte d'emozione. Giusto per scaldare l'atmosfera, mentre il vibrante sax di Bearzatti mantiene il tono soft
del brano, al suo turno Bosso irrompe con la propria tromba a rinfrescarlo con una mano di colorato bop. Si prosegue con
Jobim, altro brano autografo del pianista messinese, altro medium dai toni caldi, con sapiente intreccio contrappuntistico tromba-sax, Bearzatti più compenetrato nell'inclinazione un po' malinconica del pezzo, ed agile finezza di conduzione del leader, sia quando gioca con l'armonia che quando
ridisegna il tema melodico del pezzo. La coda del brano è assegnata al generoso
fluire trombettistico di Bosso, per un'improvvisazione quasi modale su due soli
accordi.
Segue a giro
Herbie, fill-in delle batterie stavolta a velocità sostenuta, da perdersi. Non si perde invece Bosso, che sciorina una catena ininterrotta di note a perdifiato, inframmezzata a tratti da precisi picchi sui sovracuti, per un'esposizione comunque sempre lucida ed intelligibile. Più raccolto il solo del sax, il quale, estraendo dal tema i più interessanti elementi connotativi, vi affianca una personale estemporanea dialettica volgendoli, rivolgendoli e stravolgendoli fino a riversarsi in un feeling sempre più fuori le righe. Percorse da un drumming artificiosamente raddoppiato, si colgono spiccate sfumature romantiche nel solo di piano, molto scavato, disarticolato in schegge di note che si portano poi sulla convenzionale ripetizione del main
finale. E pure in equilibrato bilico tra tradizionale, bop e free
è
Charles Mingus, cui evidentemente l'autore è in qualche modo affezionato trovandosi già presente nel cd
Evening in Blue. Di grande impatto, qui, l'incipit di Bearzatti, la cui eco riempie la volta dello Spasimo, i compagni gli lasciano la scena ed il suo tenore esibisce una mirabile padronanza tecnica ed una variegata dotazione di graffianti growls, armonici e sovracuti convenientemente inseriti,
mai stucchevoli, bensì finalizzati all'esposizione istintiva e personale del
tema. Dopo un'intro così pregnante ed intensa, ed il conseguente meritatissimo
applauso, rientrati gli altri musicisti lo svolgimento del motivo diviene
corale, e sulle spazzole di Mappa Senni spiega le linee del proprio contrabbasso
in maniera schematica ma efficace, per il finale libero sugli acuti di Bosso dal
sensibile gusto interpretativo ed ancora ricami di Bearzatti.
Unico motivo preso in prestito è
Vision of Gaudi, di Tom Harrell, non a caso dedicato ad Antonio Gaudi, esponente dell'Art Nouveau spagnola, con uno stile personale all'avanguardia nel campo dell'architettura, introdotto da un incedere tanghero con progressione discendente del basso armonico, sul quale l'esposizione svolazzante del leader srotola le fila
di un sofistico discorso improvvisativo, con tocco da raffinato esternatore di
intimi umori, cui si innesta un altro parlato del contrabbasso, permeato di
soffusi chiaroscuri.
Brano storico del repertorio di Mazzarino la successiva
Beautiful child, ritmo latino, quasi un calypso dal dondolante swing, sul quale sax e tromba si inseguono proponendo
alternativamente il medesimo disegno melodico in quattro note, per poi passare
ai rispettivi assolo, prima Bosso, scatenato in una fitta pioggia di frazioni di
tempo con pertinente esercizio di pistoni e sviso particolarmente illuminato,
poi Bearzatti, sempre profondo e ricercato, e infine il trascinante periodare di
Mazzarino, con veloci frasi nella prima parte e blocchi di accordi nella sezione
di coda… E dopo lo schema classico in cui ciascuno espone la propria versione
dell'inciso, sax e tromba tornano a rincorrersi.
Sullo sfondo contrabbasso-batteria, Mazzarino ringrazia il pubblico, ricordando i propri trascorsi all'interno della struttura del Brass e nel capoluogo siciliano, per poi presentare la band e quindi
The Cyclone, tema che battezza l'intero album. Scherza su due ritmi differenti e propone un iniziale unisono sax-tromba per poi lasciare spazio ai singoli strumenti, Bearzatti in combinazione con basso e batteria, poi Bosso, suono caldo e spontaneo ancora per un intervento di notevole scioltezza ed accuratezza esecutiva. Il gruppo si combina con il piano di Mazzarino, e sul tracciato sonoro del contrabbasso il pianista esprime adesso tutta la propria soddisfazione per il buon mood
della serata, abbandonandosi alle sensazioni tattili che la tastiera gli suggerisce e che lui trasforma in rapide scale ed insistenti tracce estemporanee. Finalmente anche Mappa ha modo di ritagliarsi uno spazio per liberare un variopinto assolo di piatti ed accenti di cassa, cadenze sincopate ed altri pattern ritmici che conducono al finale di sax e tromba. Ciliegina sulla torta, il bis con
Fast idea, di sicura presa sulla platea, molto boppeggiante sia nella concezione che nel costrutto dei solo, nelle riprese avvicendate di tromba e sax, nel cantabile del contrabbasso, nel break di Mappa e nell'interludio
di piano che non è da meno, un dinamismo propulsivo di pause e frasi ben dosate
che mette in risalto la levatura tecnica ed il grande spessore artistico di
questi jazzisti.
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Data pubblicazione: 01/06/2003
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