Sottovoce
senza contorno
Renato Sellani e Matteo Brancaleoni
"Omaggio a The Voice"
Venerdì 5 maggio – "Not Just Jazz Club"Grand Visconti Palace Hotel - Milano
di Franco Valentini
Renato Sellani
Piano
Matteo Brancaleoni
Voce
Un concerto incantevole e coinvolgente, dove si è respirata un'atmosfera
veramente speciale, di quelle che si creano solo in poche occasioni.
Renato
Sellani a parte, che conosco ed adoro e che seguo da molti anni,
è stata una piacevole sorpresa scoprire un giovane cantante di talento come
Matteo Brancaleoni,
che ha 24 anni, e mi ha stupito per timbro maturo ed intensità interpretativa, oltre
alla scoperta che ha già fatto tante esperienze con grandi nomi.
Devo ammettere che provo sempre una certa diffidenza verso quei concerti
che già dalla loro descrizione si presentano come "Omaggio a qualcuno". Troppe
volte le mie attese sono state deluse da questo tipo di concerti che tornati molto
in voga ultimamente, tendono sovente a banalizzarne con clichè il repertorio.
La stessa sensazione l'ho provato
venerdì 5 maggio quando, leggo
di un recital piano e voce Omaggio a Sinatra presso il Jazz Club dell'Hotel
Grand Visconti Palace.
Il nome di
Sellani
era senz'altro una garanzia. Ma il cantante non lo conoscevo. Sono un grande appassionato
di jazz ed un amante di Sinatra forse per questo anche molto esigente.
Cosa volete, io c'ero quando The Voice, all'apice della sua carriera,
venne a Milano nel 1962 per un concerto
al Palazzo del Ghiaccio e lo ascoltai anche al Teatro Manzoni quando a presentarlo
era un giovanissimo
Johnny
Dorelli.
Potete quindi capire la mia grande sorpresa nell'aver ascoltato un cantante,
che così giovane canta brani come se li avesse vissuti, con una sensibilità da uomo
maturo come se avesse avuto quella colonna sonora durante gli amori e le sofferenze,
senza artificiosità o finzione, trasmettendo emozioni a chi lo ascolta.
Il concerto, come era presentato, è proprio stato un viaggio fatto di
melodie e ricordi. Mi è molto piaciuto il commento fatto da
Matteo nell'introduzione
quando ha detto: "Questa musica non può essere eseguita senza qualcuno che l'ascolti.
Ogni brano narra una storia e per ogni storia che si rispetti c'è qualcuno che la
racconta e qualcuno che l'ascolta."
Quando arrivo il locale è già pieno, molta gente è in piedi. Il posto è molto
elegante e raffinato. Scorgo anche diversi giovani e la cosa mi fa molto piacere.
Fa' il suo ingresso
Renato
Sellani, elegante e sobrio come al solito, con quel suo passo felpato
e con la sua simpatica espressione che ricorda Jack Lemmon, si siede al pianoforte
ed inizia a suonare da solo. Il brano è di Duke Ellington:
Prelude To a Kiss. Inizio
perfetto. Come sempre "il papà del jazz italiano" (per dirla con le parole
di Bonafede) riesce a catturare, con quel suo tocco unico e quei pianissimi
quasi debussyani, l'attenzione del pubblico che rimane da subito in un silenzio
quasi religioso.
Viene poi presentato
Matteo Brancaleoni
che dedica il primo pezzo a Billie Holliday. Il brano è:
Everything Happens To Me.
L'introduzione fatta da
Sellani
mi fa viaggiare indietro nel tempo e mi torna in mente quando ascoltai Lady Day
alla Taverna Messicana, credo fosse il 1958
e ad accompagnare la signora dalle bianche camelie, c'era sempre lui, giovanissimo
come me, il grande
Renato
Sellani.
Torno al presente e mi metto attentamente in ascolto.
Matteo possiede una voce baritonale calda e vellutata. La sua pronuncia
inglese è ottima. Possiede una grande ricchezza di colori: passa da una voce tonda
e piena a momenti in cui quasi intimamente sussurra con uno stile che, più che
Sinatra, lontanamente ricorda Tony Bennett. Rimango colpito
specialmente dal suo gusto nel fraseggio. L'intesa fra i due è buona.
La scaletta prosegue con
I've Got You Under My Skin.
Buono lo swing di Brancaleoni,
Renato
è impeccabile: nell'improvvisazione gioca sul tempo e nell'accompagnamento richiama
all'orecchio le risposte dei fiati delle grandi Big Band. Il pubblico è molto attento
e partecipa con silenzio e grande calore di applausi. Ma è nelle ballad che
Sellani
emoziona di più e regala, a mio avviso, tutta la sua eleganza fra mille sfumature,
a tratti dolce e malinconico, con quel tocco magico che riesce a dipingere momenti
di pura infinita poesia come quando, in piano solo, esegue la commovente
Only The lonely.
Si prosegue con classici brani di Sinatra,
All The Way,
Moonlight in Vermont (interpretata
delizosamente), Fly Me To The Moon ma
anche pezzi meno gettonati come la bellissima
More della quale
Sellani
dà una sentita interpretazione essendo per sua ammissione un brano bellissimo che
gli sta molto a cuore anche perché scritto dal suo carissimo amico Riz Ortolani
che è originario, come lui, di Senigallia.
Il repertorio è impegnativo ma
Matteo, non sembra
spaventato anzi, lo rende suo con freschezza e disinvoltura. Riesce anche a divertire
il pubblico quando in Nature Boy improvvisa
una riuscita imitazione di Nat King Cole suscitando una risata generale
e quando improvvisa sulla melodia di
Que reste –t-il de nos amours,
facendo il suono della tromba a mo' Mills Brothers, sorprendendo lo stesso
divertito
Sellani. Tutto risulta azzeccato come i gustosi aneddoti che vengono
raccontati da Brancaleoni,
snocciolando con grande sicurezza nomi e date.
La conclusiva Smile
di Chaplin è stata veramente splendida. Ottima intensità interpretativa del
giovane e grande gusto di
Sellani
che ad un tratto raggiunge una sublime essenzialità accompagnando con i soli bassi.
Il lungo applauso che segue viene premiato con un bis, doveroso ed azzeccato,visto
il tema della serata: My Way,
che viene conclusa senza microfono regalando un finale acustico molto d'effetto.
Mi è piaciuto anche il commento con il quale Matteo si è congedato.
"Non sono e non mi definisco un cantante di jazz, come molti di voi avranno capito-
ha detto sorridendo - ho troppo rispetto e venerazione per i jazzisti. Sono giovane
e ho tanto da imparare, ma amo questa musica da sempre e quello che cerco di fare
è semplicemente ridare, con il cuore, un po' delle emozioni che questa musica continua
a regalarmi."
E c'è riuscito appieno. Credo si sentirà parlare molto in futuro di questo
giovane. Per il momento rimango in attesa di mettere presto le mani su un disco
che celebri questo sodalizio.
E sperando di essere riuscito a darvi un degno resoconto del piacevole
concerto che ho ascoltato, concludo con le parole che
Sellani
ha riservato al giovane in chiusura di serata: "Ci fossero più giovani con la
passione, il talento e la sensibilità musicale di Matteo, il mondo della musica
di oggi sarebbe migliore almeno per noi che amiamo queste melodie".
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Data pubblicazione: 09/06/2006
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