Gianni Coscia e Quintetto d'archi dell'orchestra Sinfonica di Alessandria
5^ Fisarchimia d'oltregiogo-Bosio (Alessandria) - 2 Settembre
2011
di Gianni B. Montano
"Il jazz raffinato": è questo il titolo
della serata che si svolge nella chiesa parrocchiale di Bosio, organizzata
dall'associazione "Oltregiogo". Protagonista assoluto è
Gianni Coscia in ottima forma, che fa sfoggio della sua abilità
concertistica e pure della sua grande capacità di intrattenitore, di showman nel
senso migliore del termine. Si comincia con una volenterosa presentatrice che dipinge il musicista
alessandrino come il "campione mondiale della fisarmonica", prontamente rimbeccata
in modo bonario dal compagno di tante incisioni di
Gianluigi
Trovesi: "io sono contrario alle competizioni in musica. Sono sempre
stato lontano da questo tipo di manifestazioni. In questa arte conta chi ha da dire
qualcosa, non chi fa più note nel più breve tempo possibile...". E via, poi, con la
riproposizione di una "Krameriana" con i cavalli di battaglia del direttore d'orchestra
e autore mantovano resi con notevole partecipazione e affetto. Ogni brano viene
illustrato con dovizia di particolari e con mai scontate variazioni sul tema. Fra
gli altri autori omaggiati, Gardel e Piazzolla occupano un posto di rilievo. Su
Gardel, Coscia racconta che sul monumento della sua tomba di Buenos Aires la sigaretta
che tiene fra le dita viene mantenuta sempre accesa, secondo una devozione popolare
per il personaggio ancora così forte, malgrado la sua morte risalga a molti anni
fa. Il pezzo del musicista argentino viene riservato ai soli archi. Prima di suonare
la piazzoliana "Libertango" quasi si scusa "lo eseguono cani e porci" e ne offre
una versione breve, quasi per compiere un atto dovuto, di condiscendenza verso i
partners o verso il pubblico. Gioca, poi, con la "Cumparsita" prima nell'arrangiamento
di Fred Ferrari, pianista e "gloria" locale. Ovada è, infatti, a 20 km di
distanza. Poi la suona in maggiore, "maggiorata" come dice lui, quasi che la stessa
si fosse sottoposta ad un'operazione di chirurgia plastica al seno.
Non mancano accenni di stilettate a cantautori come Gino Paoli o agli stessi
Beatles, di cui dubita possano aver scritto una canzone armonicamente ricca come
"Yesterdays". Si va avanti in un'alternanza di aneddoti, considerazioni e l'inserimento
di melodie estranee al repertorio scelto. Ad un certo punto compare l'ouverture
della "Traviata" di Verdi e successivamente spunta "Bella ciao" all'interno di un
tango. Una commistione ardita, ma d'effetto.
Alla fine della serata, Coscia ringrazia il pubblico e lo ammonisce: "Forse non
abbiamo suonato jazz in senso stretto. Tenete conto, però, che se non fossimo jazzisti
tutto quello che abbiamo suonato fino ad ora sarebbe stato diverso" Non possiamo
che associarci al fisarmonicista e applaudire a questo tipo di iniziative in territori
vergini, in spazi insoliti, ma con un divulgatore di questo tipo, il messaggio arriva
e può coinvolgere anche spettatori non abituati a questo genere di musica indubbiamente
raffinata e anche, in certa parte, jazz.
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Data pubblicazione: 22/10/2011
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