Daniele di Bonaventura meets FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana Giovedì 18 aprile Teatro delle Api Porto Sant'Elpidio di Viviana Falcioni
foto di Andrea Feliziani
Bandoneon e direzione - Daniele Di Bonaventura
Viaggio Mediterraneo
suite per bandoneon e orchestra
1. Maria e il mare – Canto – Danza Mediterranea
2. Con me – Preghiera – Tango
3. Corale – La regina delle api
4. Frank among the star – Sine nomine – Sanctus
5. La mia terra – Litania – Cum nomine
I musicisti dispongono i loro strumenti, si accordano gli archi, i legni e gli
ottoni danno fiato ai loro strumenti poi silenzio: entra
Daniele
Di Bonaventura.
Classe 1966
Daniele
Di Bonaventura nasce a Fermo, nelle Marche. Pianista di estrazione classica
decide di abbandonare il suo strumento per abbracciare il bandoneon in quanto "stregato"
dalla musica di Astor Piazzolla. Una forte propensione verso la musica improvvisata
e un approccio eclettico alla musica, favoriscono le collaborazioni con musicisti
di diversa estrazione musicale e di livello internazionale. Una discografia ben
nutrita per il bandoneonista più acclamato d'Europa, molti gli album incisi con
varie etichette discografiche.
Il sodalizio con la FORM, orchestra filarmonica marchigiana, inizia nel lontano
2003 con la "Suite per bandoneon e orchestra", opera compositiva a firma Daniele
Di Buonaventura. A distanza di un decennio li ritroviamo di nuovo insieme grazie
a Marche Jazz Network, rete marchigiana della musica creativa e del jazz, per presentare
una nuova pagina compositiva. Quattro lunghe suite particolarmente congeniali all'impronta
data dall'autore, "Viaggio Mediterraneo" è una nuova opera per bandoneon e orchestra
dove il compositore è anche arrangiatore, esecutore e direttore d'orchestra.
Osservare Di Bonaventura dirigere gli orchestrali con il solo cenno del capo o con
occhiate evasive mentre è intento al suono del bandoneon, è un vero spettacolo,
una capacità di scomposizione ritmica e indipendenza delle mani splendida. Uno sgabello
girevole offre la possibilità di avere la visione totale dello spazio muovendosi
ora guardando i musicisti dell'orchestra ora verso la platea.
L'orchestra è composta da trentatré elementi tra archi, legni, ottoni e percussioni
e Margherita all'arpa, quest'ultima artefice di una performance alquanto singolare
a fine concerto, ma andiamo con ordine: introduzione di bandoneon sotto gli sguardi
attenti dei maestri d'orchestra e le note dell'arpa, splendida ed elegiaca, ci accompagnano
nel viaggio mediterraneo un po' nostalgico e fascinoso, pregno di sonorità incantatorie.
Un'orchestra alle prese con temi godibili, composizioni nuove scritte per l'occasione
affiancano altre già composte in precedenza; quello che più colpisce sono i passaggi
tra un movimento e l'altro, i suoni legnosi dei contrabbassi propagano note lunghissime
creando una drammaticità profonda, l'ascoltatore viene stupito dai continui passaggi,
ritmi che affievoliscono, si modificano e poi scompaiono, rinascendo come d'incanto
nell'inizio del movimento successivo.
Le belle linee melodiche composte da Di Bonaventura hanno un'indubbia capacità evocativa,
la cura degli arrangiamenti offre ad ogni sezione strumentale, la sua rilevanza.
Il bandoneon, che ha funzione di strumento "leader", è perfettamente incastonato
tra i preziosi strumenti ad ancia dell'orchestra sinfonica. Spesso associato alla
musica Argentina e propriamente ai suoi splendidi tanghi il bandoneon, in questa
opera originalissima, esplora vari stili: gli echi classicheggianti si fondono con
squarci etnici estremamente colorati e percussivi, e ancora una sorta di minimalismo
accompagnato dalle note "pizzicate" di viole e violoncelli fino ad arrivare a quegli
spunti jazzistici maggiormente accentuati dallo strumento.
L'allenamento alla pratica compositiva è sinonimo di ricerca e studio continui e
gli arrangiamenti di Viaggio Mediterraneo sprigionano una ventata di autentico lirismo
ed una traboccante emotività. L'incontro tra i diversi linguaggi elabora un fascino
espressivo di notevole classe ed eleganza, Di Bonaventura non è mai altèro nei suoi
soli improntando un discorso musicale coerente inserito nella creatività delle composizioni.
Le pulsazioni dei contrabbassi, le note lunghe di viole e violoncelli evocano immagini
surreali, le composizioni scritte nei minimi particolari, ci trascinano in nuovi
territori sonori. Il bandoneon cesella note impervie mentre il fagotto rende una
sospensione sonora di una drammaticità tesa, suoni elettronici e strumenti a percussione
si tuffano in ritmi arabeggianti.
Non è facile mettere tutto insieme, un grande lavoro di composizione e la riconosciuta
sapienza tecnica, un piccolo tesoro di musicalità e la capacità di creare un clima
incantatorio.
Daniele
Di Bonaventura si concede in solo bandoneon nei bis, tra una chiacchierate
e l'altra con un pubblico partecipativo si sente l'anima nelle improvvisazioni,
ma soprattutto non smette mai di stupirti, anche quando chiede all'arpista Margherita
di improvvisare!