Teatro Manzoni
Via Manzoni, 42
PRIMA ITALIANA
Lunedì 9 febbraio 2009, ore 21.00
David Murray & Amiri Baraka
The Sisyphus Revue
(una Bop Opera)
testi e reading
Amiri Baraka
composizione, direzione, sassofono tenore, clarinetto basso
David Murray
MC
Boots Riley
voce recitante
Aamil Islam
tromba
Longineu Parsons
chitarra
Mingus Murray
organo
Thornton Hudson, Jr.
pianoforte, soprano
Evelyn Simpson Cureton
basso elettrico
Jamaaladeen Tacuma
batteria
Ranzel Merrit
The Deep River Gospel Choir
Dir. William F. Hubbard
Shiekel Boggs, Krystal Coates, Robin Felton, Tracie Forte, Angela Gray, Terrell
Hunt, Lauren R. Mays, Charles McCullough, Kathy Olatunde,
Darci M. Perkins Peterson, Corree Kay Syle, Elgin Joseph Taylor, Sr.,
Gary E. Vincent
"Aperitivo in Concerto" si accomiata dal suo pubblico, in attesa della
stagione 2009-2010, con uno fra i suoi più importanti appuntamenti, la prima
italiana del nuovo lavoro del grande poeta e drammaturgo americano Amiri Baraka
(Leroi Jones), musicato dal celebre compositore e sassofonista David Murray:
The Sisyphus Revue.
In tale Bop Opera, la storia degli Africani-Americani viene riletta attraverso la
nota allegoria greca del re che con la sua sagacia osò sfidare gli dèi e che fu
costretto da Zeus a spingere un masso dalla base alla cima di un monte. Tuttavia,
ogni volta che Sisifo raggiungeva la cima, il masso rotolava nuovamente alla base
del monte. Ogni volta, e per l'eternità, Sisifo avrebbe dovuto ricominciare daccapo
la sua scalata. Nel nuovo lavoro di Baraka la vicenda assurge a simbolo della lotta
degli Africani-Americani per la conquista dei diritti civili, così come già l'aveva
descritta W. E. DuBois. Tale lotta ancestrale, ereditata e passata di generazione
in generazione è stata caratterizzata, per l'appunto, da una costante alternanza
fra momenti felici e drammatici.
Come commenta lo stesso Baraka: Dubois was saying that every time Black Americans
succeeded in rolling the rock of what is represented by civil-rights equality to
the top of the mountain, the cruel gods always pushed that rock down the mountain,
so that Sisyphus's people had to start the struggle over and over again." As if
"the gods" added to the weight of this rock segregation, discrimination, the Jim
Crow laws (which strengthened the old slave culture of the Southern States) and
the Ku Klux Klan.
I therefore tried to isolate the historic tendencies of the struggle movements
acting positively and those marked by tragic defeats for black people. So the end
of the anti-slavery struggle is logically a part of an ascending tendency, while
the founding of the Ku Klux Klan or the Jim Crow laws are part of a backward movement.
I envisioned this work through the history of African Americans in the United States,
using key movements, events and characters in this history.
Amiri Baraka e David Murray esplorano gli aspetti contemporanei del mito greco,
simboleggiandovi la costante lotta della società americana per sviluppare e mantenere
uno spazio democratico, per definire –più genericamente- lo scontro fra gli ideali
di pochi e la ignavia di molti. Per fare questo hanno convocato alcuni fra i nomi
di punta della nuova musica africana-americana, nonché uno fra i più importanti
cori gospel oggi in attività negli Stati Uniti e che svolgerà il ruolo che il coro
aveva nelle antiche tragedie greche.
Le nuova opera è stata presentata la prima volta all'East Side Center di Oakland,
in California, nel maggio 2008.
AMIRI BARAKA (Leroi Jones)
Amiri Baraka, al secolo LeRoi Jones -poeta, autore di teatro, attivista politico-
è uno degli artisti americani più influenti ai nostri giorni. È nato a Newark, nel
New Jersey, nel 1934. frequenta Harvard dove studia religione e filosofia, quindi
entra nell'aviazione americana e dopo il congedo si stabilisce al Greenwich Village.
Si laurea alla Howard University nel 1953, in letteratura anglosassone. La sua produzione
giovanile è fortemente tesa verso grandi autori come Eliot, Williams, Pound,poi
invece diventa seguace dei Beatniks, soprattutto di Kerouac e di Ginsberg, e infine
è da considerarsi uno dei maggiori rappresentanti della letteratura nera nazionalista
– nel '65 cambia il suo nome in Amiri Baraka - e del teatro degli anni Sessanta.
Nel 1961 pubblica il suo capolavoro poetico, Preface to a Twenty Volume Suicide
Note. Le sue opere fino al '65 e dopo il '74 sono fortemente soggettive tendendo
a drammatizzare le angosce e le paure individuali della sua esperienza di nero in
un mondo bianco; poi, fino al '74, si rivolge esclusivamente ai neri e propone di
emanciparli. Alla prima fase appartengono opere come The Baptism, The
Toilet e The Slave; alla seconda, Goodness of Life, Black Mass,
Rockgroup (i Beatles avrebbero sfruttato il Rhithm & Blues nero) e Junkies
are full of Sh....
Ha fondato la casa editrice Totem Press, la prima a pubblicare i lavori di Allen
Ginsberg, Jack Kerouac e gli altri beat. Con loro ha vissuto la straordinaria e
prolifica stagione del '68 e la parabola degli anni Settanta (venne anche in Italia,
al festival poetico di Castelporziano, dove fu uno dei pochi a essere applaudito).
Fondatore del Black Arts Reportory Theatre di Harlem, si è impegnato in quasi tutte
le lotte libertarie negli Stati Uniti, prendendo soprattutto parte all'organizzazione
dei diritti degli abitanti di colore. I suoi titoli più celebrati sono The Autobiography
of LeRoi Jones, Dutchman and the Slave, Black Music and Blues People. Autore
di una poesia che, nell'atto vocale, ha il suo effetto più sconvolgente, Baraka
ha saputo anticipare le tendenze rap e hip-hop che, al giorno d'oggi, stanno influenzando
la letteratura americana in maniera determinante. Non si definisce marxista
perchè il marxismo è bianco e nemmeno anticapitalista perchè il termine "capitale"
è bianco; vuole la separazione degli USA per la nascita di uno stato nero: è il
Black Power. Tutta la sua attività centrale è volta a spronare il suo popolo a combattere.
Poi però la sua critica si sposta verso la stessa borghesia nera e afferma: "in
cambio di una bandiera e di un inno nazionale, ora ci saranno un po' di niggers
in qualche Mercedes-Benz, ma la stessa povertà, sfruttamento e oppressione:
la sola cosa che è cambiata è 'il colore della tirannia".
DAVID MURRAY
Nato ad Oakland, California, nel 1955, David Murray, fra i massimi sassofonisti
e improvvisatori contemporanei, ha studiato con Bobby Bradford, Bob Barrett, Arthur
Blythe, Charles Tyler, Cecil Taylor, Sun Ra, Margaret Cohn, Archie Shepp, Stanley
Crouch, Albert Murray, Amiri Baraka e Catherine Murray.
Dalla fine degli anni Novanta la sua opera si è resa sempre più composita nell'esplorare
l'intersezione di jazz, gospel, sonorità africane e dei caraibi. La sua musica ha
combinato le innovazioni del free jazz degli anni '70 con il jazz di New Orleans
per ottenere un suono estremo e aspro. Durante la sua carriera sembra aver confermato
quanto diceva Ornette Coleman, ovvero che l'anima dei neri d'America si esprime
al meglio attraverso il sax tenore. Nel 1975 si trasferisce a New York dove suona
con Cecil Taylor e Dewey Redman che offrono al giovane musicista l'incoraggiamento
di cui aveva bisogno. La città è anche una fonte di altri incontri con personaggi
e musiche di ogni genere: Sunny Murray, Anthony Braxton, Oliver Lake, Don Cherry.
Nella Energy Band di Ted Daniel lavora con Hamiet Bluiett, Lester Bowie e Frank
Lowe. Nel 1976 Murray partecipa alla fondazione del World Saxofone Quartet con Oliver
Lake, Julius Hemphill e Hamiett Bluiett. Nel 1978 forma un quartetto, un ottetto
e poi un quintetto concentrandosi sempre più sulle sue formazioni lavorando allo
stesso tempo con altri musicisti. Ogni volta si immerge in una serie di suoni completamente
differenti: dagli archi alle percussioni Ka, dalla Guadalupe fino a ballerini e
musicisti del Sud Africa. Vive e lavora attualmente a Parigi.
Una voce strumentale aspra e forte, un fraseggio segnato da bruschi salti di registro
e una sigla intitolata Flowers for Albert: al pubblico europeo, una ventina
d'anni fa, il giovane David Murray si presentò così, dichiarando apertamente l'entità
del suo debito verso Albert Ayler. Del suo maestro indiscusso Murray ha conservato
l'immediatezza comunicativa, la spontaneità, ma nel frattempo il suo talento naturale
si è completato nello studio dell'arte della composizione e dell'arrangiamento,
fino a conferirgli l'autorità del leader. Fra i reduci della scena loft newyorkese,
Murray è senza dubbio il personaggio che con maggior continuità si è impegnato nel
recupero dei presupposti del free jazz storico. Ne sono chiara testimonianza i suoi
lavori per big band, quelli con il celebrato e già menzionato World Saxophone Quartet,
ma anche quelli meno noti per piccole formazioni, trii e quartetti, sempre completati
da collaboratori d'eccezione. Mentre nei grandi organici Murray esercita un'appassionata
conoscenza critica della grande tradizione nera di musica orchestrale, dai piccoli
gruppi emerge il piacere avventuroso dell'improvvisazione collettiva, talvolta contenuta
entro binari tematici, altre volte più libera e travolgente: quella tendenza, quasi
pre-boppistica, a "cantare la melodia a squarciagola", che dall'origine fu uno dei
suoi tratti distintivi e lo segnalò come il più sicuro aspirante erede di Albert
Ayler.
Nel corso della sua carriera, ha suonato con Max Roach, The World Saxophone Quartet,
McCoy Tyner, Elvin Jones, Hank Jones, Eddie ‘Lockjaw' Davis, Irma Thomas, The Illusions,
The Natural Four, The Notations of Soul, Jack DeJohnette, Woody Shaw, Jacky Byard,
Tete Montoliu, Randy Weston, Astor Piazzola, Taj Mahal, Eddie Harris, Hector Lavoe,
Ray Barretto, Potato Valdez, Jimmy Hamilton, Allen Toussaint, James ‘Blood' Ulmer,
Don Pullen, Bill Cosby, Pharoah Sanders, Roy Haynes, Eddie Blackwell, Billy Higgins,
John Hicks, Sun-Ra, Archie Shepp, Stan Getz, Clifford Jordan, Dave Burrell, James
Newton, Stanley Crouch, Butch Morris, George Arvanitas, Aki Takase, Lester Bowie
e molti altri grandissimi musicisti.
"Grammy Award for Best Performance on a Jazz Recording: Blues for Coltrane"
nel 1988 e vincitore di molti altri premi, David Murray ha registrato centinaia
di CD e LP come leader, co-leader e sideman.
per ulteriori informazioni:
Viviana Allocchio
Iniziative Speciali
Teatro Manzoni
Via Senato, 12
20121 MILANO
tel.: 02781253 - 02781254
fax: 0276281604
e-mail: viviana.allocchio@fininvest.it
INGRESSI:
Concerti 19 ottobre – 3 e 10 novembre – 25 gennaio: € 15 + € 1 prevendita
Concerti 26 ottobre – 1 e 14 dicembre – 9 febbraio: € 12 + € 1 prevendita
Ridotto giovani € 10 + € 1 prevendita
ABBONAMENTI fino al 19 ottobre.
N. 4 CONCERTI DOMENICA MATTINA€ 50,00
N. 4 CONCERTI LUNEDÌ SERA € 50,00
PREVENDITA dal 6 ottobre '08 al 9 febbraio ‘09
alla cassa del Teatro
CircuitoTicketone –
Nnumero verde 800-914350
Posti fissi e numerati
In vendita alla cassa del Teatro
Posti fissi e numerati
CONTATTI:
Teatro Manzoni – tel. 0039 02 7636901
Via Manzoni 42
20121 Milano
info@teatromanzoni.it
www.teatromanzoni.it/aperitivo
- www.aperitivoinconcerto.com
Come raggiungere il teatro:
MM Montenapoleone – MM1 San Babila – MM1 Palestro
Bus 61 – 94 – Tram 1, 2
News correlate:
|