"il
voler essere graditi, magari protetti da icone di successo, confonde, la nostra
identità. Pur pagando l'alto prezzo della "libertà", tali abitudini
dovrebbero essere interrotte senza la paura di essere differenti."
Strumento simbolo,
insieme alle tastiere, degli incontri tra generi musicali di cui nel bene e nel
male si popola la scena contemporanea, la chitarra rappresenta una voce
fondamentale, e tra le più diffuse, del nostro paesaggio sonoro. Nel jazz o
nelle musiche da esso derivate ha assunto un ruolo di sempre maggior rilievo,
interpretando da un numero crescente di strumentisti di valore dei quali anche
l'Italia non è priva. Tra questi c'è Pietro Condorelli, vincitore nella
categoria "nuovi talenti italiani" del Top Jazz 1997, il referendum
della critica nazionale indetto annualmente dalla storica e prestigiosa rivista
Musica Jazz. Prima di questa consacrazione nazionale era conosciuto soprattutto
nell'ambito dei cultori dello strumento, dai quali veniva considerato un
musicista di area "fusion" (mentre il suo cuore batteva altrove e si
sentiva sempre più affine al linguaggio squisitamente jazzistico), e un
chitarrista di superba preparazione tecnico-strumentale, eccellente plettrista,
diplomato in chitarra classica e abile nell'utilizzare l'elettronica. In
sostanza, un superprofessionista, che però non amava suonare per
"professione", prediligendo l'aspetto artistico del fare musica,
ovvero la comunicazione spirituale attraverso i suoni del jazz. Guitar Style
Journey, il suo precedente album, metteva in luce questo suo amore attraverso
una serie di "omaggio in stile" ad alcuni dei grandi personaggi
storici della chitarra jazz. Questo CD, rappresenta invece compiutamente la
poetica poggiando le fondamenta nel terreno della tradizione, e in particolare
in quell'esemplare di sintesi del chitarrismo moderno che è il linguaggio di
Joe Pass, per poi sviluppare un progetto attuale sul piano fraseologico,
timbrico e compositivo. Condorelli vi sintetizza in maniera organica le sue
conoscenze, la sua esperienza di musicista e ascoltatore, presentandosi sia sul
piano solistico sia in veste di compositore maturo, che dietro l'accattivante
comunicativa dei brani nasconde strutture complesse, poliritmi e molteplici
influenze che spaziano dal tango alla musica classica. Brani costruiti su
pregnanti melodie, armonizzati in maniera contemporanea grazie al sapiente uso
di stilemi tonali-modali e orchestrati privilegiando contrappunti e controcanti.
Composizioni non cervellotiche e fini a se stesse ma funzionali al discorso
improvvisativo, a quella creazione istantanea capace di cogliere l'attimo,
l'atmosfera del momento, per sfuggire ai tanti manierismo dei prodotti
confezionati in serie.
Maurizio Franco
La recensione
di Jazzitalia
Il Pietro Condorelli
Quartet
Pietro Condorelli |
Francesco Nastro |
Pietro Iodice |
Vittorio Pepe |
[Pietro Condorelli Page]
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Data ultima modifica: 19/12/2005
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