Petra Magoni e Ferruccio Spinetti
16 aprile 2010- Teatro "Cargo" di Genova Voltri
di Gianni B.Montano
foto di Sergio Cimmino
Il "Teatro Cargo" a Genova-Voltri rappresenta una realtà culturale viva
e pulsante. Accanto ad un cartellone che prevedeva appuntamenti con la prosa, la
musica e sperimentazioni varie, nella stagione appena conclusa il gran finale era
rappresentato dal duo
Petra
Magoni-Ferruccio
Spinetti. E' stato abbastanza sorprendente e positivo, prima di tutto,
trovare in quella sera il tutto esaurito con un pubblico in sala per la maggior
parte costituito da giovani. Segno che appuntamenti di spessore, per una platea
esigente, in termini di qualità delle proposte, possono coinvolgere "piccole" folle
di appassionati. E il concerto ha ripagato le attese. Forse anche spinti dall'entusiasmo
dei presenti, i due hanno dato vita ad un'esibizione tesa, ricca, ribadendo quanto
di buono si dice sul loro conto da alcuni anni a questa parte. Non hanno un disco
da promuovere e quindi hanno basato lo show sui pezzi forti del loro repertorio,
più qualche novità e qualche "rimodernamento".
La
Magoni
ha confermato di avere una voce non potente,ma in grado di spaziare da note centrali
o basse ad altezze vertiginose con un ottimo controllo del mezzo vocale. In più
ha rivelato doti notevoli di intrattenitrice, presentando con brio i vari brani,
cercando di far cantare il pubblico e fotografando la platea, a metà dell'esibizione,
per ricordare una serata indimenticabile e inserirla poi su "facebook".
Ferruccio
Spinetti ha suonato, come sa fare lui, il contrabbasso, cioè benissimo.
Ha mostrato una cavata potente, una padronanza piena nei vari passaggi e la voglia
di giocare con il suo strumento, pur mantenendo un aplomb, un atteggiamento controllato
e introverso, a contrasto con l'espressività istrionica della partner. La Magoni
ha attaccato con "La canzone dei vecchi amanti" di Brel, resa in modo asciutto
e senza fronzoli, come merita un classico della canzone francese, incisa pure da
Battiato, in modo altrettanto privo di abbellimenti o di eventuali mortificanti
attualizzazioni ritmiche.
Si sono ascoltate, poi, una velocissima "Bocca di rosa", al cui confronto
la versione della PFM appare decisamente lenta e una poetica "Ti ruberò"
di Bruno Lauzi. La Magoni ha dato sfoggio di tutta la sua bravura di vocalist,
in particolare, con due spirituals in cui ha giocato con i microfoni; ha registrato
la sua voce e poi ci ha cantato sopra con un effetto-eco assolutamente virtuosistico
e sorprendente. Sono stati anche "testati" due nuovi brani "Lei colorerà"
e "Vado giù" che, malgrado l'impegno dei due protagonisti, non hanno convinto
molto. Impagabile, per contro, è stato un omaggio a Morandi con una "Me lo prendi
papà?" riservata agli spettatori più giovani.
"Il nostro concerto è finito, adesso comincia il vostro", così ha terminato
la prima parte della serata la cantante, riprendendo un modo di procedere caro a
Bollani, con le canzoni a richiesta. Fra le prescelte, come bis, hanno impressionato
una versione di grande impatto di "Come together" e una lucidissima "Roxanne".
Dimenticavamo di ricordare un pezzo di alcuni minuti di solo contrabbasso. "E
il titolo?" ha chiesto la Magoni. "Non c'è o non c'è ancora", ha risposto
Spinetti. Tutto nel loro show fa spettacolo, anche questo tipo di dialoghi, oltre
alle luci, ai fumi, ad una scenografia essenziale, ma funzionale al concerto.
"Musica nuda", in conclusione, è una realtà consolidata nella musica leggera
di confine o nel jazz appena oltre lo stesso confine. E' un gruppo, come amano nominarlo
i due musicisti, che può "arrivare" a tanti tipi di pubblico in Italia o oltre i
confini.
Inserisci un commento
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 3.391 volte
Data pubblicazione: 31/05/2010
|
|