Catania, Etnafest 2007
Dave Holland Quintet
5 luglio 2007, Anfiteatro "Le Ciminiere"
di Enzo Fugaldi
foto di Antonino Siragusa
Dave Holland – contrabbasso
Robin Eubanks – trombone
Chris Potter - sax tenore e soprano
Steve Nelson – vibrafono, marimba
Nate Smith – batteria
Nella stracolma e ventilata sede all'aperto dell'Anfiteatro "Le Ciminiere"
di Catania, ancora un capitolo della pregevole stagione concertistica di Etnafest
2007: il 5 luglio è stata la volta di uno dei
gruppi jazz più noti del momento, il quintetto del contrabbassista
Dave Holland.
Holland
vanta una splendida carriera musicale: protagonista alla fine degli anni
‘60 al fianco di Davis, ha poi sviluppato
una lunga teoria di collaborazioni e un gran numero di progetti a suo nome, da dischi
per contrabbasso e violoncello solo, a formidabili trii, quartetti e quintetti,
fino alle più recenti esperienze per quintetto e big band.
Il gruppo esibitosi a Catania ha la medesima formazione presente sul più
recente cd, l'eccellente "Critical Mass". L'ultimo arrivato - già dal
2003 -, il batterista Nate Smith, ha
innanzi a sé una sfida pesante: non far rimpiangere il suo predecessore, Billy
Kilson, un vero fuoriclasse. Smith, scoperto da Betty Carter e
attivo anche nel settore del rhythm & blues e della black music, dimostra un buon
affiatamento con gli altri componenti, e una solida tecnica e fantasia che lo rendono
idoneo ad affrontare la sfida. Potter mostra da tempo pienissima maturità
musicale, e affianca validamente Eubanks - che si conferma ancora una volta
solista torrenziale, una vera forza della natura - in trascinanti duetti. Nelson
è elemento centrale nell'economia della formazione, sostenendo armonicamente le
composizioni, suonando poco la marimba – usata quasi esclusivamente per accompagnare
e fornire colore ai brani - ma esibendo come sempre al vibrafono il suo fraseggio
asciutto ed esente da inutili barocchismi. Il leader sostiene da par suo il lavoro
dei colleghi, e si ricava spazi preziosi, introduzioni e assoli, esibendo una pronuncia
chiarissima e un profondo senso della melodia e della costruzione architettonica.
Nella musica del quintetto si mescolano, fino a trovare una sintesi densa
di pregnante classicità, buona parte delle influenze che hanno interessato
Holland
come comprimario o protagonista nel corso della sua lunga carriera: dalla creatività
davisiana, all'esperienza free con i Circle, quartetto con Braxton,
Corea e Altschul, alle collaborazioni con Steve Coleman, al
proprio fortunato quintetto degli anni '80.
Dietro tutto si cela una concezione orchestrale della musica che non può che farsi
risalire al grande modello mingusiano, e costituisce probabilmente la vera forza
e la profonda motivazione del successo e della creatività del gruppo, insieme al
peculiare gioco di sonorità che si innesta fra i fiati e il vibrafono, al perfetto
equilibrio fra scrittura e improvvisazione, alla prassi di eseguire due o tre assoli
in contemporanea.
Il repertorio affrontato durante il concerto dal quintetto è ben conosciuto:
si va da Ebb & Flo, da "Dream of the Elders",
che vede Potter lanciarsi in un assolo di carica inesauribile al tenore,
e si conclude su una libera e frenetica improvvisazione collettiva sulla coda del
brano, al fortemente ritmato How's Never, da
"Homecoming" del trio Gateway, con spazi per Nelson, scarno ed essenziale,
Eubanks, con un lungo assolo di trombone, ricco di fantasia e verve ritmico-armonica,
e Smith, che sfoggia inventiva e tecnica; ancora da "Dream of the Elders"
The Winding Way, introdotto da un duetto trombone-sax
soprano sostenuto dalla ritmica, con Potter che mostra una sonorità piena
e priva di vibrato, seguiti da un assolo di vibrafono meditativo e assorto, costituito
soprattutto da accordi, da un assolo del leader caratterizzato dalle consuete essenzialità,
pulizia e semplicità e da una coda, ancora per i due fiati; e ancora
Full Circle, una composizione di Eubanks
contenuta nel più recente cd del gruppo, "Critical Mass", con spazi per
Nelson, per un Potter forte e lirico e per il trombone;
Amator Silenti, di Nelson, dallo stesso
disco, brano d'atmosfera lenta e meditativa, tutto per vibrafono, con un'apertura
in solitudine, poi sostenuto dal contrabbasso con l'archetto, e infine dai fiati,
sfocia in una movimentata improvvisazione collettiva, che si stempera nella finale
esposizione del tema; il conclusivo Prime Directive,
dal cd omonimo inciso nel 1998, introdotto da
un assolo del leader pieno di forza, intensità e cristallina chiarezza, si sviluppa
sull'improvvisazione dei due fiati, che si rincorrono una simbiotica chase
senza accompagnamento, che lascia senza fiato per sublime intensità, e si chiude
su una coda fatta di stacchetti improvvisati, all'insegna del puro divertissement
musicale, che vede scatenarsi la fantasia ritmica del batterista. Immancabile bis,
richiesto a gran voce dal pubblico entusiasta, è Easy Did
It, ancora dall'ultimo cd, dedicato alla popolazione di New Orleans colpita
dalla tragedia dell'inondazione, una splendida occasione per una ultima felicissima
improvvisazione collettiva di fiati e vibrafono.
A margine va ricordato che
Holland
ha presentato ogni singolo brano prima di eseguirlo in un inglese chiarissimo, con
una palese dimostrazione di garbo, signorilità, simpatia, profondo rispetto per
il pubblico.
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Data pubblicazione: 02/11/2007
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