"Between", una prova densa di climi non convenzionali,
dal respiro armonico ampio nelle soluzioni melodiche e nello stile ben disegnato
secondo un incedere corposo, talora flessuoso talaltra meditante in rilievi cromatici
di segno lunare attraverso l'intenso gioco musicale del narrare un percorso intimo,
episodi – precisa Norbert Dalsass in una delle nostre conversazioni
– "che rimangono impressi, nella nostra mente, per sempre".
"Sono istanti di grande gioia o di profondo dolore
capaci di divenire fonte delle nostre emozioni quotidiane". Riflessioni che
abbracciano, poi, "pittura e musica che sono in grado di rimuovere i nostri sentimenti…sono
le stesse emozioni che ci prendono ascoltando o leggendo" e che permettono di
entrare in simbiosi con altri: "così gli artisti talvolta entrano in sintonia
tra loro - pur provenendo da diverse aree e contesti culturali - con voci e modalità
apparentemente estranee e riescono ad incontrarsi, a trovare un tessuto connettivo
comune, per realizzare progetti importanti. Ciò accade nei momenti d'incontro tra
Alex Pergher e il trio Jazz Fantasy: si crea un'atmosfera, un connubio
tra pittura e musica, un punto d'intesa nello spazio e nel tempo".
Nel caso di "Between" un connubio singolare ed interessante fra immagine
e notazione musicale: "il tradizionale calendario d'arte di grande formato, prodotto
da Alex Pergher in serie limitata che si completa per il
2008 di un CD con 10 brani di musica jazz, offerti
insieme per una proposta regalo inedita e unica nel suo genere. Nell'anno in cui
il nuovo calendario d'arte festeggia i suoi quindici anni, si crea l'occasione di
riproporre le copertine tematiche unendole con un filo ideale alle brani del trio
Jazz Fantasy, raccolte nell'album".
Un tema che dura 12 mesi, come afferma ancora il bassista: "il sottofondo
tematico between si integra con le immagini che mese per mese schiudono delle sensazioni
nel ciclo naturale del ritornare con scadenza annuale: una ruota senza fine."
Le voci degli ottoni di Franco e Gianluca Ambrosetti ben s'inseriscono
nel progetto: percorsi denotati da una sensibilità duttile ed estesa in modo del
tutto soggettivo nella fisicità di un sound coerentemente sorretto dal
timing della ritmica.
La scelta della band è quella di percorrere un contenuto variante: dalla
rilettura di "Roxanne" dei Police
all'impressionistica medley fra Monk e Tyner, dai pentagrammi
originali alle palpitanti riproposizioni di "Every breath
you take" e "English man in New York"
di Sting, autore molto caro nelle sue angolature jazzistiche ai componenti
dei Jazz Fantasy.
Se ne apprezza l'atmosfera non convenzionale, il pathos e le scelte
solistiche variegate: un laboratorio di pensiero vitale ed estroso per cui generare
adeguati spazi per gli equilibri improvvisativi, all'insegna della gradevolezza,
della finezza esecutiva e dell'equilibrio compositivo.
Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 06/06/2009
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