Un the con Christian McBride Bologna Jazz Festival, novembre 2011
di Eugenio Sibona foto di Sergio
Cimmino
Si ringraziano l'organizzazione e l'Ufficio Stampa del Bologna Jazz Festival per averci aiutato nell'organizzazione dell'intervista
Divertente e simpatica intervista, assieme al grande musicista Christian McBride,
che ha poi suonato il 15 novembre 2011 a Vignola, per il Bologna Jazz Festival,
nella prima tappa europea del suo tour. La sua lotta per i diritti civili durante
l'amministrazione Obama, l'esperienza alla Los Angeles Philarmonic Association,
dove ha imparato il ruolo di amministratore musicale, fino al ruolo di leader nella
Big Band. E ha consigliato ai giovani ad essere proattivi, e cercare gli ambienti
giusti, se vogliono vivere delle proprie passioni.
Allora, Mr. McBride, come sta?
Mah insomma, ieri ho fatto visita a mio padre, però c'era
il suo gatto e io sono allergico ai peli, così mi è venuto il raffreddore. Spero
che con questo the mi passi (sorride).
Com'è riuscito a collaborare con artisti di epoche e generi
così diversi come
James Brown, Queen Latifah
e Sting?
Sai, molti della mia generazione sono cresciuti con questa musica, sia il pop, che
il soul e il jazz: quindi è una combinazione che viene proprio naturale.
Lei è in prima linea nella lotta contro il razzismo e per
i diritti civili, e per questo collabora con le istituzioni, dai tempi dell'amministrazione
Clinton. Nel corso del tempo, soprattutto con Obama, ci sono stati progressi ?
A dire il vero, non lo so! A volte è proprio difficile da dire, perché nel resto
del mondo l'elezione di Obama sia sta accolta con grande gioia. Invece, negli Stati
Uniti è successo il contrario: chi non aveva molta simpatia per i negri, è diventato
razzista. E chi era già razzista, ora è diventato super-razzista. Quindi c'è sta
una "polarizzazione" che ha portato a esasperare il clima, che ora è peggiore come
non mai. Mi sembra di ricordare che, quando ero bambino, tra i Democratici e i Repubblicani,
durante gli anni del presidente Reagan [anni Ottanta] anche se c'erano divergenze
politiche, ci fosse comunque molto rispetto umano. Ora, invece, si odiano proprio.
E Bologna, una città cosmopolita, abituata ad accogliere
studenti stranieri, per via dell'Università, come la trova?
Beh, in tutta Italia si respira comunque un'atmosfera più tranquilla, perché le
condizioni economiche sono certamente migliori rispetto agli Stati Uniti, dove la
crisi ha avuto effetti nefasti. Bologna, in particolare l'ho sempre amata, così
come tanti altri musicisti. Sono venuto qui per la prima volta vent'anni fa, e da
allora ritorno sempre con piacere.
In questi ultimi anni, come è cambiato, che progressi ha
fatto?
Ho fatto tanti progetti, soprattutto negli ultimi cinque anni, col mio trio, col
quintetto, con il mondo hip hop. Ciò mi ha impegnato molto, dunque è stato un periodo
particolarmente creativo.
Qual è il suo album che ha amato di più o che la rappresenta
meglio?
Direi "The Good Feeling", con la Big Band, che ho realizzato proprio lo scorso
settembre. Ho sempre amato i gruppi, ed è stato sempre il mio sogno far parte di
un gruppo. Sono molto orgoglioso di quel lavoro e spero che un giorno io possa fare
una tournée con loro.
Lei non è solo un musicista, ma amministra se stesso. E'
questo è anche un aiuto a fare quello che preferisce. Mentre altri devono sottostare
alle mode, e alle imposizioni dei loro manager. E' difficile riuscire ad organizzarsi
autonomamente?
Non saprei, esattamente. Ciò che ho fatto, è sempre stato naturale, perché ho sempre
seguito l'ambiente musicale, quindi mi sono specializzato in ciò che ho amato di
più. Diciamo che sono stato aiutato, quindi sono grato delle persone che mi hanno
consigliato e mi sono state attorno.
Quindi, anche ai ragazzi italiani, soprattutto in un momento
in cui la disoccupazione è a livelli altissimi, possiamo dire di poter seguire le
proprie passioni e vivere tranquillamente di quello?
Assolutamente. Dovete essere attivi, seguire le vostre passioni e crearvi autonomamente
la vostra realtà.
Com'è stata l'esperienza alla Los Angeles Philarmonic Association?
Aaaah, l'ho davvero amata! E' stato un lavoro da sogno che è stato per me una grande
opportunità. Per esempio, sono diventato il direttore musicale di Queen Latifah
e ho potuto stare assieme a tanti altri musicisti come
James Brown
e creare nuove opportunità per loro. Quando l'ho chiamato per proporgli un progetto
speciale ed ha acconsentito, non potevo crederci! È stato molto istruttivo, perché
ho imparato com'è l'amministrazione che sta dietro ai musicisti, avevo contatti
diretti con manager e sponsor e curavo i contratti. Specialmente da allora nutro
grande rispetto per chi fa questo lavoro di back office e non sopporto quegli artisti
che si lamentano di tutto, anche delle più piccole cose.
C'è stato un momento, invece, particolarmente duro, in
cui hai pensato di non farcela?
Per fortuna no, perché fin dal liceo ho avuto modo di incontrare musicisti leggendari,
ho deciso che volevo diventare importante come loro e così ho capito come entrare
in quel mondo, rimanendo sempre desideroso di migliorare.
Senta, e che ne pensa del BJF? E' buono o pensa che ci
sia qualcosa da migliorare?
(riflette) Sono appena arrivato, non so bene come sia organizzato. Che musicisti
ci sono?
Per esempio, i Manhattan Transfer e Pat Metheny…
(incredulo) Wow! Ci sono loro? Ma allora è davvero grandioso!
Ed è grandioso anche grazie a Lei!
Aaaah, grazie molte, sei gentilissimo.
Allora, ci vediamo stasera al concerto!
Ah, ci sarai? Che bello, così potrai sentire anche Ulysses Owens e il pianista
Christian Sands, che è una giovane promessa: è molto bravo, è un po' sotto
pressione, ma può avere un brillante futuro.
Senta, sono piacevolmente sorpreso che una persona come
lei, così famosa e importante per il jazz, sia anche molto gentile e disponibile.
Non è comune, molti altri infatti, sono più snob.
(ride) Io amo le persone che mi amano. E prendo esempio dai miei miti che, anche
loro, hanno rispettato i loro fan.
James Brown
e Chick Corea,
per esempio, erano così. A volte, in realtà, alcuni artisti sono più distaccati
solo in apparenza, perché si creano degli equivoci.
In che senso? Chick Corea,
che ha lavorato con Miles Davis, mi ha detto che lui non è stato capito.
Si credeva che fosse snob, ma non lo era affatto. Lui era una persona normale, da
cui potevi andare tranquillamente a salutare e scambiare due parole. Chi, invece,
non sopportava, erano i fanatici in delirio che magari si strappavano i capelli.
Sono stati i giornali a inventare la diceria che lui odiasse tutti.
E perché? Per vendere di più?
No, semplicemente perché non sapeva approcciarsi a lui nel modo giusto. Posso fare
io una domanda a te, ora ?
Certo.
Dove posso comprare un buon sigaro Toscano?