Il Qui e l'ora
Merlino, Prando, Chiaberta
Autoproduzione - 2010
1. Una quaglia qualunque*
2. Minor mood
3. Searchin' happiness*
4. Il qui e l'ora
5. Troviamo il perchè*
6. Margherita e la neve*
7. Dolce sorriso
8. Swoop
9. Honey
Davide Merlino - vibrafono
Simone Prando - contrabbasso
Riccardo Chiaberta - batteria
Guido Bombardieri
- sax soprano, clarinetto basso
Il trio "Mu", che si può ascrivere con un po' di approssimazione al genere
"Nujazz", si contraddistingue per la sua composizione: vibrafono più basso e batteria,
piuttosto inconsueta nel panorama jazzistico europeo. Malgrado la formazione, però,
non è l'aspetto percussivo ad essere favorito. La musica che si ascolta in questo
disco è, infatti, caratterizzata da melodie aggraziate, punteggiate da un accompagnamento
sostenuto, ma non sovraesposto e traboccante. Si può dire che vengano privilegiati
i temi, tutti originali, a firma dei tre musicisti, intrisi sovente da una vena
delicata e nostalgica. Su questi motivi il gruppo elabora una esecuzione attinente
e rispettosa, sottolineando le sfumature, i sottintesi presenti negli stessi pezzi.
Si va da valzer malinconici come in "Il qui e l'ora"o nel "Dolce sorriso" a brani
con un andamento funkeggiante come"Swoop", alla proposta di ritmi latini in "Minor
mood". Una mescolanza di climi e stili diversi, aggregati da una comune ispirazione
in una sintesi collettiva funzionale.
Si segnalano in particolare "Una quaglia qualunque", dotata di una melodia severa
e di un dialogo vibrafono-clarinetto basso, immerso in un'atmosfera scarna, priva
di abbellimenti, di fronzoli, quasi a ricordare il duo Eric Dolphy-Bobby Hutcherson,
ma in un contesto molto meno "avant-garde". "Troviamo il perchè" ha fra i protagonisti
il sax soprano. Comincia con un tempo lento con lo strumento a fiato che espone
il tema e il vibrafono che ricama arpeggi in sottofondo. Poi, piano piano, il tempo
si modifica. Entrano basso e batteria prima con cautela, poi con più decisione.
Si arriva ad un funky-soft e il soprano coglie note più alte, per poi ritornare
nell'alveo del motivo cantato all'inizio, suggerendo un'aria quasi di rimpianto.
Il cd si chiude con "Honey", la più zuccherina, non poteva essere altrimenti, fra
le tracce. Protagonista assoluto è il vibrafonista che confeziona una canzone orecchiabile,
gradevole, con un finale di echi ed effetti ottenuti con il pedale, molto evocativi
Davide Merlino è in possesso di una tecnica sicura. Privilegia gli accordi sospesi,
gli ambiti riflessivi e sognanti, per lanciarsi, al momento opportuno, in assoli
felicemente strutturati ricchi di note ben staccate e distinte. Simone Prando suona
il basso con una cavata potente ed espressiva, uscendo in interventi discorsivi
e pieni di sentimento. Riccardo Chiaberta è il più estroverso dei tre e determina
con il suo eloquio piuttosto sovrabbondante, con un accompagnamento teso e incalzante,
un qualche sovraccarico nella leggerezza, nella morbidezza, se così si può dire,
dei vari brani senza snaturarne la peculiarità. L'ospite,
Guido Bombardieri,
si dimostra subito eco-compatibile con i partners. Con i suoi due strumenti fornisce
un timbro in più nelle quattro tracce in cui è presente. Lavora molto sul registro
centrale dei due fiati, arrivando più in alto quando vuol far salire la temperatura
della musica, ma è un innalzamento momentaneo, poi tutto torna su atmosfere più
contenute o trattenute.
Giunti ad un altro capitolo della loro storia, i Mu confermano l'appartenenza
ad un jazz introspettivo, lirico il giusto, non trascinante o convulso, ma fluido
e conciliante, con una cura particolare per il suono e per l'impaginazione complessiva
delle composizioni.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 08/05/2011
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