Quando ci si ritrova a dover recensire qualche registrazione, specialmente se si tratta di reinterpretazioni di Jazz Standards,
è spesso ideale lasciare che la musica pervada l'ascoltatore senza farsi influenzare dalla presentazione a volte allegata.
Inoltre, ascoltare standards noti, porta l'attenzione di chi ascolta
maggiormente verso l'interpretazione e l'emozione che il gruppo in questione è
in grado di trasmettere.
Il quartetto capeggiato da
Martinale
colpisce subito sia per l'umiltà con la quale si inserisce nel circolo "vizioso" delle vendite con una registrazione di
standards - da Young a Porter di Night And Day
e What is this thing called love passando per il duo Dietz-Schwartz
di Alone Together - sia per la semplicità, l'immediatezza e la sofisticatezza con le quali eseguono questi brani
che, tra l'altro, sono ancora più rischiosi poichè praticamente tutti
potrebbero annoverarsi nella categoria dei "soliti standards".
Da notare in particolar modo l'interpretazione di East of the Sun dove il
piano di Martinale e il
sax di Gregorio si lasciano trascinare uno alla volta dalla sezione ritmica di
Risso e Franciscone in un crescendo molto cool per poi tornare al tema con scioltezza e immediatezza.
Consigliato quindi a chi è attento ad un Jazz d'ambiente cool e raffinato.
Alessio Berto per Jazzitalia