Joe Pisto
London Vibes
Emarcy/Universal (2012)
1. Easy to Love (C.Porter)
2. Never Let Me Go (J.Livingston/R.Evans)
3. But Not For Me (G.Gershwin/I.Gershwin)
4. Nature Boy (E.Ahbez)
5. Jazzy (G.Pisto/F.Trincanti)
6. Oleo (S.Rollins)
7. My Foolish Heart (N.Washington/V.Young)
8. I'm Walking (F.Domino/D.Bartholomew)
9. B-Flat Groove (G.Pisto)
Joe Pisto - voce, chitarra Quentin Collins - tromba Ross Stanley - piano Tim Thornton - contrabbasso Enzo Zirilli - batteria
Apprezzato chitarrista, cantante e compositore, Joe Pisto riesce con disinvoltura
a spaziare tra jazz, groove e swing grazie anche al suo uso sapiente dello scat
e alla sua padronanza del ritmo che fanno di lui un virtuoso del jazz oltre che
un artista versatile. E lo dimostra apertamente in London Vibes, in cui si
avvale di alcuni dei più validi musicisti della scena londinese oltre che al contributo
del nostro Enzo Zirilli.
Il risultato è un godibile lavoro in cui l'artista di Policoro rilegge in chiave
personale alcuni dei più celebri standard della musica americana regalandoci una
musica densa, raffinata ma senza tralasciare l'immediatezza.
Brani come "But not for me" e l'inedito "Jazzy" riescono a farsi apprezzare
per le pregevoli acrobazie vocali di Pisto, e per il senso dello swing che trasuda
in entrambi mentre "My Foolish Heart" viene impreziosita dal mood latineggiante
e dalle note raffinate al piano di Ross Stanley.
Ma non sono da meno ballad come "Never Let Me Go", in cui a farla da padrona è la
voce carica di pathos di Pisto e "B-Flat Groove" in cui voce e tromba vanno di pari
passo.
Dopo alcune esperienze in vari festival italiani ed europei e varie collaborazioni
a fianco di artisti come
Fabrizio Bosso,
Andrea Bocelli e
Paolo Fresu, Joe Pisto è riuscito a farsi apprezzare grazie
ad uno stile che coniuga groove e swing senza mai cadere nell'effetto nostalgia.
A rendere compatto London Vibes è l'affiatamento che l'artista lucano, da
tempo residente a Londra, riesce a creare coi musicisti.
Forse mancano particolari slanci di innovazione ma l'opera risulta convincente in
quanto il feeling c'è e gli standard vengono riletti in una nuova chiave senza essere
per questo snaturati.
Francesco Favano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 08/09/2013
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