New Orleans, è una città dove
vive da sempre una delle più alte concentrazioni di siciliani di tutti gli Stati
Uniti, provenienti in prevalenza dalle province di Palermo, Trapani ed
Agrigento.
La storia e la cronaca di questa città é costellata infatti da un'infinità di
cognomi siciliani, come Miceli, Bondì, Montalbano, Lentini,
Barone, Cristina, Cacioppo, Tortorici, Russo,
Maggiore, Giardina, Di Maggio, Bonura, Cammarata,
Cangemi, Provenzano, Costa, Pizzuto, Pisciotta,
Pecoraro, Matranga, Zito,
Gennaro, Monteleone, Giammalva, Liberto, Palmisano,
Margiotta, Schirò, Guarino,
Lo Jacono,.....e si potrebbe continuare copiando di peso i cognomi contenuti
negli elenchi telefonici di mezza Sicilia.
La spiegazione di questo fenomeno si trova leggendo un raro libro, "Viaggio da
Palermo a New Orleans" un vero e proprio diario scritto nel
1897 da
Alfonso Lo
Monaco, medico di bordo del piroscafo "Montebello", che già verso la fine del
secolo scorso collegava direttamente Palermo con New Orleans, assicurando con
regolarità il trasporto promiscuo di passeggeri e merci, soprattutto agrumi,
sull'esempio della "Royal Mail Line" dei fratelli Giuseppe e Pietro Torre, figli
del comandante del porto di Palermo, i quali, avendo a suo tempo scoperto che
New Orleans era un ottimo porto di ingresso per distribuire queste merci in
tutta la vallata del Mississippi, ne erano diventati i principali importatori.
Il
"Montebello" era una nave mercantile a vapore di dimensioni notevoli per quel
tempo (misurava 96 metri di lunghezza mentre al centro era larga 14 metri e
nelle sue stive di prua e di poppa poteva ospitare fino ad oltre mille emigranti
adoperando un sistema di cuccette montabili secondo necessità); in 25 giorni di
navigazione portava gli agrumi e gli emigranti siciliani a New Orleans e lì
caricava balle di cotone per il viaggio di ritorno in Sicilia.
Molto di questo cotone arrivato a Palermo veniva poi trasferito via mare o via
ferrovia a Genova dove veniva tessuta una certa stoffa....
La parola "Jeans" con cui si indica la caratteristica stoffa dei pantaloni
americani, significa "di" Genova, (cioè "Gena" oppure "Zena" in dialetto
genovese): cambiando la "G" in "J", facendo la metàtesi "na" "an" e aggiungendo
la "s" del genitivo sàssone, ecco che viene fuori la parola "Jeans".
Questa
stoffa, così chiamata, venne in una prima fase reimportata da Genova in USA per
poi essere imitata e prodotta in grande scala dall'industria tessile americana.
Dalla illustrazione del viaggio del "Montebello", minuziosamente descritto dal
Lo Monaco, viaggio che avvenne a cavallo fra il dicembre
1895 ed il gennaio
1896, apprendiamo che in quel tempo gli italiani emigrati a New Orleans erano
già circa 12.000, quasi esclusivamente siciliani, e che i nuclei più numerosi di
essi provenivano da Ustica, Termini Imerese, Cefalù, Trabia, Campofelice di
Fitalia, Ventimiglia Sicula, Bivona, Agrigento, Sciacca, Corleone, Contessa
Entellina, Piana dei Greci, Monreale, Trapani e Poggioreale.
Essi erano in gran parte aggregati in vari Circoli o Associazioni di Mutuo
Soccorso, come i Circoli di Contessa Entellina, Piana dei Greci, Termini e
Cefalù, la Società "Cristoforo Colombo", le Federazioni Italiane "Giuseppe
Garibaldi" , " Francesco Crispi" e "Giovani Bersaglieri", la Fratellanza
Italiana di S. Bartolomeo Apostolo e la Società Italiana di Mutua Beneficenza.
In
questo pezzo di Sicilia trapiantato in Louisiana era arrivato nel
1876
Girolamo
La Rocca (nato a Salaparuta il 17 Gennaio 1854) con la moglie Vittoria Di Nino,
entrambi emigrati da Salaparuta (Trapani-Sicilia) che a New Orleans si
stabilirono in un edificio di Magazine Street al n° 2022 occupando il piano
terra ed il primo piano.
Qui Girolamo La Rocca - che a Salaparuta era stato calzolaio e suonatore di
cornetta nella banda del paese, e che aveva fatto il servizio militare come
caporale-trombettiere nei Bersaglieri del Generale La Marmora - aprì al
pianoterra (dove si vede un laboratorio per la riparazione di poltrone) la sua
bottega di calzolaio, mentre con la famiglia abitava al piano di sopra cui si
accede dal portoncino a sinistra.
In questa casa nacquero quattro figli: Rosario, Nick (Dominick James), Antonia
e Maria.
Questa
foto del
1891
ritrae Girolamo con i figli (da sinistra: Antonia, Nick (sulle
ginocchia del padre), Maria (seduta) e Rosario):Antonia suonava il mandolino e
la chitarra, Maria il saltério, Rosario il violino e papà Girolamo oltre alla
cornetta anche la chitarra.
Nonostante ciò Papà La Rocca contrastò fortemente per tutta la vita la passione
del figlio Nick per la cornetta e la musica poiché voleva che da grande facesse
il medico: così Nick fu obbligato a studiare dapprima alla St. Alphonsas
Parochial School e poi per tre anni alla Scuola Media di New Orleans.
Qui, come a Salaparuta, Girolamo La Rocca all'attività principale di ciabattino,
affiancava, non solo per diletto ma anche per integrare il bilancio familiare,
quella di "musicante", sempre tallonato dal giovane figlio Nick, che, sordo alle
esortazioni paterne di lasciar perdere la musica e studiare, stava ore ed ore ad
ascoltarlo, rapito, in particolare la domenica mattina, quando gli italiani di
New Orleans che in patria erano stati Bersaglieri amavano riunirsi sotto lo
Spanish Fort per far musica.
A
quindici anni e mezzo, dopo la morte del padre (Ottobre
1904), Nick poté dare
libero sfogo alla sua passione per la cornetta e per la musica in generale: il
suo primo lavoro fu quello di elettricista alla French Opera House che gli diede
un contatto con il mondo della musica ed i soldi per comprare una nuova cornetta
in sostituzione di quelle che gli aveva sistematicamente distrutto suo padre.
Nick amava molto la musica bandistica da parata come quella di
John Philip Sousa
(Washington, 6 nov 1854 - 1932)
che ascoltava giornalmente su un grammofono e che ripeteva con la cornetta a
orecchio.
Le sue prime composizioni, infatti, le suonava, per averle trascritte sul
pentagramma, alla cassiera del teatro sito di fronte la sua casa natale e poi
trasformato in un negozio di mobili.
Nel
1905 Nick La Rocca cominciò a suonare in vari gruppi e orchestre; formò la sua
prima orchestra nel 1908
avendo già con lui il clarinettista
Larry Shields
(13 sett 1893 - 21 nov 1953),
futuro membro della
Original Dixieland Jazz Band
(At
The Jass Band Ball
-
Tiger Rag
): essi suonavano per pochi soldi
o anche solo per dei drinks (anche se La Rocca era astemio).
Nick lavorava di giorno come negoziante, ma era anche abilissimo carpentiere,
idraulico ed elettricista.
In quel periodo conobbe il trombonista
Eddie Edwards
(Edwin B. "Daddy" Edwards: 22 mag
1891 - 9 apr 1963),
altro futuro membro della Original Dixieland Jazz Band, che incontrò ai vaudeville shows e che poi suonò
con lui nella Braun's Military Band.
Dal 1914 Nick ed Eddie suonarono con una delle formazioni della famosa Reliance
Band di Jack "Papa" Laine
(1873 - 1966), un batterista dietro il cui nome anglosassone si
nascondeva l'oriundo siciliano George Vitale.
Laine era il musicista bianco più popolare a New Orleans e, assieme al figlio Alfred, dirigeva personalmente o gestiva impresarialmente varie formazioni della
"Reliance", per le quali si assicurava le prestazioni di quasi tutti i migliori
suonatori bianchi della città.
Una
di queste formazioni (la foto é del
1906) mostra, seduti,
Manuel Belasco e
Giuseppe Alessandra (nato a Palermo nel
1865) e, in piedi,
Dave Perkins, Vincent
Barocco, Sidney Moore, Pete Pellegrini, Freddie Neuroth e il leader
George
Vitale alias Jack Papa Laine.
Fra la fine dell'800 ed i primi del '900 la musica prodotta da innumerevoli
complessi bandistici accompagnava tutti i momenti di qualche rilievo della vita
cittadina di New Orleans; anche se le bande costituite da musicisti negri erano
le più numerose (perché più numerosi erano i negri rispetto ai nostri emigrati),
non c'é dubbio che la propria tradizione bandistica, vivissima ancora oggi in
tutto il Meridione d'Italia, rendeva ai nostri musicisti più facile che ai negri
l'ingresso in banda.
Nel Dicembre del 1915
mentre Nick suonava con una delle bande di Papa Laine
all'angolo fra Canal Street e Royal Street per pubblicizzare un incontro di boxe
fra Eddie Coulon e Pete Herman, Harry H. James, proprietario di un night-club di
Chicago, ascoltò Nick suonare e, dopo il combattimento, venne allo Haymarket
Café, dove La Rocca suonava con la band del batterista Johnny Stein.
James
rimase impressionato da questa musica, senza nome ma differente dal
ragtime che aveva ascoltato per tutto il giorno in città, cosicché nel febbraio
dell'anno dopo telegrafò da Chicago proponendo una scrittura per il suo Booster's
Club che gestiva all'interno del Morriston Hotel.
La Rocca e Stein riorganizzarono la band e andarono a Nord; ma appena arrivati
nella "città ventosa" James dovette subito provvedere ad acquistare dei cappotti
di seconda mano per gli intirizziti musicisti provenienti dal caldo sud.
In questo primo incontro con l'amaro inverno di Chicago essi trovarono inoltre
che il Booster's Club era stato appena chiuso dalla polizia.
Harry James procurò subito al gruppo, allora denominato "John Stein's Dixie
Band", che comprendeva oltre a La Rocca e Stein, Alcide Nunez
(clarinetto, 17 mar 1884 - 2 sett
1934),
Eddie Edwards (trombone,
Edwin Branford Edwards: New Orleans, 22 mag 1891 - 9 apr 1963) ed Henry Ragas
(pianoforte, 1819 - 18 feb 1919), un'audizione allo
Schiller's Café, nel South Side, il ghetto nero di Chicago, che si concluse con
un contratto di tre mesi a $ 25 alla settimana per persona, una paga da fame di
cui la non smaliziata band non si rese conto.
Poiché l'enorme successo subito riscosso non produsse il minimo aumento di paga, La Rocca persuase dapprima i suoi compagni, (tranne il batterista Johnny Stein
subito sostituito con Tony "Spargo" Sbarbaro
(1890 - Long Island 30 ott 1968), un'oriundo siciliano fatto venire da New
Orleans), poi un giudice affinché sciogliesse il contratto; così la band,
assunta la denominazione di "Original Dixieland Jass Band", sotto la direzione
di La Rocca (che sostituì il clarinettista Nunez con Larry Shields), passò ai
primi di giugno del 1916
al Del'Abe Café dell'Hotel Normandy, situato fra la
Clarke e la Randolph Street, e poi da luglio, per cinque mesi, al Casinò Garden,
con un crescente successo decretato da fans come Will Rogers, Fanny Brice, Al Jolson
ecc.
Quest'ultimo, arrivato a Chicago per recitare nel "Robinson Crusoe" al Garrick
Theatre, riuscì a far venire da New York l'impresario Max Hart che, ascoltato il
gruppo, lo scritturò subito per tre settimane a $ 750 alla settimana per suonare
al Paradise Ballroom nel Reisenwember Building, un ristorante di Columbus Circle,
a New York.
Qui la band debuttò il
15 gennaio 1917, e due settimane dopo, il 27 gennaio,
alla sala "400" del night club del Reisenweber, con un incredibile successo,
dimostrato anche dall'aumento del cachet da $ 750 a $ 1000 alla settimana.
Come definitiva dimostrazione della sua dilagante popolarità (la band suonava la
domenica notte anche negli spettacoli del Winter Garden in cui si esibivano Fred
Astaire ed Ed Winn, ed era chiamata spesso da Al Jolson per suonare in parties
privati nelle più lussuose ville di Long Island), durante la permanenza al
Reisenwerber, incise i primi dischi dell'intera storia del jazz.
A quel tempo due aziende, entrambi costruttrici dei primi grammofoni meccanici a
manovella, si contendevano il nascente mercato della musica riprodotta: la
"Columbia Gramophone Company" e la "Victor Talking Machine Company" (in seguito
"RCA Victor"); entrambi per spingere le vendite delle proprie macchine
registravano dischi di grandi star del mondo dello spettacolo, (la Columbia
addirittura aveva cominciato fin dal 1903); ma la più giovane Victor, grazie
alle vendite dei dischi di Caruso e di Sousa divenne nel
1917 l'industria
leader.
La Columbia, non volendo essere da meno della concorrente pensò di assicurarsi
in quell'anno l'ultima esplosione di Broadway, e cioé l'Original Dixieland Jass
Band di La Rocca che accolse nei suoi studi il
31 gennaio 1917, verosimilmente
per un'audizione o per un test di registrazione, che si tenne in uno studio dove
abitualmente la Columbia registrava dei quartetti d'archi, non attrezzato quindi
per i fragorosi suoni della band di La Rocca.
Poiché vari musicisti della band ricordarono concordi il fracasso fatto in uno
studio attiguo da alcuni operai in quella circostanza, e qualcuno un compenso di
250 dollari (cioé 50 a testa) prima che la band fosse congedata, é possibile che
il test di registrazione fu materialmente fatto e quindi distrutto perché
tecnicamente impubblicabile.
La Victor, dimostrò la sua superiorità tecnica pur in questa fase primitiva
dell'industria discografica, in un'epoca in cui non esistevano né microfoni né
amplificatori: il tecnico del suono della Victor, Charles Souey, capì che per
ottenere un bilanciamento appropriato si dovevano piazzare i musicisti a
distanze diverse rispetto al grande cono del pick-up del diametro di 4 piedi, a
seconda della forza sonora dei rispettivi strumenti: così cornetta e batteria
furono posti a una distanza di 25 piedi, il trombone a 15, il clarinetto e il
pianoforte più vicini per via del loro suono più debole.
"E quando la luce rossa si
accese - ricordò La Rocca - avemmo il tempo di contare "uno-due" e fu un miracolo
come cominciassimo insieme: non so, forse il buon Dio era con noi".
La data era il 26 Febbraio 1917, i brani,
Dixieland Jass One Step ()
e
Livery
Stable Blues (); questo disco pubblicato dalla Victor ebbe un successo strepitoso
che sorpassò quelli di Caruso e di John Philip Sousa: un milione e mezzo di
copie vendute a 75 cents ciascuna!
Tutto ciò accadeva nel 1917, e cioé 8 anni prima che
Louis Armstrong incidesse
da leader il suo primo disco; a quell'epoca ovviamente non esisteva la TV e la
stessa radio era agli albori (appena l'anno prima, nel 1916, Marconi aveva
iniziato i primi esperimenti di radiotelegrafia sulle onde corte); per questo il
fatto che di quel disco si vendettero ben 1 milione e mezzo di copie merita
di essere analizzato per l'effetto che ebbe non solo sui semplici ascoltatori ma
anche sui musicisti di quel tempo.
Le concordanti testimonianze rese molti anni dopo (e quindi in un'atmosfera non
influenzata da interessi contingenti) da musicisti di quell'epoca come John
Wiggs o Dink Johnson
(Biloxi, 28 ott 1892 - Portland,
29 nov 1954), consentono di affermare che l'influenza dei primi dischi
dell'Original Dixieland Jazz Band ci fu e che fu rilevante; si verificò
addirittura una conseguenza di carattere tecnico: l'allineamento al tipo di
formazione della band di La Rocca (cornetta, clarinetto, trombone a coulisse,
pianoforte e batteria) di gruppi anche affermati come ad esempio quello di Kid
Ory, in cui venne abolita la presenza - allora frequente - del violino, come
testimoniò personalmente il violinista Manuel Manetta, che fu licenziato
nonostante fosse allora con Joe Oliver uno dei due unici musicisti
dell'orchestra di Ory capace di leggere la musica.
L'euforìa derivante dal boom delle vendite del disco della Victor fu però
turbata da una vertenza legale che certamente dissuase la casa discografica
dall'impegnare ulteriormente la band per quell'anno: il motivo fu l'inclusione
da parte di La Rocca nel brano "Dixieland Jass One-Step" del ritornello di "That
Teasin' Rag", una composizione di
Joe Jordan del 1909.
La violazione del copyright fu sanata - per la parte formale - aggiungendo nelle
ristampe sull'etichetta del disco "Introducing That Teasin' Rag
(J.Jordan)".
Ma é da ritenere che qualcosa dovette accadere anche per "Livery Stable Blues",
in quanto il "Barnyard Blues", inciso successivamente, é un pezzo praticamente
identico.
In questa complessa situazione va inquadrata l'iniziativa della Columbia di
riprendere i contatti con la band, e si spiega anche la scelta dei suoi managers
di fare incidere
Darktown Strutter's Ball
()
e
Indiana
(), in quanto due pezzi
composti da autori estranei al gruppo, e che fra l'altro erano richiesti dai
negozianti di dischi.
Negli archivi della CBS sono stati trovati gli originali delle schede di
registrazione della Columbia in cui il
31 Maggio 1917 é indicato come data di
registrazione del gruppo di sei matrici dal quale provengono le due con cui
venne stampato il disco Columbia A2297 (e cioé "Darktown Strutter's Ball" di Shelton Brooks e "Indiana" di James Hanley); si può ragionevolmente concludere
quindi che il famoso disco Victor 18255 comprendente "Dixieland Jass Band
One-Step" sulla facciata A e "Livery Stable Blues" sulla facciata B, non é
soltanto il primo disco di jazz "pubblicato", ma anche il primo "registrato".
Sull'onda del boom delle
vendite di questo disco oltre alla Columbia anche un'altra casa discografica, la
Aeolian, invitò La Rocca e la sua band a registrare fra il luglio e il novembre
1917 sette pezzi:
"Barnyard Blues"
(), "Ostrick Walk"
(), "Tiger Rag"
(), "At The Jazz
Band Ball" (), "Look At Me Doin' It Now" (), "Oriental
Rag" () e "Reisenwerber Rag" ().
Ma
il suo particolare sistema di incisione del solco del disco (ad escursione
verticale anziché orizzontale) non ebbe seguito.
Nel 1918 la band tornò a registrare per la
Victor: in quattro diverse sedute (18
e 25 Marzo, 25 Giugno e 17 Luglio), l'Original Dixieland Jazz Band registrò ben
10 pezzi, "At The Jazz Band Ball" (), "Ostrick Walk" (), "Skeleton Jangle" (), "Tiger Rag" (),
"Bluin' The Blues" (), "Fidgety Feet"
(), "Mournin' Blues" (), "Sensation Rag" (), "Lazy
Daddy" () e "Clarinet Marmalade"
().
Il
salto successivo dell'Original Dixieland Jazz Band da New York a Londra é
dell'aprile 1919: non é che altri gruppi di jazz non fossero arrivati prima di
allora in Europa dagli Stati Uniti, ma non era mai accaduto in precedenza che
una tournée di 10 settimane (fra l'altro a 1056$ alla settimana!) si
trasformasse in un soggiorno di 17 mesi filati!
La band, che alla vigilia della partenza per l'Europa aveva dovuto sostituire il
pianista Henry Ragas, deceduto per febbre spagnola, con J. Russell Robinson, e il
trombonista Eddie Edwards, impegnato col servizio militare, con Emile
"Joseph" Christian
(New Orleans, 20 apr 1895 - 31 dic 1973),
arrivò da New York a Liverpool l'1 Aprile 1919.
La prima scrittura fu allo "Hippodrome" di Londra come numero di attrazione
della rivista "Joy Bells", ma il debutto vero e proprio avvenne il
14 Aprile al
Palladium.
Da qui la band si spostò a Glasgow, in Scozia, poi ancora a Londra al "Marten
Club" (un locale di Old Bond Street che per l'occasione cambiò il proprio nome
in Dixie Club) e poi ancora al "Rector's", al "400 Club", ed infine al "Palais
de dance" ad Hammersmith (5.800 persone paganti!).
L'evento più eclatante di quella lunga permanenza a Londra é del
giugno 1919,
allorché l'Original Dixieland Jazz Band fu prescelta come orchestra ufficiale
del "Victory Ball" con cui si festeggiò al Savoy Hotel la firma del trattato di
Versailles che pose fine alla Prima Guerra Mondiale: La Rocca e la sua band
suonarono alla presenza di Giorgio V, della famiglia reale, del maresciallo Foch
e dei generali Petain e Pershing, attorniati dall'intero corpo diplomatico e
dall'alta società londinese.
Il successo é ulteriormente dimostrato da una Command Performance organizzata
successivamente per iniziativa di Lord Donegall (un nobile appassionato di
musica amico del Principe di Galles), un'esibizione, cioé, riservata
esclusivamente ai membri della famiglia reale inglese.
Durante il soggiorno inglese Nick La Rocca, incise dall'aprile
1919 al maggio
1920, diciassette pezzi per la Columbia britannica, i primi otto con
Robinson al
piano e gli altri nove con l'inglese Billy Jones che a partire dal mese di
gennaio ne prese il posto fino alla partenza della band per gli USA.
Nel 1920 ritorno trionfale a New York, dove continuò vivissimo il successo, e
quindi una tournée in Pennsylvania con un cachet di $ 2.400 a sera!
Nel 1921 Larry Shields lascia l'orchestra che continua a suonare a Broadway, ma,
pur sfruttando l'avvento del "charleston", con compensi inferiori (in
conseguenza anche della concorrenza di gruppi come i Memphis Five), mentre l'era
del "jazz sinfonico" di Paul Whiteman si avvicinava pericolosamente.
Nel 1922 cominciò inoltre un forte movimento d'opinione contro il jazz: la legge
Cotillo bandì il ballo dopo la mezzanotte a Broadway, con conseguente riduzione
del lavoro e delle paghe per le orchestre; fu bandito in particolare un ballo, lo
"shimmy", e, più in generale, il jazz da tutti i locali di intrattenimento
rispettabili, mentre la Victor cessava le registrazioni di dischi jazz.
Stranamente in controtendenza la radio, che nel
1923 trasmise per la prima volta
in assoluto del jazz, chiamando a suonare il gruppo di La Rocca.
Per un periodo di tempo La
Rocca suonò ad Harlem, dove la legge anti-jazz ancora non era attuata, finché
nel gennaio del 1925, affranto, sciolse la band per fare ritorno a New Orleans,
guidando personalmente la sua Buick; il motivo: un forte esaurimento nervoso, ma
anche il perpetuarsi in seno all'orchestra di aspri litigi peraltro da sempre
intercorsi fra i componenti e causati principalmente dall'attribuzione di
paternità delle varie composizioni originali suonate dal gruppo e, quindi, dal
conseguente incasso delle royalties dei diritti d'autore.
Per dieci anni, sospendendo, anche su preciso ordine del medico, ogni attività
musicale, La Rocca si dedicò al lavoro di appaltatore edile e rifiutò varie
offerte di contratti ed ingaggi; ma nel
1936, avendo ascoltato alla radio le
swing bands suonare alcune sue composizioni, decise di dimostrare alle nuove
generazioni che la musica swing era il vecchio jazz in abiti moderni.
Trovò Larry Shields, inattivo come lui a New Orleans da dieci anni, e insieme
ritornarono a New York per riunirsi con Edwards, Robinson e Sbarbaro.
Dopo tre settimane di prove l'agenzìa William Morris firmò loro un contratto per
partecipare alla trasmissione radiofonica settimanale di Ed Wynn messa in onda
dalla NBC Red Network.
Con il "Tiger Rag" di La Rocca la band attrasse più ascoltatori di tutti gli
ospiti delle precedenti trasmissioni, percependo $ 750 per dieci minuti di
lavoro, mentre arrivavano offerte di scritture da ogni dove.
Fra queste, due distinti gruppi di incisioni per la Victor, il primo addirittura
con una formazione allargata a 14 elementi, che in due sedute del
2 e
9
settembre 1936 registrò "Bluin' The Blues", "Tiger Rag", "Ostrick Walk",
"Original
Dixieland One Step",
"Satanic Blues",
"Toddlin' Blues",
"Who Love You?"
e "Fidgety
Feet"; il secondo gruppo invece fu realizzato il
10 novembre 1936
con la
formazione solita, che registrò gli ultimi sei brani della storia della band: "Barnyard
Blues", "Original Dixieland One Step", "Clarinet Marmalade", "Bluin' The Blues",
"Tiger Rag" e "Skeleton Jangle".
La band fu inoltre invitata a varie trasmissioni radio come quella di Benny
Goodman (il quale riconobbe l'influenza avuta su di lui giovane dall'Original
Dixieland Jazz Band), al "Tommy Dorsey's Radio Show", alla "Cavalcade of
America",ecc.; nel
1937 la Band prese parte alla tournée di un vaudeville di
Ken
Murray e al film "March of Time".
Tornati a New Orleans La Rocca ed i suoi furono oggetto di grandi accoglienze e
tennero anche un concerto al St. Charles Teatre seguito da un grande banchetto
organizzato dal Presidente del Teatro.
Fino al 1938 le tournées continuarono con successo finché, riacutizzatisi i
soliti contrasti, La Rocca, dopo un'ultima esibizione al "Casa Manana" di Fort
Worth nel Texas, sciolse definitivamente il gruppo e ritornò a New Orleans,
dove, abbandonata per sempre qualsiasi attività musicale, riprese il lavoro di
appaltatore edile.
Poco
tempo dopo, Nick incontrò Ruth Dorothy Pitre, una fantastica ragazza Cajun di
Thibodaux; fu una domenica pomeriggio nella sala da ballo del "Capitol", uno dei
battelli da crociera che solcano il Mississippi.
Lui
non ancora 50enne, dai capelli ondulati, elegante e ballerino perfetto; lei, più
giovane di lui di 30 anni (ma già divorziata e madre di una figlia,Virginia, di
3 anni e mezzo) lavorava come cameriera al "Meal-A-Minit", un ristorante di
Carondelet Street.
Ruth era bella come una stella del cinema:
"Nick mi chiese un ballo - lei ricorda - e dopo un'altro"; io gli dissi: "tu
puoi chiedermeli tutti".
I suoi occhi blu scintillano quando dice di essere stata conquistata da un uomo
conosciuto per il suo modo di ballare, non certo per quello di suonare la
tromba. "Io non ho conosciuto mio marito come musicista - afferma Ruth -
ma come
carpentiere ed elettricista".
Si sposarono il
15 marzo
del 1938 e, nell'arco di tredici anni, ebbero ben sei figli: James Carl (1939), Ruth
Dorothy (1941), Dominic James (1943), Jerome Leonard (1944), Carolyn Louise
(1946) e Carl (1952). Di essi soltanto James, provetto solista di cornetta,
continua oggi brillantemente l'attività paterna e dirige una rinnovata
formazione della mitica "Original Dixieland Jazz Band".
Per
la sua numerosa famiglia Nick costruì personalmente al numero 2218 di Constance
Street la casa dove Ruth vive tutt'ora; sul portoncino d'ingresso - ultima
civetteria - incastonò la riproduzione in ferro battuto del riff di "Tiger Rag",
forse la più celebre delle sue composizioni.
Qui
Nick La Rocca esercitò per molti anni l'attività di imprenditore edile fino al
limite minimo pensionabile (65 anni), essendo sofferente di cuore fin dal 1958,
anno in cui aveva dovuto ricoverarsi d'urgenza in ospedale per un attacco di
angina pectoris.
Gli ultimi anni della sua vita li dedicò a comporre musica, in genere canzoni,
fra cui una in particolare, "Give Me That Love", composta per sua moglie che lui
amava chiamare semplicemente "Ruthie", e a tentare di ripristinare la verità
storica sul suo contributo alla nascita del jazz, "la verità di Dio" usava dire,
rendendo chiaro che non desiderava meriti non suoi, ma che la sua opera avesse
il giusto riconoscimento.
Nick
La Rocca é morto alle 3,40 del
22 febbraio 1961
all'età di 72 anni e riposa in
questa cappella molto probabilmente costruita da lui stesso.
Tranne che alla Tulane
University, (precisamente al William Hoogan Jazz Archive di cui é curatore Bruce
Rayburn, figlio del direttore d'orchestra Boyd Rayburn) che ha ricevuto in
donazione nel 1959 l'intero archivio di Nick La Rocca (2844
pezzi fra
fotografie, lettere, appunti, contratti, manifesti, dischi, films, ecc.) dove
quindi il musicista é più che degnamente ricordato, non si vede traccia in tutta
New Orleans del suo passaggio su questa terra e meno ancora di ciò che lui ha
fatto per il jazz.
In un'intervista dell'aprile
1989 al settimanale di New Orleans "Gambit",
Ruth
La Rocca così espresse il suo rammarico per questo oblìo: "Qui c'é una grande
statua di Armstrong ed un parco a lui intitolato. Pensate che una statua o
qualcosa che ricordi Nick nella sua città natale sia chiedere troppo?"
E' stata questa frase, appresa nel
1990 a New Orleans che mi ha spinto ad
iniziare un'azione di rivalorizzazione storica di La Rocca. Una prima concreta
attuazione in Sicilia si é fatta nel luglio
1992 a Salaparuta, città d'origine
della famiglia La Rocca, con un "Nick La Rocca Memorial Day" per festeggiare,
con un convegno di studi ed un concerto della "Sicilia Jazz Big Band" da me
diretta, il 75° anniversario dell'incisione da parte di La Rocca del primo disco
di jazz.
Nel
dicembre 1992 sempre a Salaparuta con la scopertura di un busto in bronzo di
Nick La Rocca, realizzato dallo scultore siciliano Disma Tumminello nel
vestibolo dell'"Auditorium Nick La Rocca" che ho inaugurato con un concerto dei
miei "Sicilia Jazz Dixielanders".
Nell'ottobre
1998
si costituisce a Palermo il "Committee In Memory Of Nick La Rocca" di cui
vengo nominato Segretario Generale nonché componente del "board" assieme a
Carlo Fernandez, Presidente del Rotary Club Palermo-Est, al critico Luigi Martini
ed a
Marcello Piras;
fra i membri del comitato Giuseppe La Rocca, Sindaco di Salaparuta e Leoluca
Orlando, Sindaco di Palermo.
Primo obiettivo del Comitato é stato quello di portare in dono al "Louisiana
State Museum" di New Orleans il secondo dei tre originali del bronzo di La
Rocca.
Il
6 maggio 1999
assieme a Carlo Fernandez, Steve Teeter, jazz curator del
Museo, Ruth La Rocca, con i figli James, Dominic, Ruth e Carl, e una delegazione
di 26 personalità siciliane arrivate appositamente a New Orleans con il "Rotary
Jazz Tour", ho reso onore a Nick La Rocca scoprendo il busto che come dice la
scheda di presentazione del Museo - é per gli USA l'unico esistente
nell'emisfero occidentale.
Una
delle foto della cerimonia mostra la famiglia La Rocca riunita (da sinistra,
Ruth, James, Dominic, Mrs. La Rocca, Carl e Claudio Lo Cascio).
L'iniziativa
del "Committee In Memory Of Nick La Rocca" é stata assai
apprezzata con una lettera personale ricevuta dalla Direzione del
Museo.
Il terzo – e ultimo – bronzo di La Rocca è stato scoperto
il 17 Giugno 2002 al
Conservatorio di Musica "Vincenzo Bellini" di Palermo durante un
"Nick La Rocca Memorial Day" conclusosi con l'esecuzione, nella Sala
Scarlatti del Conservatorio da parte della mia "Sicilia Jazz Big Band",
degli otto pezzi per orchestra incisi da La Rocca nel Settembre del
1936.
Per
completare le onoranze dovute a Nick La Rocca rimane soltanto: a) in Sicilia,
intitolare a La Rocca una via o una piazza, sia a Palermo che a Salaparuta; b) a
New Orleans, sostituire all'aeroporto la foto, in cui Nick La Rocca è
raffigurato come gregario dell'orchestra del batterista Johnny
Stein, con quella della "Original Dixieland Jazz Band" con cui
nel 1917
incise il 1° disco della storia del jazz.
Invia un commento
©
2002 Jazzitalia.net - Claudio Lo Cascio - Red Hot Jazz - Tutti i diritti riservati
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
COMMENTI | Inserito il 25/10/2011 alle 19.59.00 da "genry.sax" Commento: Bellissime pagine. Prima di parlare di Jazz bisognerebbe leggerle ! Grazie | | Inserito il 15/3/2020 alle 15:58:09 da "alba22649" Commento: Bellissimo articolo! Molti non sono nemmeno a conoscenza di quali grandi figure italiane è composto il jazz. Bravo Lo Cascio | |
Questa pagina è stata visitata 39.577 volte
Data pubblicazione: 12/04/2002
|
|