Frank Sinatra Le radici siciliane di The Voice
(Hoboken, New Jersey, 12 dic 1915 - Los Angeles, California, 14 mag 1998)
di Claudio Lo Cascio
Estratto atto
di nascita di Antonino Sinatra
"Roots" le "radici" cioè, l'elemento che accomuna più di ogni altro gli uomini
agli alberi e che, nel nostro caso, stabilisce una precisa connessione tra
Frank Sinatra
e la Sicilia.
Innanzi tutto con Lercara Friddi, che lo scorso
luglio gli ha dedicato, per il secondo anno, una tre giorni di iniziative varie,
musicali, culturali, gastronomiche ecc. tutte racchiuse nella formula "My Way
Festival" che ha avuto anche il merito di proporre le basi per un approfondimento
degli studi dedicati da anni da due scrittori irlandesi, Anthony Summers
e Robbyn Swan - autori del libro "Sinatra -The Life" - al grande oriundo
siciliano che durante la sua lunga carriera ha venduto qualcosa come 600 milioni
di dischi, vinto un Oscar (nel 1953 per il film "Da qui all'eternità") ed un Grammy
(nel 1995 per l'album "Duets") ed inoltre ha
recitato in 66 films a partire dal 1942. Nella brochure del "My Way Festival" l'albero
genealogico della famiglia Sinatra indica in Lercara il luogo di origine, dove nonno
Francesco, (che era calzolaio), sposò Rosa Saglimbeni dalla quale ebbe cinque
figli; di questi solo i primi due, Isidoro e Salvatore, videro la luce a Lercara,
rispettivamente il 5 Febbraio 1884 in Via Principessa
Margherita 32, e il 19 Gennaio 1887 in Via Vasca,
mentre gli altri tre, Antonino – padre di
Frank Sinatra
– Angelina e Dorotea nacquero a Palermo.
Da una verifica presso i Servizi Demografici del Comune di Palermo sono
venuti fuori i certificati di nascita dei tre fratelli Sinatra nati a Palermo, e
cioè Antonino, Angela e Dorotea, nati rispettivamente il 4 Maggio
1894, il 2 Ottobre 1896
e il 23 Dicembre 1898; da un'indagine più approfondita
sui registri degli atti integrali di nascita dell'epoca si è potuto stabilire l'ubicazione
esatta della casa natale di Antonino (via Settecannoli 591) e quella di Angela e
Dorotea (via Settecannoli 600).
Poichè della via Settecannoli non c'è più ormai alcuna traccia da quasi
un secolo è stato necessario fare uno studio di carattere toponomastico con il soccorso
anzitutto di un caro amico e grande storico della Palermo che fu, Gaetano Basile,
che dopo una accurata consultazione dei suoi incredibili archivi ha accertato che
la Via Settecannoli si chiama oggi Via Musica d'Orfeo (nome derivato da una taverna
in cui un affresco riproduceva Orfeo con la sua lira), che è una stradina che si
trova verso la fine di Corso dei Mille all'altezza del civico 755, e che collega
Corso dei Mille con Via Cirincione, ma troppo corta per comprendere tanti numeri
civici.
Così mettendo assieme la pazienza e la competenza di Gaetano Basile
e di un altro caro amico, l'architetto Michele Salamone, dallo studio di
antiche mappe di Palermo è venuto fuori che la via Settecannoli che comprendeva
i numeri civici 591 e 600 è oggi il tratto di Corso dei Mille che và da Via Amedeo
d'Aosta a Via Salemi e che la Via Musica d'Orfeo ne è una parte superstite.
Secondo
le biografie ufficiali la famiglia di Sinatra emigrò a Hoboken, nel New Jersey quando
Antonino aveva solamente un anno, e cioè nel 1895,
ma non è vero, perché altre due sorelle sono nate a Palermo dopo Antonino, e cioè
Angelina e Dorotea, rispettivamente nel 1896 e nel 1898. A Hoboken papà Francesco
trovò lavoro in una fabbrica di matite, mentre mamma Rosa avviò un piccolo negozio
di alimentari; Anthony iniziò a lavorare come apprendista calzolaio, poi passò a
fare della boxe come peso gallo col nome opportunamente irlandesizzato di Marty
O'Brien perchè gli Italiani non erano benvenuti nel mondo del pugilato.
La
madre di Sinatra, Natalina Garaventa, che in famiglia chiamavano Dolly, nacque
il 26 dicembre 1896 a Rossi di Lumarzo (Genova),
un paesino situato nell'entroterra della Riviera ligure di Levante dove il padre
faceva il tipografo; da bambina parte con la famiglia per l'America dove a 18 anni,
nel 1914, sposerà Antonino "Marty" Sinatra.
I genitori di Dolly erano contrari al matrimonio, e non approvavano Marty, perché
non era capace di leggere e scrivere, e non era neanche un buon pugile, così il
14 Febbraio 1914, Marty fuggì con Dolly a Jersey City, dove si sposarono. Marty
e Dolly si stabilirono quindi al n° 415 di Monroe Street ad Hoboken ed è qui che
il 12 Dicembre 1915, ebbero il loro unico figlio Francis Albert Sinatra che vide
la luce dopo un parto molto travagliato: quasi nessuno sa che
Frank Sinatra
avesse una lunga cicatrice che partendo da sotto la guancia sinistra continuava
in parte del collo e dietro l'orecchio oltre ad un timpano perforato, ricordo doloroso
dell'uso del forcipe all'atto della sua nascita.
Nel 1919 il voto concesso alle donne
favorì le ambizioni di Dolly, ostetrica diplomata, che decise ad un certo punto
di impegnarsi in attività sociali e in politica, raggiungendo ben presto una posizione
importante nella organizzazione locale del Partito Democratico rastrellando i voti
degli emigranti liguri del New Jersey. Marty continuò la sua carriera di pugile,
che abbandonò dopo 30 combattimenti professionali; durante la Grande Guerra, aveva
lavorato nei Cantieri Navali di Hoboken, finchè non aveva dovuto ritirarsi per problemi
di asma. Gestì poi un bar, acquistato con un prestito ottenuto dalla suocera che
aveva una salumeria; cessato anche questo lavoro, Dolly lo aiutò a trovarne un altro,
nel Corpo dei Vigili del Fuoco di Hoboken, dove assurse in seguito al grado di Capitano.
Mentre era ancora Capitano, Marty e Dolly aprirono una taverna denominata "Marty
O'Brien's", e grazie alle maggiori entrate, la famiglia Sinatra poté trasferirsi
in un appartamento di tre stanze, a pochi isolati di distanza da Monroe Street,
ma fuori da Little Italy. Marty morì per un attacco cardiaco il 24 Gennaio
1969, all'età di 74 anni. accompagnato all'estrema
dimora dall'ormai celebre figlio Frank e seppellito al Desert Memorial Park di Cathedral
City in California. Dolly morì il 6 Gennaio 1977,
a 81 anni, in un incidente aereo mentre era diretta a Las Vegas in Nevada per assistere
ad un concerto del figlio Frank; è stata seppellita al Desert Memorial Park di Cathedral
City in California accanto al marito Anthony.
Il
giovane Frank, che da ragazzo a scuola veniva additato come «bastardo di un italiano»,
avrebbe avuto sicuramente dei problemi a farsi accettare dagli altri ragazzi di
Hoboken se non avesse saputo battersi, come era perfettamente in grado di fare,
grazie agli insegnamenti del babbo e dello zio materno Dominic Garaventa,
anch'egli pugile col nome di Babe Sieger.
Per anni, dopo avere lasciato la scuola, il giovane irruento Sinatra cantò
ai matrimoni degli italo-americani che potevano permettersi un'orchestrina per la
cerimonia, avendo sempre in testa il chiodo fisso di emulare il grande Bing Crosby,
finchè non gli riuscì di attraversare l'Hudson ed arrivare a Manhattan, a Broadway.
"Un cantante come Sinatra s'incontra una sola volta nella vita, ma perché proprio
nella mia vita?" Così avrebbe detto poi Bing Crosby, scherzando ma non
troppo, quando il giovane Frank diventò per tutta l'America "The Voice".
A
Broadway nella primavera del 1939 cominciò a
cantare con l'orchestra del trombettista Harry James per un primo salario
di 75 dollari alla settimana; sempre orgoglioso delle sue origini, Frank, pur consapevole
di mettere a serio rischio il primo importante ingaggio della sua vita, rifiutò
di cambiare il suo nome in "Frank Satin" come avrebbe voluto Harry James;
sei mesi più tardi faceva un nuovo salto in avanti, diventando il cantante principale
dell'orchestra del trombonista Tommy Dorsey.
L'attaccamento alle sue origini è dimostrato inoltre dal fatto che i suoi
uomini di fiducia sono stati sempre Cilly Rizzo e Tony Oppedisano,
oriundi anche loro, né più né meno dei suoi produttori, Phil Barone e
Hank Cattaneo.
La cittadina di Hoboken il 13 ottobre 1947
ha istituito il
Frank Sinatra
Day.
Frank
Sinatra è morto il 14 Maggio 1998
all'età di 83 anni; è stato seppellito al Desert Memorial Park di Cathedral City
in California accanto ai genitori.
Sempre in tema di "radici" è venuto il momento di fare un'analisi strutturale
dell'enorme successo di
Frank Sinatra
dal punto di vista tecnico-musicale: e cioè stabilire quanto è giusto riconoscere
al nostro e quanto è altrettanto giusto riconoscere agli arrangiatori delle orchestre
con cui ha realizzato i suoi grandi successi.
Nel 1990 è apparsa in Italia una serie
di tredici videocassette di concerti, shows e trasmissioni TV di Sinatra; in quella
intitolata "The Man and his Music" realizzata
con materiali registrati nel 1981 è contenuto
un celeberrimo brano che è illuminante anche per i non addetti ai lavori: "I
Get A Kick Out Of You", che Sinatra canta accompagnato "eccezionalmente"
solo da un quartetto costituito da pianoforte, contrabbasso, batteria e chitarra
elettrica (il suo fedelissimo Tony Mottola, oriundo anche lui). Il risultato
rispetto alla versione arcinota in cui Sinatra canta il pezzo con l'accompagnamento
orchestrale è paragonabile alla visione ipotetica di un balletto in cui Fred Astaire
danzi scalzo, senza cioè le sue famose "claquettes"; in vari punti del pezzo Sinatra
abbozza poi gesti e accenti che "appartengono alla versione con orchestra" realizzando
però una versione "normale" che mette in assoluta evidenza la mancanza dell'apporto
fondamentale dell'arrangiatore della versione orchestrale del pezzo, in questo caso
Neal Hefti (in altri casi saranno Quincy Jones, o Billy May,
o Don Costa, oppure Nelson Riddle, ecc.).
Allargando l'analisi strutturale a tutti i suoi successi si evince quanto
sia stata determinante l'opera degli arrangiatori che scrivevano per lui confezionandogli
abiti sonori su misura come farebbe una schiera di grandi sarti del pentagramma.
1941 - Tommy Dorsey Orchestra
Sulla "jazzità" delle sue interpretazioni và fatta poi una considerazione:
Sinatra iniziò la sua ascesa come cantante di due importanti orchestre jazz, prima
quella del trombettista Harry James e successivamente quella del trombonista
Tommy Dorsey; seguì una parentesi lunga molti anni in cui nel suo repertorio
prevalsero le canzoni confidenziali, da crooner, che gli procurarono fans
a legioni, soprattutto donne, le famose "Bobby-Soxers" (ragazzette con i
calzini bianchi) allineate in code chilometriche fuori dai teatri dove si esibiva
il loro "Ol' blue eyes".
A
partire dal 1953, anno del suo passaggio alla
Capitol Records, si nota nella sua produzione una progressiva accentuazione dell'elemento
jazzistico grazie agli arrangiamenti di grandi musicisti come Billy May e, soprattutto,
Nelson Riddle. Il 14 marzo 1953, infatti,
Frank Sinatra,
dopo avere lasciato la Columbia, venne scritturato dalla Capitol Records, che aveva
lanciato artisti come Nat King Cole, Peggy Lee e Stan Kenton.
Come arrangiatore gli fu scelto Nelson Riddle, un emergente che aveva già
firmato numerosi successi di Nat King Cole, fra i quali "Mona Lisa"
e "Unforgettable". Ma Sinatra, nell'intento di ricreare l'atmosfera delle
sue hits con la Columbia, a dirigere l'orchestra che lo avrebbe accompagnato richiamò
il suo amico Axel Stordahl.
Il
2 aprile 1953, con un'orchestra di 20 elementi,
vennero incisi quattro brani. Uno di essi, "I walking behind
you", entrò subito in classifica e vi rimase 10 settimane, arrivando
al settimo posto.
Per le successive incisioni, e contro le insistenze della Capitol che voleva ancora
imporre Riddle come arrangiatore, Sinatra scelse Billy May, un artista che
non utilizzava archi, ma solo una big band di fiati (quattro trombe, quattro tromboni,
cinque sax più la sezione ritmica di 4 elementi) che gli diede l'opportunità di
sfoderare il suo senso dello swing.
"I've got the world on a string"
fu la prima canzone ad essere incisa nel 1953
con il nome di Nelson Riddle sia come arrangiatore che come direttore d'orchestra.
Frank si convinse finalmente a utilizzarlo come arrangiatore anche perchè Axel Stordahl
si trasferì a New York per lavorare con Eddie Fisher. "Nelson Riddle, a differenza
di Billy May che ho visto preparare gli arrangiamenti in un angolo dello studio
fino a pochi istanti prima della registrazione – diceva Sinatra – si presentava
in studio con tutti gli arrangiamenti pronti e tutto accuratamente preparato.
Con
Nelson è stato un matrimonio felice; aveva un modo fresco di orchestrare e io mi
ero adattato perfettamente a quello che lui faceva. Nelson è una sorta di tranquillante,
calmo, leggero, quasi distaccato".
La scrittura di Riddle, come quella di pochi altri arrangiatori, è immediatamente
riconoscibile. È il cosiddetto "Riddle Sound", che sul lato strumentale è
basato sull'uso del flauto, della tromba con sordina (harmon-muted), del
clarinetto basso, del trombone basso, unito a una scrittura finissima e molto evoluta
per gli archi e per i legni che spesso utilizzava come "sustained string",
ricorrendo al termine che usava Tommy Dorsey per definire gli archi che suonano
note lunghe di supporto armonico, lasciando contromelodie e accenti ai fiati. Si
trattava di una tecnica studiata dall'arrangiatore di Dorsey, Sy Oliver,
già trombettista e arrangiatore storico dell'orchestra di Jimmy Lunceford, che aveva
compreso come creare, con questo sistema, un suono raffinato ed eccitante.
Nelson
Riddle impose, soprattutto con Sinatra, una strutturazione precisa della canzone
attraverso l'arrangiamento. Nei suoi arrangiamenti, la prima parte della canzone
è di solito accompagnata da insistenti contromelodie dei fiati in piano o mezzo
piano, con cantante che "espone il tema", canta cioè distesamente. Segue un intermezzo
ritmico che crea il crescendo, e infine l'orchestra espone il tema della canzone,
talvolta anche con un assolo. Nella seconda parte invece si scatena, lasciando al
cantante la possibilità di esprimere tutte le proprie capacità vocali gareggiando
con gli strumenti. Di solito la chiusura è in diminuendo, anche se non sempre. Sono
tutte le qualità che si possono trovare nelle sue scritture per Sinatra: in esse
Riddle dà il meglio di sé. Non si ripete mai, raramente ripropone le stesse formule.
Trova invece sempre soluzioni originali e nuove, mostrando addirittura una crescente
evoluzione stilistica nel corso del tempo. Non a caso, la loro collaborazione è
il sinonimo stesso dello stile di Sinatra negli anni della Capitol e successivi.
Una ulteriore accentuazione dell'elemento jazzistico nella discografia
di Sinatra si ha in tre album realizzati con il sostegno della mitica orchestra
di Count Basie, e cioè: "Sinatra-Basie"
(1963) con gli arrangiamenti orchestrali di
Neal Hefti, "It Might As Well Be Spring"
(1964) e "Sinatra At The Sands" (1966)
entrambi con gli arrangiamenti orchestrali di Quincy Jones.
Si potrà discutere infine sulla percentuale del successo che spetti personalmente
a Sinatra e su quella da riconoscere ai suoi arrangiatori, Nelson Riddle,
Neal Hefti, Billy May, Quincy Jones, Don Costa ecc.,
veri registi occulti dei suoi successi, ma una cosa è assolutamente certa: senza
quegli arrangiamenti "il Re sarebbe (un po') nudo".
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Data pubblicazione: 26/09/2009
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