|
John Tchicai Lunar Quartet
Look To The Neutrino
Music Center, ZeroZeroJazz
1. Look to the Neutrino
2. We Need Your Number
3. Freedom
4. The White Balloon
5. Afro Danish Form 6 & 7
6. Muon
7. Detour
8. Flute Calling
9. Lost Time
10. Tau
11. Look to the Neutrino (Reprise)
John Tchicai - sax tenore
Greg Burk - pianoforte
Marc Abrams - contrabbasso
Enzo Carpentieri - batteria
Il gruppo, nato da un'idea di Enzo Carpentieri, prende forma poco più di
due anni fa, decidendo di registrare dapprima il CD per verificare poi l'impatto
dal vivo. In scaletta ci sono tutti brani ad ampio respiro, diversificati sia ritmicamente
che nella scrittura, con in comune l'attenzione alla struttura e in cui ogni musicista
svolge un ruolo preciso ed importante per l'interpretazione delle idee compositive.
Si parte con la title track, che sarà ripresa in chiusura con uno svolgimento più
esteso. A comporla è il pianista che delega il contrabbasso a mantenere costante,
quasi ossessivo, il non facile tempo dispari, mentre Tchicai espande con
eleganza e poesia il proprio fraseggio, assecondato da un Carpentieri abile nello
spostare gli accenti e nel costruirsi quasi un assolo continuo, mantenendo parallelamente,
in maniera originale, il giusto tempo. Inoltre, conoscendo la sua predilezione per
le belle sonorità e per i modelli vintage, notiamo una timbrica ed un'accordatura
di pelli adatte a rendere ancora più spumeggianti i pezzi, come avviene in "Muon"
che esordisce con un ficcante ed aggressivo assolo di batteria, sostenuto dal contrabbasso
cui si aggiungono nell'ordine, il piano ed il sax, in un crescendo free che ci trasporta
all'indietro negli anni infuocati della contestazione e del "Black Power".
Il Free è presente anche in "Afro Danish Form 6&7", nel quale Carpentieri
ad un certo punto toglie la cordiera al rullante, avvicinandone il suono a quello
dei tom, tutti con le pelli ben tirate e con un delizioso suono naturale, che si
espande attraverso un incantevole accompagnamento afro in forma di assolo. Tchicai,
che tra le sue illustri collaborazioni annovera quella con
John Coltrane
per l'incisione dello storico disco "Ascension", appare in gran forma. Il
suo approccio è spesso aggressivo. Eppure il sax tenore ha sempre una sonorità corposa,
un timbro caldo, proteso alla ricerca di una creatività improvvisativa. C'è in lui
anche il gusto per il recitativo in "The White Balloon" e per pezzi sognanti,
elegiaci come "Tau", in cui assieme a Burk, soffia su dei flauti di
legno, mentre Carpentieri e Abrams sono alle prese, rispettivamente,
con una serie di gong e con una nota tenuta lunghissima e lentissima con l'archetto.
Affascinante, infine, il collettivo "Flute Calling", inizialmente un dialogo
serrato tra il flauto traverso e il contrabbasso, cui si aggiungono in un graduale
crescendo il pianoforte e la batteria, rinforzando la qualità sostanzialmente ritmica
del brano
Giovanni Greto per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 1.693 volte
Data pubblicazione: 06/03/2011
|
|