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Esperanza Spalding
Chamber Music Society
Heads Up – Distr. Egea – 2010
1. Little Fly (poem by William Blake)
2. Knowledge of Good and Evil
3. Really Very Small
4. Chacarera
5. Wild Is the Wind
6. Apple Blossom
7. As a Sprout
8. What a Friend
9. Winter Sun
10. Inutil Paisagem
11. Short and Sweet
Esperanza Spalding - voce, contrabbasso
Leo Genovese - piano, armonica
Terri Lynne Carrington - batteria
Quintino Cinalli - Percussioni
Milton Nascimento - voce su 5.
Gretchen Parlato
- voce su 2. e 10.
Richard Vogt - (chitarra Su 5.)
Archi:
Entcho Todorav - violino
Louis Martin - viola
David Eggar - cello
Esperanza Spalding, sebbene giovanissima, ormai non può più essere definita
una semplice "promessa" nel mondo del jazz. La ventiseienne cantante e contrabbassista
di Portland possiede senza dubbio un innegabile talento naturale, che si esprime
attraverso una vocalità suadente, sorretto altresì da una ferrea preparazione musicale,
che si evidenzia non solo nelle notevoli doti di strumentista - magnifico il suono
profondo e cantabile del suo contrabbasso - ma anche nel ruolo specifico di compositrice,
autrice di testi ed arrangiatrice. Ci troviamo di fronte ad un'artista a tutto tondo,
che, con la pubblicazione di questo suo terzo album, supera di slancio la soglia
della completa maturità.
Si tratta di un lavoro ambizioso e ricercato nel quale si fondono linguaggio
jazzistico, atmosfere folk, influenze sudamericane, inserite nella cornice di una
dimensione "cameristica", sottolineata dalla presenza di un trio d'archi. L'artista
si cimenta nella difficile "quadratura del cerchio" tra elementi stilisticamente
diversi, in una sorta di "equilibrio instabile" attraverso il quale sostiene la
tensione emotiva per l'intera durata del disco. Siamo spesso più vicini ad una forma-canzone
raffinata ed innovativa, riferibile al repertorio più sofisticato di maestri del
songwriting come Joni Mitchell o Elvis Costello, piuttosto che al "jazz"
nella sua accezione più canonica.
Non a caso i momenti più emozionanti li troviamo nei duetti vocali, il primo
insieme al grande Milton Nascimento in "Apple blossom", l'altro costruito
attorno ad un sorprendente contrappunto per due voci femminili e contrabbasso: un
raffinatissimo dialogo tra Esperanza e
Gretchen Parlato
in "Inutil Paisagem" di Antonio Carlos Jobim, certamente l'arrangiamento
più insolito ed accattivante del disco. Una menzione particolare anche per il brano
di apertura, trasposizione in musica di una poesia di William Blake, e soprattutto
per la bellissima rivisitazione di "Wild Is Tthe Wind".
Non tutto l'album si mantiene a questi livelli, a volte un pizzico di intellettualismo
di troppo può frenare le emozioni, ma il profilo generale è sempre altissimo, e,
soprattutto, desta ammirazione la scelta costante di non ripiegare mai su formule
codificate o, men che meno, di rifugiarsi nella sicurezza del luogo comune.
Un lavoro quindi da ascoltare con calma, più volte, scoprendo a poco a poco le molteplici
sfaccettature di una musica libera e complessa come l'animo femminile.
Roberto Biasco per Jazzitalia
07/01/2011 | Esperanza Spalding al 34° Roma Jazz Festival, Gezz - Generazione Jazz: "Grande attesa e Sala Petrassi gremita per il ritorno a Roma, a circa un anno di distanza dall'ultima esibizione, della giovane e talentuosa Esperanza Spalding, attesa ad una conferma dal vivo dopo l'uscita del recente ed ambizioso album "Chamber Music Society"...Affiora la sensazione che la Spalding, pur dotatissima, voglia dire "troppo" e tutto insieme: canta, suona, improvvisa, compone i brani e li arrangia, disperdendo energie in troppi rivoli. La musica è veicolo di emozioni, ma in questo modo la tecnica, seppur eccellente, rischia di prendere il sopravvento sui sentimenti." (Roberto Biasco) |
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Data pubblicazione: 27/11/2010
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