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Archie Shepp - Just in time Quartet
Dolce Vita Jazz Festival. La Palma, 7 giugno 2003
di Dario Gentili


Dolce Vita Jazz Festival 2003

Archie Shepp - sassofoni
Massimo Faraò
- pianoforte
Wayne Dockery
- contrabbasso
Bobby Durham -
batteria

Nocera (SA) - 8 giugno 2003Sembrava essere appena uscito dall'ultimo film di Wim Wenders dedicato al blues, L'anima di un uomo, con un panama da vecchio bluesman, quando Archie Shepp si presenta sul palco del Dolce Vita Jazz Festival. Inizia il concerto con un assolo improvvisato di sax, che sembra voglia subito far ricordare che lui, Archie Shepp, è proprio quello di Fire Music, uno dei più energici e radicali esponenti del free jazz. Tuttavia, si è trattato soltanto di un momento che non ha avuto quasi alcun eco durante il concerto.

Nocera (SA) - 8 giugno 2003Con Massimo Faraò al piano, Wayne Dockery al contrabbasso e Bobby Durham alla batteria, Shepp ha presentato il suo nuovo lavoro
Chooldy Chooldy, dedicato al blues. Infatti, il concerto a La Palma ha visto il quartetto Just in time cimentarsi soprattutto con grandi classici della musica afroamericana per eccellenza.

Già dal secondo pezzo il gruppo si cimenta con un classico quale
God bless the child e, quando è lo stesso Shepp a cantare, si ascolta una vera voce blues: rauca e appassionata. Sarà proprio il blues il leit motiv di tutto il concerto e non potrebbe essere altrimenti, dal momento che il gruppo con cui Shepp suona è composto di musicisti che hanno nel blues la loro specialità: a cominciare dal batterista Bobby Durham, di cui il quartetto suona due pezzi a sua firma, Deli blues for Blakey, dedicato al grande batterista Art Blakey, in cui è naturalmente la batteria di Durham a catturarsi il centro dell'attenzione, Nocera (SA) - 8 giugno 2003 e It's a raining day, dove è proprio Durham a cantare. Durham canta anche nello standard This is always, mentre il celebre blues Falling down blues meglio si adatta alla voce più sporca di Shepp.

In ogni pezzo un grande spazio è lasciato agli assoli di piano di Massimo Faraò, che nei ritmi blues è stato sempre di casa, suo è il pezzo che chiude il concerto prima dei bis,
Tomorrow will be another day, il momento più intimo del concerto per solo voce (Shepp) e piano.

L'apice del concerto è rappresentato da Steam, un pezzo del repertorio classico dello stesso Shepp, che imbracciando il sax soprano si ricorda di aver rivoluzionato negli anni sessanta e settanta la scena jazz ed echeggia, seppur lontano, il free della "musica infuocata".

Qualcuno che si aspettava di ascoltare il repertorio che ha reso Archie Shepp una fonte d'ispirazione di tante avanguardie jazz probabilmente è rimasto deluso da un concerto caratterizzato dal gusto blues più classico, eppure non è giusto pensare che lo Shepp di oggi si sia ammorbidito, piuttosto vuole ricordarci che proprio il blues è sempre stata la radice della sua musica, che ogni musica di protesta ha origine nei giri dolenti del blues.






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Data pubblicazione: 14/06/2003

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