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Wayne Shorter
Dolce Vita Jazz Festival. Auditorium Parco della Musica, 11 luglio 2003
di
Dario Gentili e Alessandro Marongiu
photo by Alessandro Marongiu


Dolce Vita Jazz Festival 2003

Wayne Shorter – Sassofono tenore, sassofono soprano
John Patitucci –
Contrabasso
Danilo Perez –
Pianoforte
Brian Blade –
Batterie

Il dvjf è ormai entrato nel vivo della programmazione. Dopo il concerto di Gonzalo Rubalcaba e di Brad Meldhau stasera è la volta di Wayne Shorter. La cornice dell'evento questa volta è la cavea del l'auditorium parco della musica. Persino Flavio Severini, organizzatore del festival e patron de "La Palma Club" questa sera ha abbandonato il suo habitat naturale per spostarsi qui all'auditorium in vista di questo strepitoso avvenimento. L'atmosfera che si respira è elettrica. Il pubblico è impaziente. Sul palco sono in bella mostra un pianoforte, che sarà affidato alle amorevoli cure di Danilo Perez, un contrabbasso, che finirà tra le braccia di John Patitucci, ed una batteria molto ricca di elementi che sarà percossa da Brian Blade. Cinque minuti prima dell'inizio del concerto qualcuno porta sul palco due sassofoni, un tenore ed un soprano, che saranno imboccati dalla star della serata.

Wayne Shorter e la sua band non si fanno attendere a lungo e salgono sul palco accompagnati da un lungo applauso. La visuale offertaci è molto suggestiva come pure il gioco di luci che accompagna la musica.

C'è chi sostiene che Wayne Shorter è uno dei più grandi compositori jazz viventi. E un po' tutti stasera probabilmente lo pensano, anche se più che di composizione si dovrebbe parlare di improvvisazione. Non c'è scaletta stasera, o meglio, non ne esiste una predefinita. Il susseguirsi dei brani e la loro stessa struttura sono suscettibili di continue modificazioni a seconda dell'estro del momento.

Il pezzo iniziale e il terzo che concluderà il concerto sono delle lunghe suite i cui spunti melodici sono tratti dall'ultimo album di Wayne Shorter "Alegria". Il brano esordisce con una sezione ritmica che incede con un ritmo molto sostenuto, Wayne Shorter imbraccia il sax tenore e ci propone subito un fraseggio molto melodico. I suoi movimenti sono lenti. È quasi immobile e si contrappone al batterista che invece ha dei movimenti talmente veloci che non si riesce assolutamente a fermarli sulla pellicola della macchina fotografica. Terminata la parte di sax tenore Wayne Shorter, passa al sax soprano e, contemporaneamente, il ritmo rallenta. Il tema scandito è pacato e, a tratti, malinconico. Poi ritorna al sax tenore ed il ritmo cresce nuovamente, incalzato dal pianoforte di Danilo Perez, fino a diventare pura e libera improvvisazione. Su questo schema, se così si può chiamare, si inserisce il sax che dapprima dialoga con il pianoforte e poi si frantuma in una serie di spunti melodici solamente accennati per diventare infine un sobrio "free". I passaggi di Wayne Shorter tra sax tenore e sax soprano diventano sempre più frequenti man mano che il pezzo si avvia alla conclusione che sembra, però, non arrivare mai. Infatti un assolo di piano spezza quella che sembrava la conclusione del brano. Le variazioni di ritmo si susseguono sempre più veloci mentre Shorter improvvisa. Un ultimo assolo di sax ed uno di piano concludono questa prima meravigliosa suite.

Il secondo brano ha una durata nettamente più breve ed esordisce con una introduzione di basso su cui Shorter entra con il sax soprano che scandisce un tema molto sincopato quasi ai limiti del "free". Il gruppo lo segue in piena improvvisazione e, al termine del brano, con lo sguardo si congratulano tra di loro.

Il terzo brano della serata è nuovamente una lunga suite. Il brano inizia in maniera molto armonica proponendoci atmosfere latine. In questo clima Danilo Perez sembra trovarsi molto a suo agio e la stessa sezione ritmica dà il meglio di sè. Il gruppo, pur non suonando abitualmente insieme, risulta molto affiatato. Shorter soffia leggermente nel sax producendo delle note sognanti cariche di nostalgia. Il sax, che dapprima si lascia trascinare dalla musica, successivamente lascia spazio al grande talento degli altri musicisti.

Il brano prosegue con un cambio radicale di ritmo introdotto dal contrabbasso ed accompagnato da Perez che, ancora una volta, esprime tutte le sue capacità di improvvisazione. Il ritmo sale sempre di più accompagnato dagli assoli di sax di Shorter ed inframmezzato da brevissime interruzioni.

Dopo un vero e proprio tripudio è il momento del bis che forse non era del tutto previsto. Infatti, dopo essere usciti e rientrati due volte, i musicisti si decidono a riprendere gli strumenti. Intro di sax soprano per un breve brano jazz di gran classe.






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Data pubblicazione: 24/07/2003

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