Oltremente Festival 2015 Punta Secca, 28 – 30 agosto 2015 di Nina Molica Franco
foto di Giansalvo Cannizzo
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Una location suggestiva, a pochi passi dal mare e con un'antica
torre sullo sfondo, e una visione del jazz che affonda saldamente le radici nella
contemporaneità.
Oltremente Festival 2015, realizzato dall'Associazione
Culturale Quattroetrentatre nella Piazza della Torre di Punta Secca, si conferma
per il secondo anno consecutivo come una di quelle realtà piccole e, forse ancora
poco conosciute, che meritano però di essere scoperte a poco a poco, nota dopo nota.
A dare il La con enorme successo a Oltremente, il Magnetic Trio di Gianni
Gebbia, con Carmelo Graceffa e Gabrio Bevilacqua. La formazione,
guidata dal sopranista palermitano condensa al suo interno le esperienze e le influenze
dei tre musicisti, dando vita ad un suono, appunto, magnetico in cui il sound e
l'interazione tra i musicisti assumono i tratti di un frutto nuovo. Partendo da
composizioni originali, scritte per lo più da Gebbia, il Trio si orienta abilmente
in un mondo in cui climax ipnotiche e atmosfere tese e vibranti la fanno da padrone.
Ed è in tale contesto che si insinua in modo sempre più accattivante un retaggio
musicale che affonda le proprie radici nel folk, in quella musica viscerale propria
degli uomini del sud. La batteria di Graceffa sostiene senza cedere il passo il
dialogo continuo e ostinato che Gebbia e Bevilacqua dispiegano. Stupisce – o forse
sarebbe meglio dire si conferma – la straordinaria tecnica del sopranista, abile
nell'ostentare la sua respirazione continua, circolare, tipica della Sardegna e
dell'Africa. Il suo suono appare così come un flusso continuo in cui i giochi armonici
in ostinato si rincorrono inarrestabili.
E dal Magnetic Trio di Gebbia, si passa la seconda serata all'ensemble di un altro
musicista siciliano: Giuseppe GuarrellaNiwas Quartet feat. Mara
Marzana. Il quintetto ha presentato brani tratti dall'ultimo lavoro discografico,
Urban Lullaby, edito da Convivio Records. Un album in cui viene sviscerato
il genio di William
Parker, ma anche in cui viene espressa la grande influenza della musica
africana, attraverso una formazione interessante che vede Giuseppe Guarrella
al contrabbasso, Salvo Scucces al vibrafono, Giampiero Fronte al sax,
Emanuele Primavera alla batteria e Mara Marzana alla voce. Non mancano
composizioni originali del contrabbassista.
A chiudere il festival un doppio set con un ospite speciale: il batterista americano
Jimmy
Weinstein. Dapprima sul palco il Naked Sound Trio, formazione
costituita ad hoc da Alessandro Nobile al contrabbasso, Salvo Scucces
al vibrafono e Weinstein appunto. Tre strumenti prettamente ritmici che si cimentano
invece con un ampio e inaspettato spettro armonico. Nobile guida il trio con grande
maestria, suggerendo agli altri due membri il mood da creare in ogni sua composizione.
Nonostante ciò gli altri non subiscono passivamente, ma prendono parte attiva al
processo creativo con grande responsabilità artistica. La scrittura di Nobile si
contraddistingue per ricercatezza e espressività e manifesta con molta semplicità
un modo intenso di vivere e godere appieno di ogni singola nota. Straordinaria la
performance di Salvo Scucces, tanto giovane quanto talentuoso, instancabile nello
sfruttare ogni possibilità armonica del vibrafono, non declinandone quindi solo
l'aspetto ritmico, anzi. Lo strumento diventa così di un'intensa potenza espressiva:
attraverso un suono limpido e pulito Scucces snocciola melodie su melodie. E
Jimmy Weinstein:
il tiro di un batterista americano con la fantasia di un europeo. Ogni suo intervento
che si scosta dalla semplice tenuta ritmica manifesta un'ostinazione a partecipare
al processo creativo. È così che il suo movimento circolare sembra ricondurre sempre
allo stesso punto, ma cambiando ogni volta radicalmente gli schemi appena esposti.
E il batterista stesso, coadiuvato da Lilli Santon-Weinstein, impegnato nella
seconda parte della serata si mette a servizio dei ragazzi che hanno partecipato
al suo laboratorio, l'Open Depòt Lab e li guida in una conduction, sui generis:
Winstein non solo conduce i ragazzi suggerendo di volta in volta cosa esprimere,
ma gli concede libertà e soprattutto ne concede anche a se stesso intervenendo di
tanto in tanto al vibrafono.
Ecco che si conclude Oltremente 2015, festival che abbiamo così scoperto, nota dopo
nota e che ci fa ben sperare in una nuova edizione altrettanto suggestiva e interessante.