Emanuele Cisi ai Magazzini Gilgamesh di Torino
12 maggio 2006 - Magazzini Gilgamesh,
Torino
di Alessandro Armando
foto di
Leonardo Schiavone
Il
magazzino Gilgamesh
non è un luogo di deposito, non c'è disordine o organizzato accatastamento di materiale,
non è una seconda parte di un luogo che ha il suo centro altrove, è "magazzino"
solo nel nome. E' in realtà un centro, uno spazio, un locale attento e innovatore,
capace di mescolare le diverse anime dei torinesi nelle sue diverse serate. E' un
jazz club, dominano infatti le serate di musica afroamericana anche se spesso sono
intervallate da concerti rock e folk dando molto spazio ai musicisti italiani, si
ascolta il concerto durante la cena, ci si fa accompagnare dalla musica sino a notte
fonda. Al Gilgamesh
transitano sul palco giovani torinesi, affermati jazzisti americani e si sviluppano
incontri, "prime assolute" e affascinanti ritorni.
Durante la cena del
12 maggio
è stato servito
Emanuele
Cisi.
Il saxofonista ha presentato il suo ultimo disco
Urban Adventures
in uno dei locali dove le sue avventure spesso si sono compiute, vivendo in modo
concreto il ritorno alla città di cui "canta" in
Back to the city, suonata
in questa occasione come un arrivederci, un "a presto". Ad accompagnare
Cisi
il contrabbassita Monnanni e il giovanissimo batterista francese Yoann
Serra componenti indispensabili anche del quartetto che ha registrato il disco;
alla chitarra il puntale ed esperto Sandro Gibellini, che va ad occupare
il posto di Paolo
Birro, pianoforte delicatissimo e da sempre presente nella vita musicale
di Cisi.
Questa scelta ha distanziato, non per livello di esecuzione o piacevolezza di ascolto,
il concerto dal disco, ma immutato è stato il ruolo trascinante, portante del suono
di Cisi.
Ogni nota sembra essere un pensiero cercato, seguito e soprattutto raggiunto,
Cisi
chiude gli occhi, li stringe sul suo suono che infatti trasmette tutta l'intensità
non solo del fiato, delle dita, ma della profondità che ha portato a quel movimento,
a quel momento che immediatamente si tinge di unico.
Emanuele
Cisi ha un suo suono, ricco di tradizione e accoglienza del nuovo, caratteristiche
dimostrate soprattutto nel continuo dialogo con la frenesia spaesante e pura di
Serra in particolare in
La notte delle lucciole.
Cisi
lascia naturalmente spazio al giovane batterista che regala passaggi veloci e precisi
e segue puntuale gli articolati assoli della chitarra di Gibellini come nella
parkeriana Quasimodo.
Emanuele
Cisi racconta le sue avventure, il suo suonare è saper narrare un vissuto,
il Gilgamesh questa sera è "magazzino" di storie, di viaggi, forse di favole, come
sempre di musica.
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Data pubblicazione: 19/07/2006
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