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3 x Supersilent
19 settembre 2007 - BLÅ – Oslo – Norvegia
di Luca Vitali

A Olso la scena Jazz è piuttosto effervescente e ben rappresentata nei clubs. Il BLÅ è il club più noto e rappresentativo assieme al Cosmopolite e al Rockfeller.



I tre i locali sono ubicati nel quartiere degli artisti, Grünerløkka, ex-area industriale, un tempo degradata ma che, grazie a un importante operazione di recupero, vanta oggi la fama di uno dei più bei quartieri di Oslo, frequentato da giovani, universitari, artisti, ecc.

Oslo, per la musica - e per il jazz in primo luogo - offre davvero molte possibilità, a partire da Bare Jazz (famoso negozio di dischi che e al piano inferiore consente di ascoltare e/o acquistare dischi e al piano superiore di consumare bevande e addirittura assistere a live session), passando per i locali sopracitati, e non solo, per arrivare ai Festival che, durante tutto l'anno, consentono agli appassionati di fruire di musica di altissimo livello.

Al solito quello che si nota è che, per fare musica da queste parti e riempire uno spazio grande o piccolo che sia, non occorre necessariamente avere auditorium o club "super", biglietti da 100 € e Jarrett o Mehldau in programma.

Il BLÅ è un luogo molto amato dai cittadini di Oslo e dai musicisti norvegesi e non certo per l'acustica o per le splendide poltroncine di cui è dotato, ma per via dei giovani straordinari organizzatori (o gestori che dir si voglia) e per il clima, l'energia, la passione per la musica, la magia che si sprigiona ogni volta prima di un concerto (un anno fa ebbi occasione di assistere a un concerto di Torun Eriksen e ricordo la stessa energia).
Ma veniamo alla musica, unica ragione per cui mi trovo a Oslo: dopo cinque anni, e dopo aver registrato Supersilent6 e 7 dal vivo, il gruppo ha deciso di tornare a registrare in studio e ora, con tre serate dal titolo 3xSupersilent (come al solito amano giocare con i numeri), presentano il loro nuovo album, Supersilent8.

Tutte e tre le serate si annunciano emozionanti e sembrano concepite per addizione (per elementi e potenza che si aggiungono giorno per giorno): la prima suonano da soli, la seconda con Nils Petter Molvær (Terje Rypdal ha dato forfait), la terza con Benth Saether e Hans Magnus Ryan dei Motorpsycho. Io, purtroppo, posso assistere solo alla seconda.

Raggiungo il BLÅ nel tardo pomeriggio e all'esterno incontro Ståle Storløkken e Jarle Vespestad che chiacchierano in assoluta tranquillità, in un clima reso pacifico anche dal suono lieve dell'acqua che scorre a due passi da noi (un corso d'acqua scorre placido) e da una scenografia a metà tra il post industriale e l'arte dei graffiti.

Già dal sound-check si comprende che sarà una grande serata, i fantastici 4 (Ståle Storløkken alle tastiere, Helge Sten alle chitarre e tastiere, Jarle Vespestad alla batteria e Arve Henriksen alla tromba e batteria) hanno tutta la strumentazione installata dalla sera precedente e non provano o quasi anche grazie ad un affiatamento unico e al concept su cui si basa il gruppo, pura improvvisazione che scaturisce in tempo reale ed evolve continuamente.

Arriva Molvær, che non ha mai suonato con loro (solo in una occasione con tre dei quattro componenti, senza Helge Sten, ovvero Velsfrekk, tanto tempo fa), e il sound-check si riduce a due note da solo e a un po' di interazione verbale. Tutto qui. Incredibili la sua sicurezza e la sua professionalità: non ha bisogno di provare, ma suonerà con i Supersilent senza se e senza ma, qualsiasi sia il viaggio da intraprendere.

Il pubblico inizia ad affluire fino a riempire il locale in ogni ordine di posto, i musicisti entrano acclamati e lo show ha inizio.

Novità assoluta (già anticipata nell'intervista fatta durante Nattjazz) Arve Henriksen alla batteria oltre che alla tromba e alla voce.

L'inizio, come da tradizione per questa formazione, è dolce, lieve, caratterizzato da un lirismo straordinario. Molvær attende un po' prima di attaccare, ma quando entra le sue note sono incandescenti, incalzate dalla batteria e dalle percussioni che dialogano con le tastiere di Storløkken e Sten. Si tratta di un'entrata graduale, con note lunghe all'inizio che lo portano - pian piano, tra un fraseggio e l'altro - a insediarsi in pianta stabile. La squadra è fatta, sono un tutt'uno, Henriksen lavora per sottrazione e gli crea spazi che lui prontamente riempie con sonorità davvero originali, come sempre.

Il concerto prosegue con un'energia, una carica assolutamente uniche e il pubblico assiste in religioso silenzio.

Da subito trovo strano vedere Henriksen alla batteria e alle percussioni elettroniche, ma la verità è che la musica è parte di lui e tutto gli riesce in modo così naturale, come quando canta. Nils Petter a differenza di altre situazioni non suona frasi sue (generalmente tende a sovrapporre parti sue a composizioni di altri a danno dell'originalità e finendo quasi col fare over-dubbing), ma usa il suo suono per fraseggi per lui atipici, inusitati.

Nei tratti in cui le due trombe duettano il risultato è magnifico, non c'è confronto o sfida, ma complicità, dialogo, intesa. Il sound è bellissimo e l'energia incontenibile; il clima, unico…
In alcuni momenti la potenza del suono è esplosiva grazie alle due batterie e al diavolo che hanno in corpo i musicisti. Insomma, un gran sentire e a tratti è ancor più bello vedere Molvær e Henriksen che non suonano, ma ascoltano Storløkken, Sten e Vespestad nel loro magnifico modo di interagire, e si compiacciono del risultato, e sorridono.

Il concerto dura un'ora e quaranta circa senza pause, com'è comprensibile visto che, se l'incantesimo si rompe, non è poi più possibile ripartire da dove si era arrivati, e si finisce dunque col fare un concerto unico tutto d'un fiato.
Due sere dopo i Supersilent suoneranno da soli a Bergen, all'USF Sardine (il locale che ospita Nattjazz, recensito qualche tempo fa), e mi giunge voce di tre ore ininterrotte di musica e di uno spettacolo straordinario.

Supersilent non è una formazione che fa Jazz (se per Jazz si intende BeBop o swing), ma ha nel DNA la filosofia più alta del Jazz, e una capacità e voglia di improvvisare e rischiare uniche nel suo genere.

Supersilent è un punto di arrivo, un luogo di ritrovo, un ritorno a casa per tutti i suoi componenti. Lo si percepisce anche da quell'intervista rilasciata da Henriksen nel maggio scorso, sempre a Bergen, in cui manifestava con chiarezza la sua preferenza ad andare in tour con i Supersilent precludendosi la promozione del suo album da solista Strion (uscito da qualche mese).

Vorrei chiudere con un plauso agli organizzatori, tutti molto giovani (Einar Idsøe Eidsvåg, Magnus Ulvik Daglig e Stine Mari Røverdatter), innovativi ed esploratori, che offrono a Oslo continue possibilità di ascoltare sia artisti già affermati - come Supersilent, Wibutee (hanno suonato a metà ottobre), Jaga Jazzist, Nils Petter Molvær, Aarset, Wesseltoft ecc. - che altri ancora del tutto sconosciuti, e riempiono il locale grazie a una programmazione di qualità e senza dover obbligatoriamente abbinare cibo o vino per assecondare un pubblico "modaiolo" al quale della musica, in realtà, importa assai poco.

Un plauso anche al pubblico che, competente, non applaude in qualsiasi pausa, non chiacchiera, non sghignazza e non si ciba sbattendo le posate nel piatto, ma gioisce in religioso silenzio di uno spettacolo di grandissima qualità e spessore artistico, per giunta in piedi.








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Data pubblicazione: 26/01/2008

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