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Intervista con Arve Henriksen
giugno 2007
di Luca Vitali


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Raggiungo Arve Henriksen all'appuntamento di fronte all'Hotel Norge nel centro di Bergen in un momento di pausa tra i mille impegni della giornata (dopo le prove con Trio Medieval al Teatro Logen e prima del mini-show di musica "folk" per "OiOi" Festival recensiti nella sezione "Io c'ero").

Sono subito evidenti la sua natura e il suo modo di essere perché mi invita ad andare poco più in là, nel parco vicino a una grande fontana, per trovare maggiore tranquillità ma soprattutto (penso io), per trovare un luogo dove la natura, tanto presente nel suo ultimo disco Strjon, lo faccia sentire a suo agio.

Durante il tragitto accade una cosa curiosa: ci imbattiamo in un "personaggio" che, installato su di un Autocarro, suona uno strumento simile a un organo ma fatto in realtà di campane. Il suono è delizioso e Henriksen apre divertito il suo Computer Portatile (rigorosamente Apple...) ed inizia registrare. Al termine ci sediamo ed attacchiamo con l'intervista.

L.V.: Innanzitutto mi vorrei complimentare per "Strjon", dopo "Sakuteiki" e "Chiaroscuro" non era facile realizzare un album così bello e originale e soprattutto diverso dai Supersilent con tre su quattro dei componenti. Ti ritieni soddisfatto del risultato? Farai un Tour in Europa per promuoverlo?
Henriksen: Innanzitutto sono molto soddisfatto e molto contento di questo disco e devo dire che è stato un grande piacere lavorare con Helge Sten che ha prodotto il disco e il contributo di Stale (Ståle Storløkken – membro dei Supersilent) è stato fantastico. La verità è che stiamo cercando di organizzare un tour, ma in realtà preferirei andare con Supersilent. E quindi stiamo provando a mettere insieme un tour con Supersilent per settembre. Ma poi faremo un tour in ottobre che toccherà Germania, Francia, Irlanda e non sono sicuro che avremo la possibilità di venire in Italia, ma il mio management ora sta lavorando a questo e vedremo cosa riuscirà a fare.



L.V.: La tua produzione fino ad oggi dimostra che sei un grande "esploratore", ogni disco è una sorpresa, ogni concerto una performance unica: è evidente che sei nel pieno di una gioventù creatrice che naturalmente tutti ci auguriamo duri ancora a lungo. Ma temi mai che la vena si esaurisca? Temi mai di produrre dischi magari belli, anzi sicuramente belli, ma nel solco del già fatto? E se sì, hai una terapia preventiva per evitarlo?
Henriksen: Ha-ha-ha (ride) ….beh, questa è sempre una sfida per un artista perché abbiamo sempre paura di ripeterci, ma se ascolti Jan Garbarek o altri musicisti oggi, riescono a produrre molti dischi con lo stesso "concept" di base e la stessa band può suonare melodie piacevoli e produrre buon materiale. Si io penso che molti artisti vanno avanti producendo variazioni sullo stesso tema e per me ho cercato di produrre dischi tra loro diversi. Questi 3 album da solista (Sakuteiki, Chiaroscuro e Strjon) sono tutti un po' diversi tra loro. Il prossimo disco a cui sto lavorando sarà molto affine a Chiaroscuro e non ho paura a farlo, perché Chiaroscuro aveva un suo universo di sonorità speciale e penso che ci siano ancora alcuni punti da esplorare, da sviluppare, perciò non temo di ripetermi nel senso di produrre variazioni sullo stesso "concept", ma dopo (questo prossimo album) penso proprio di dover produrre qualcosa di drasticamente diverso, HaHa (ride), voglio fare solo un disco ancora, con questo "concept" e poi spero di fare qualcosa di diverso, forse più potente, più ritmico, magari suonerò io stesso qualche tipo di percussione nel mio album da solista – non lo so, vorrei davvero fare qualcosa di diverso.

L.V.: Con quali artisti non hai mai collaborato e ti piacerebbe invece farlo, norvegesi e non?
Henriksen: Naturalmente ci sono molti Norvegesi con i quali non ho avuto modo di lavorare, Sidsel Endresen la cantante, ne abbiamo discusso insieme due settimane fa, che forse potremmo fare qualcosa insieme l'anno prossimo, potremmo incontrarci e vedere se possiamo fare un concerto insieme, sarebbe molto interessante – ammiro davvero il suo lavoro – naturalmente ci sono molti altri Norvegesi. Sarebbe fantastico lavorare un giorno con Jan Garbarek …o con Bill Frisellforse potrebbe essere un giorno. Ho così tanti bei progetti in ballo con Supersilent e Christian Wallumrød in questo momento. Quindi per il momento cerco di concentrarmi su queste cose e forse tra un anno o due potrò cercare di fare di più e sperimentare di più con musicisti diversi.

L.V.: Hai un bel gruppo di amici con cui puoi sperimentare
Henriksen: Sì, sì assolutamente!

L.V.: Che componente ha l'elettronica nella tua musica? Le tue composizioni nascono al computer, o improvvisi e componi alla tastiera o alla tromba?
Henriksen: eh, vedi, in molti modi, in effetti, alcune volte registro soltanto il "concept" che suono e poi faccio un sacco di improvvisazioni e a volte ascolto semplicemente la registrazione del concerto e poi interveniamo ritagliando solo le cose che ci piacerebbe davvero usare. Alle volte ci concentriamo su quegli spezzoni e poi togliamo o aggiungiamo un po' di tromba o di tastiere o di qualsiasi altro per renderlo più forte e preciso, perciò questo è uno dei modi che uso per comporre, ma alcune volte mi siedo al piano e modifico alcune note o metto insieme melodie, ma ad essere sincero la maggior parte del tempo faccio lavoro di improvvisazione e di composizione lavorando così. Perciò, l'improvvisazione è il mio principale modo di lavorare. Sì, sì.

L.V.: Progetti futuri?
Henriksen: Come ho già detto, adesso sono concentrato nella produzione con Supersilent e andremo in Cina con Supersilent. Faremo questo tour per l'uscita del disco a Settembre, poi ho un tour in Duo con Jan Bang in Francia, Germania e Belgio, credo, poi spero di avere l'opportunità di collaborare con un sacco di musicisti, ma produrrò anche un disco l'anno prossimo a Gennaio con un famosissimo songwriter norvegese, Odd Nordstoga – lui fa musica folk - perciò farò anche questo tipo di lavoro di produzione, ma naturalmente, per quanto riguarda comporre, mi piacerebbe davvero passare più tempo a comporre musica e in particolare comporre musica per diversi tipi di strumenti a corda e non solo. Ho un progetto con un violoncellista di Oslo Johannes Martens e comporrò un pezzo per lui quest' autunno. Sai, sono così tante cose da fare che è difficile trovare il tempo per tutto…

L.V.:Le tue doti e l'originalità del tuo "suono" ti portano ad essere uno dei "sideman" più richiesti oggi. La sensazione è che tu da ogni situazione sappia cogliere ed accrescere il tuo valore, oppure in realtà queste situazioni tolgono attenzione ai tuoi progetti?
Henriksen: Bella domanda. Penso che sia proprio un caso di dare ed avere. Quando lavori con musicisti hai un immediato riscontro su quello che stai facendo e poi impari tanto suonando insieme agli altri, perciò per me è una questione di trovare un equilibrio in tutto questo, un equilibrio tale da farti sentire che puoi dare un contributo tuo a progetti altrui, ma nello stesso tempo è importante per me non essere coinvolto in troppi progetti che finiscono per stancarmi, ma devo dire, sono sempre stato molto aperto da quando ho cominciato a suonare la tromba e fare il musicista. Sono stato più interessato a lavorare con diversi tipi di musica, folk, jazz, contemporanea, rock pop. Io trovo davvero interessanti molti stili diversi, per me è così, io cerco in ogni situazione in cui mi trovo, sia che entri in studio con un cantate pop oppure con qualcuno che fa musica contemporanea, in tutte le cose che io faccio mi sforzo di trovare qualcosa da imparare, cerco di imparare qualcosa. La questione è anche come ti organizzi la vita, cioè, ho tre figli, una situazione familiare e devo trovare tempo per stare a casa con i miei figli, perciò negli ultimi anni ho eliminato tante cose che non ho tempo di seguire, per concentrarmi su alcuni progetti, ma è comunque una domanda molto interessante, perchè c'è sempre questo "dare ed avere".

L.V.: Penso sia molto diverso suonare con David Sylvian, Sinikka Langeland, o Frode Haltli, sono situazioni davvero diverse…..
Henriksen: Certo, assolutamente, sono persone diverse e io sono molto fortunato e privilegiato a poter lavorare con loro, musicisti concentrati e altamente professionali che vogliono ottenere il meglio da quello che stanno facendo. Questo mi spinge ad essere il più bravo possibile quando lavoro con loro perchè mi chiedono di contribuire con qualcosa di mio ai loro concerti o dischi, è fantastico!!

L.V.: Ormai il Mondo intero ha scoperto il tuo assoluto valore, il Guardian inglese parla in modo molto lusinghiero di te, in Giappone ti invitano a suonare, a Moers lo scorso anno eri Artist in residence, Fresu ti invita a Berchidda, senti che ora sei emerso a modo tuo su scala internazionale oppure ti sembra tutto come prima?
Henriksen: Ho realizzato cose molto belle nella mia carriera, ma non ci penso più di tanto. Il mio obiettivo non è di diventare famoso o di avere un riconoscimento in tutto il mondo del mio lavoro, Vado avanti facendo le cose che ho sempre fatto e le cose più importanti sono le cose che mi circondano, le persone, i musicisti, ritengo sia più importante per me fare parte oggi, di un certo gruppo, per esempio è fantastico essere parte di Supersilent, noi sentiamo di far parte di un gruppo, quattro membri che vanno in giro e hanno questo ottimo riscontro, perciò non sono così, beh a volte è bello ricevere inviti da tutto il mondo e pensi "wow" questo è fantastico, ma non ci penso più di tanto, cerco di concentrarmi sul suonare e creare della bella musica e finché rimango concentrato, penso sia la cosa più importante, perchè se cominci ad avere questo atteggiamento da grande star, perdi concentrazione e questo non voglio assolutamente che accada.

L.V.: Quando suoni sembri essere davvero felice.. (Risponde: si) ieri durante il concerto con Stale Storlokken ho pensato che è davvero bello vedere i tuoi sorrisi a Stale, agli altri componenti e al pubblico. Penso sia molto importante perché arriva dal cuore.
Henriksen: sì, è così. Sai ho avuto la possibilità di suonare con musicisti fantastici, ti invitano a qualche festival per suonare…, a loro piace quello che io faccio e il tipo di "concept" che riesco a portare avanti – ieri al concerto (con Triplebass) ho improvvisato qualche testo Norvegese su quanto accade all'aeroporto di Gardemoen. Ho composto una storia su tutte le stranezze che vedi/senti ogni giorno nella vita normale e puoi sommare in modo naturale tutte queste cose al concerto e la gente farsi una risata e poco dopo mi faccio più serio e loro mi seguono – si, cammino in equilibrio tra l'essere comico e serio al tempo stesso. C'è sempre, un mix di tanti sentimenti diversi e possiamo camminarci in mezzo.

L.V.: La riduzione dell'uso della voce nell'ultimo disco è da ritenersi un segnale di svolta?? Sarebbe un peccato perchè la voce ha avuto un ruolo davvero importante nei tuoi album e concerti "angelica" e "sciamanica" (aggiungo: non so se esista il termine sciamanico in Norvegia) al tempo stesso.
Henriksen: sì, dalla tradizione della musica folk norvegese dei musicisti Sami, della Norvegia del nord, Lapland (Lapponia Norvegese), forse il prossimo disco sarà più vocale – non so dire quanto, ma almeno un pò di più – il quinto album dovrà essere potente con più voce e più ritmica e io vorrei davvero cantare molto di più; canto di più nei concerti che nei dischi, naturalmente – ma ci vuole tempo perchè la voce è molto personale e ci sono molti cantanti bravi in giro, perciò ho bisogno di tempo per trovare la mia voce, non voglio copiare gli altri e cantare tutto in "falsetto", voglio dire che ci vuole tempo perchè suono la tromba da tanti anni, non so quanti, 25 o 30, tanto tanto tempo mentre con la voce canto da pochi anni se confrontati alla tromba quindi ci vuole tempo per sviluppare e avere fiducia nei propri mezzi e nell'abilità di cantare, ma mi piace molto cantare perchè è una cosa diretta, esce e ottiene un riscontro immediato. E' una promessa, canterò di più nei prossimi dischi, haha (ride)

L.V.: Come va con la batteria?
Henriksen: Beh, procede lentamente e gradualmente, ma mi diverte suonare la batteria. Sto cercando di provare il più possibile, mi siedo lì da solo e cerco di trovare differenti modi di suonare e di ottenere una certa tecnica che mi permetterà di suonare "pattern" (frasi musicali) molto difficili, ma senza arrivare a stressarmi. Ho tanto tempo per riesaminare (rivedere). Mio figlio suona la batteria meglio di me, il che lo ispira a provare insieme ed io cerco di suonare le stesse cose che suona lui, ma è molto difficile, sono troppo vecchio. ah-ah (ride)!

L.V.: C'è una domanda che non ti hanno mai fatto a cui vorresti rispondere?
Henriksen: ah-ah (ride)! Beh – il senso della vita – ecco una cosa che non mi chiedono, forse perchè è troppo personale, ma sarebbe una buona domanda in effetti, cos'è il senso della vita per me,- può essere i figli, la famiglia, avere una ragazza a cui vuoi bene, come quella che ho adesso – ho un buon rapporto con la mia ex moglie - avere la possibilità di suonare tutta questa buona musica che sto facendo con Supersilent e tutti gli altri colleghi degli altri gruppi, questo per me è il senso della vita, ma accade molto di rado che me lo chiedano.

L.V.: E una che ti fanno sempre e non ne puoi più di rispondere?
Henriksen: Allora, non è che non ne posso più, ma è una domanda che le persone non possono fare a meno di farmi, ovvero il collegamento fra il suono della mia tromba e lo shakuhachi, questa combinazione, perché per qualche motivo è una cosa molta strana per la gente, e vogliono parlarne oppure ne sono molto curiosi …… vedi, io penso che tutti i musicisti abbiano un musicista che hanno copiato o a cui si sono ispirati, oppure una certa sonorità che vorrebbero imitare, ma questa probabilmente è una combinazione troppo strana, l'ascoltare la musica dello shakuhachi e il provare a rispondere e lavorarci. Non sono stufo, ma spesso questo è l'argomento principale per i giornalisti e la gente quando mi fanno domande. Forse perché io non considero questa cosa fondamentale (o centrale), ma alcune domande probabilmente sono interessanti perchè danno al giornalista un approccio diverso da cui iniziare, perciò vanno bene, è ok.

L.V.: Se non avessi fatto il musicista cosa avresti voluto fare o essere??
Henriksen: Beh, questo è difficile perchè non ho mai deciso di fare il musicista, sono diventato una persona a cui piaceva la musica e quando ero giovane i miei fratelli e sorelle suonavano in una banda musicale, "fanfare orchestra", c'è una grande tradizione in Norvegia, una volta sono andato alle prove e mentre ero lì seduto ad ascoltare pensavo "forse un giorno potrò suonare uno strumento" e pian piano l'attrazione mi ha risucchiato, in realtà avrei voluto giocare a calcio e giocavo bene da ragazzo, giocavo con Thor Andrè Flo. Un giocatore Norvegese che ha giocato anche per il Chelsea – lui giocava a calcio e io pensavo che era bello perché c'erano tanti ragazzi che giocavano per strada dove abitavo ma un pò alla volta la musica diventava sempre più importante per me …. Un anno ho lavorato in un asilo badando ai bambini, il che non era molto interessante, era bello perchè c'era mio figlio ma non potrei mai fare un lavoro come quello – non ho mai avuto un lavoro ‘serio' - non ho mai lavorato altrove, sempre solo con musicisti. Ma cos'altro potevo fare? Stavo pensando ultimamente, se mi capitasse un incidente o mi amputassi una mano o qualcosa del genere, potrei cantare, o forse suonare la batteria (rispondo: se non puoi suonare la tromba non puoi suonare nemmeno la batteria). Potrei suonare con una mano sola, so che potrei fare tante cose diverse nella vita, ma se accadesse un incidente o miei figli avessero qualche problema o ci fosse un grande cambiamento nella mia vita troverei qualcosa di interessante, forse lavorare come promoter o fare qualcosa con l'arte, perchè quando lavoravo in quell'asilo cercavo di non lavorare con la musica ma era impossibile, sai, dovevo farlo, c'è un bisogno in me di lavorare con qualcosa di creativo ma forse potrei fare l'artista che espone, facendo quadri strani o chissà, così ci sono tante cose che non ho ancora fatto, in ogni caso non potrei mai andare in ufficio ogni giorno e stare lì seduto 5,6,7, ore al giorno, non potrei farlo, devo essere in continuo movimento.

L.V.: C'è un nuovo talento in erba che ti senti di segnalare perchè pensi che possa avere un futuro da esploratore come il tuo (non necessariamente trombettista)?
Henriksen: A volte insegno e incontro tanti giovani musicisti pieni di talento in giro e ce ne sono tanti che stanno venendo su in Norvegia, ma è molto difficile per me nominare qualche nuovo giovane musicista, naturalmente c'è Mathias Eick che suona la tromba e sta riscuotendo grande interesse il che è fantastico perché fa piacere vedere uno come lui con il suo incredibile talento in più direzioni, suona il pianoforte e riesce scrivere la musica a orecchio dopo averla sentita solo una volta, quindi ha tutte queste abilità e in più ci sono tanti giovani musicisti molto preparati ed è molto difficile per me avere un buon panorama della situazione perché sono in giro così tanto e non ho il tempo per andare ai concerti, ma è incredibile quanti ne stanno venendo fuori, tanti cantanti dalla Norvegia, tanti musicisti o altri strumentisti e fa bene vedere questa nuova generazione, ed è strano per me dirlo perchè non mi sento così vecchio, ma ci sono sempre nuovi musicisti che vengono fuori ed è fantastico, Mathias Eick e gli altri dei JagaJazzist o quelli di Shining voglio dire (due gruppi in cui Mathias Eick suona stabilmente), gruppi che sono decisi su di un progetto, e poi c'è un altro giovane, Stian Westerhus chitarrista dei Puma, è un trio con tre musicisti fantastici a talentuosi e spero che vadano lontano col loro lavoro – tanti musicisti da nominare ma non ho un buon panorama di tutto la scena.

L.V.: Grazie per la disponibilità.
Henriksen: Grazie a te.







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Data pubblicazione: 17/09/2007

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