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Paolo Recchia
Three For Getz
Albore Jazz - ALBCD-021 - 2013
1. Indian summer
2. Carpetbagger's theme
3. Grandfather's waltz
4. Three little words
5. First song
6. Hershey bar
7. O grande amor
8. Voyage
9. The Peacocks
Paolo Recchia - sax alto Enrico Bracco - chitarra Nicola Borrelli - contrabbasso
Stan Getz è stato un musicista capace di cavalcare l'onda del successo,
anche con riscontri considerevoli nella vendita dei dischi, dagli anni Cinquanta
agli anni Settanta. Virtuoso del sax tenore ha saputo imporre il suo timbro limpido
e cristallino, il suo approccio rilassato, dotato, comunque, di una forza e di una
verve ben individuabile, nel panorama della scena internazionale, a partire dal
cool jazz in avanti. La sua maggiore popolarità si è avuta negli anni sessanta con
il cosiddetto jazz samba, l'incontro con i maestri della musica brasiliana e la
nascita della bossanova. Per Paolo Recchia si è trattato di una vera
scommessa, cimentarsi in un repertorio eseguito prima di lui da autentiche stelle
del firmamento mondiale, icone di uno stile e di un modo stesso di concepire il
jazz. Il sassofonista di Fondi ha affrontato la sfida con spirito leggero, privo
di remore. Si è indirizzato su una serie significativa di brani ricchi di storia
e li ha riproposti, prima di tutto perché sono graditi a lui, sono nelle sue corde
espressive, più semplicemente gli piace interpretarli, insomma.
Paolo Recchia usa il sax alto e privilegia i toni morbidi, arrotondati.
Il fraseggio è bene articolato, privo di salti di tensione, uniforme senza essere
piatto. Va a nozze nei pezzi più antichi, rivelando un'anima neo-cool, ma sa dire
la sua pure nelle incursioni nel latin jazz, evidenziando una delicatezza nell'approccio
a famosi brani degli anni Sessanta;
Enrico Bracco
sostiene il dialogo con uguali intendimenti: la chitarra elettrica disegna paesaggi
dai colori tenui, lievi. Non alza mai il tono del discorso. Tutto resta confinato
nel registro del sottovoce, del sussurrato. Pure il contrabbasso di Nicola Borrelli
risulta parzialmente depotenziato, indebolito, per rimanere al passo di una musica
poco energica, dove è difficile scorgere momenti di contrasto, di conflitto.
Di "Three for Getz", si può apprezzare, prima di tutto, il garbo di un trio impegnato
a rendere omaggio ad un tenorista invero non molto ricordato in quest'ultimo periodo.
E' Monk il musicista più letto e rivoltato degli anni Duemila. Fatta salva la riserva
di contestualizzare nel 2014 l'utilità di un
rifacimento così filologicamente perfetto, il disco è sicuramente gradevole. Ci
riporta indietro nel tempo ad atmosfere e climi di almeno cinquant'anni fa. Per
chi crede che il jazz debba sempre procedere in avanti, qui non troverà ragioni
per cui entusiasmarsi. Questo album accontenterà in pieno, invece, quanti ritengano
che la tradizione si possa riproporre con una leggera, cauta rispolverata, appena
avvertibile. "First song", però, uno dei brani più noti di
Charlie Haden, mette d'accordo, alla fine, tutti. Il motivo è talmente
bello, da superare a piè pari possibili sbarramenti metodologici o ideologici. Fa
venire voglia, subito dopo, di risentire la versione del duo
Stan Getz-Kenny
Barron sul cd "People time"....
Gianni Montano per Jazzitalia
| "Road Song" Tony Monaco,Eddy Palermo, Flavio Boltro,Ray Mantilla and friends Tuscia in Jazz 2008Tony Monaco,Eddy Palermo,Flavio Boltro,Paolo Recchia,Francisco Mela, Geggè Munari, Ray Mantilla,Carl PotterEddy PalermoArenown... inserito il 20/11/2008 da lermici - visualizzazioni: 6412 |
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Data pubblicazione: 03/02/2014
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