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Renzo Ruggieri Orchestra
Opera?
Ballone Burini VAP Records (2011)
1. Opera? Ouverture
2. IG(Traviata)
3. La lettera
4. IG(Barbiere di Siviglia)
5. Il sospetto
6. IG(Figaro)
7. Lo scuro e il chiaro
8. IG(Tosca)
9. L'istante
10. IG(Traviata bis)
11. Echi
Renzo Ruggieri
- composizioni, arrangiamenti, fisarmonica, melodica
Paolo Perelli - voe recitante
Andrey Manchev - sax soprano
Grigory Deratsuev - batteria
Vitaly Perov - contrabbasso
Aram Rustamyants - pianoforte
Sezione d'Archi dell'Orchestra di Stato di Rostov
Cominciamo subito valutando la mole di lavoro a cui si è sottoposto
Renzo Ruggieri
per portare a termine questo ponderoso progetto, che mette in circolo tanti diversi
elementi. Si tratta, in sintesi, di una riappropriazione del melodramma attraverso
la scrittura di una storia che incrocia personaggi di tre celebri opere, uniti in
una vicenda di amore e sangue che li vede nuovi protagonisti. Qui l'autore ha voluto
un attore a declamare il testo e non si è risparmiato, selezionandone addirittura
tre, uno per ogni lingua (italiano-russo-inglese). Dal punto di vista musicale Ruggieri
si è affidato ad una prestigiosa orchestra d'archi, la "string section" di Rostov
e a un quartetto jazz, non noto da noi ma sicuramente adatto alla consegna, il "New
centropezen". Per sé il fisarmonicista si è ritagliato il ruolo di solista principale,
lasciando, però, il giusto spazio anche alle altre voci.
In effetti, però, non tutto gira secondo le aspettative. Il copione è perlomeno
improponibile, piuttosto tirato per i capelli e a nulla valgono le giustificazioni
del compositore di aver voluto "creare nuove trame", rifuggendo dall'idea di voler
"trasformare un capolavoro", ogni singolo melodramma, cioè. In pratica non convincono
i tormenti di Tosca, bramata da Figaro, la gelosia di Alfredo e il doppio finale,
tragico o in forma di happy end. Il tutto è parecchio fantasioso, ma improbabile.
Le parti recitate sono deboli, come lo sviluppo della storia, malgrado il fuoco
lirico che tende a porre sotto le parole l'attore Paolo Perelli.
Pure il commento della fisarmonica che gioca con arie celebri non convince appieno.
L'ouverture con il pout pourri di motivi operistici è, poi, piuttosto scontata.
Fa venire in mente i canzonieri eseguiti dalle vecchie bande, considerando questo
parallelo in maniera non positiva. Le parti musicali, cinque temi come i quadri
dell'evento drammaturgico, contengono, invece, parecchi motivi di interesse. Ruggieri
riesce, infatti, a conciliare la scrittura per gli archi con il quartetto canonico
ed esce fuori con il suo strumento ricamando variazioni melodiche a brani che muovono
da celebri romanze per sondare altri terreni, vicini o dentro al jazz. La musica
scorre senza intoppi, di facile ascolto, ma non semplicistica e c'è anche qualche
raffinatezza nei vari passaggi. In particolare si raccomanda "Echi" con un tempo
incalzante e fresco, dove si apprezza un pregevole equilibrio fra le sezioni. Sia
Ruggieri che il pianista russo Aram Rustamyan, inoltre, si riservano assoli tematici
di indubbia qualità all'interno del pezzo.
In conclusione
Renzo Ruggieri ha messo tanto entusiasmo e tanta carne al fuoco
in quest'"Opera?". Non si possono nascondere le ingenuità rilevabili nel testo o
una certa fatica nella gestione dell'azione teatrale, rispetto al lato musicale,
risolta con uno schematismo evidente. Purtuttavia vanno apprezzate l'intenzione
dell'autore di scommettere su qualcosa che nessuno aveva mai pensato ed elaborato
in precedenza e il suo amore per la grande musica della tradizione italiana.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 01/07/2012
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