Simona Premazzi and The Intruders
Insidein
Autoprodotto
1. Jardin Le Sonn
2. Moving Is The Thing
3. Blue Moon
4. The Words Not Said
5. Brazil
6. Looking For An Exit
7. Exit Strategy
8. Humph
9. D. D. I. B.
10. Your Smell
Simona Premazzi
- piano, nord electro, voce in Your Smell
Stacy Dillard - sax tenore
Ryan Berg - contrabbasso & basso elettrico
Rudy Royston - batteria
Baba Israel - voce in Looking For An Exit, Your Smell
Insidein: jazz italiano d'importazione.
Simona Premazzi,
compositrice e band leader, trascorsi in Italia gli anni della formazione (classica)
e dell'intuizione (jazz) vola negli States per respirare e vivere sedimentati
strati di musica afroamericana. La sua permanenza è quasi decennale, il jazz della
Premazzi è contemporaneo quanto impressionistico nelle sue ispirazioni e
il luogo è Nuova York.
Per molti l'esperienza americana è un breve e altalenante periodo (anche per
doganali cause maggiori) e il continuativo lavoro della Premazzi è segno
del suo apprezzamento. Difficilmente in Italia, oggi, può essere inciso un disco
jazz di tali intenzioni perché, nonostante la globalizzazione e la società dell'informazione,
la realtà inficia sempre l'esperienza dell'uomo. Questo jazz si suona a N.Y., ma
non a Roma ove non c'è soprattutto lo spazio e, in misura minore, chi riesca o abbia
voglia di suonare questo jazz.
A N.Y. c'è un giovane israeliano, Avishai Cohen, che sta informando di sé parte
della scena jazzistica e questa influenza sembra toccare anche lo spirito della
Premazzi. Il suono acustico (per quanto raccolto in modo digitale) non prevale,
l'impasto elettrico crea un amalgama tra gli strumenti che è il portato del feelings
che c'è tra gli esecutori. Le strutture delle songs sono varie, così come
gli episodi musicali al loro interno, mai scontati. La durata delle misure si piega
al volere musicale e non sempre basta il classico 4/4. Non occorre insistere sul
fatto che se necessario tutti sanno omaggiare la tradizione lasciando all'ascoltatore
la facoltà di intuire che ognuno degli Intruders abbia suonato alacremente
sui classici del jazz. Certo, per alcuni puristi questi ammiccamenti pop potranno
"non suonare" consoni ma la bellezza e l'attualità del suono è innegabile e Simona
Premazzi si premura di introdurre colori più vicini all'hip hop che
ha più di una corrispondenza con il jazz: il colore scuro, lo spirito di rivalsa
sociale, il gusto per l'improvvisazione e una matrice afroamericana.
Insidein: un disco importante, gobidile e utile per chiarire quali sono le direzioni
di un certo tipo di jazz suonato nel luogo ove tutti vorrebbero suonare jazz.
Paolo Incani per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 22/04/2011
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