Registrato nell'agosto del
2007 e uscito quest'anno per la Splasc(H) Records,
E-Ray è l'album di debutto del flautista trentino
Stefano Leonardi. Classe '78, allievo
del veronese Stefano Benini, per questa opera prima ha scelto la formazione
del quartetto affidandosi alle corde della chitarra di Matteo Turella e ad
una solida sezione ritmica con il contrabbasso di
Paolo Ghetti
e la batteria di Carlo Alberto Canevali.
L'apertura è per la prima traccia a firma del leader (saranno in tutto
tre), Abrib's Circle, in cui il tema viene esposto
all'unisono, come spesso accadrà lungo tutto il disco, dal flauto di Leonardi
e dalla chitarra di Turella di Methenyana memoria. Sostenuti dal corposo
contrabbasso di
Ghetti, l'inizio è subito scoppiettante e i quattro possono liberamente
improvvisare, senza affanni, in totale libertà. Già con
E-Ray, il secondo brano inedito che da il titolo
all'album, le atmosfere cambiano radicalmente, proiettandoci in ambienti dai sapore
arabeggianti in cui il flauto di Leonardi risulta particolarmente suggestivo
e ispirato. Clima che muta ancora con un primo omaggio al grande flautista americano
Herbie Mann e la sua Basin Street Este,
un più fresco e rilassato calypso dove è la ritmica ad avere un ruolo determinante.
Colori che ritornano nelle seguenti The Jackal
e Gershwin Goes To Rio, due bosse in cui i quattro
testimoniano di trovarsi perfettamente a loro agio in questo tipo di contesto. E-Ray
non finisce di stupire nemmeno nel finale passando con disinvoltura dalle arie gioiose
al quelle più malinconiche e seducenti in una riuscita versione di
Tel Aviv di Mann per concludere con la celebre
Afro Blue di Mongo Santamaria, dove protagonisti
diventano i tamburi di Carnevali, autore di un lungo intro e le corde del
contrabbasso di
Ghetti.
In definitiva un fortunato album di debutto in cui i quattro dimostrano
ampiamente di potersi muovere in ogni ambito con personalità e originalità, spaziando
dalle calde sonorità sudamericane ai momenti più lenti e riflessivi con grande disinvoltura,
proponendo un gustoso lavoro che si lascia piacevolmente ascoltare.
Luca Labrini per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 03/11/2008
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