Jazzitalia - Stefano Leonardi: E-Ray
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Splasc(H) Records – CDH1526.2 – 2008
Stefano Leonardi
E-Ray


1. Abrib's Circle
2. E-Ray
3. Basin Street Este
4. The Jackal
5. Gershwin Goes To Rio
6. Tel Aviv
7. Batida Diferente
8. Afro Blue

Stefano Leonardi - Flauto
Matteo Turella - Chitarra
Paolo Ghetti - Contrabbasso
Carlo Alberto Canevali - Batteria

 





R
egistrato nell'agosto del 2007 e uscito quest'anno per la Splasc(H) Records, E-Ray è l'album di debutto del flautista trentino Stefano Leonardi. Classe '78, allievo del veronese Stefano Benini, per questa opera prima ha scelto la formazione del quartetto affidandosi alle corde della chitarra di Matteo Turella e ad una solida sezione ritmica con il contrabbasso di Paolo Ghetti e la batteria di Carlo Alberto Canevali.

L'apertura è per la prima traccia a firma del leader (saranno in tutto tre), Abrib's Circle, in cui il tema viene esposto all'unisono, come spesso accadrà lungo tutto il disco, dal flauto di Leonardi e dalla chitarra di Turella di Methenyana memoria. Sostenuti dal corposo contrabbasso di Ghetti, l'inizio è subito scoppiettante e i quattro possono liberamente improvvisare, senza affanni, in totale libertà. Già con E-Ray, il secondo brano inedito che da il titolo all'album, le atmosfere cambiano radicalmente, proiettandoci in ambienti dai sapore arabeggianti in cui il flauto di Leonardi risulta particolarmente suggestivo e ispirato. Clima che muta ancora con un primo omaggio al grande flautista americano Herbie Mann e la sua Basin Street Este, un più fresco e rilassato calypso dove è la ritmica ad avere un ruolo determinante. Colori che ritornano nelle seguenti The Jackal e Gershwin Goes To Rio, due bosse in cui i quattro testimoniano di trovarsi perfettamente a loro agio in questo tipo di contesto. E-Ray non finisce di stupire nemmeno nel finale passando con disinvoltura dalle arie gioiose al quelle più malinconiche e seducenti in una riuscita versione di Tel Aviv di Mann per concludere con la celebre Afro Blue di Mongo Santamaria, dove protagonisti diventano i tamburi di Carnevali, autore di un lungo intro e le corde del contrabbasso di Ghetti.

In definitiva un fortunato album di debutto in cui i quattro dimostrano ampiamente di potersi muovere in ogni ambito con personalità e originalità, spaziando dalle calde sonorità sudamericane ai momenti più lenti e riflessivi con grande disinvoltura, proponendo un gustoso lavoro che si lascia piacevolmente ascoltare.
Luca Labrini per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 03/11/2008

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