| Il suono di uno strumento, le parole di un conoscente, il
        rumore del traffico o il fragore di un tuono sono manifestazioni diverse
        dello stesso fenomeno fisico: la propagazione attraverso laria delle
        onde acustiche. Se noi schiocchiamo le dita, così facendo creiamo una serie di
        compressioni e decompressioni nellaria circostante, formando una
        serie di onde che si propagano intorno.
 Unonda acustica è formata quindi, in parole molto semplici, da una
        fetta daria  compressa in una sua parte e simmetricamente
        decompressa nellaltra : da ciò risulta chiara subito una cosa, e
        cioè che in assenza di aria non vi è suono venendo a mancare il mezzo
        di propagazione dellonda acustica.
 Lesempio , classico ma efficace, che si fa sempre e quello del sasso
        gettato nello stagno tranquillo : il punto di entrata del sasso nellacqua
        rappresenta la sorgente del suono mentre i cerchi di acqua che si
        propagano da esso sono le onde acustiche.
 Il suono si propaga alla velocità media di 332 m/s.
 Quando esso giunge a noi la membrana timpanica, posta nel nostro
        orecchio, reagisce per simpatia vibrando e ripetendo la sequenza di
        compressione e depressione dellaria.
 Gli ossicini posti dietro di essa trasmettono le vibrazioni agli organi
        retrostanti i quali li tramutano in impulsi elettrici che, trasmessi al
        cervello tramite il nervo acustico, vengono decodificati come suoni,
        rumori, parole etc.
 Londa acustica ha, sostanzialmente, tre attributi : ampiezza,
        frequenza e timbro.
 Lampiezza ne definisce il volume : tanto più londa è ampia tanto
        più forte noi sentiremo il suono del quale essa è la copia e tanto
        più a lungo durerà nel tempo, potendo quindi percorrere distanze
        maggiori nello spazio.
 La frequenza determina lintonazione : maggiore è la frequenza più
        acuto sarà il suono e viceversa.
 Si misura in Hertz (Hz), dal nome del suo scopritore, dove 1 Hz = una
        onda al secondo, completa di compressione e depressione (in fisica si
        dice periodo o ciclo).
 Per tornare allesempio del sasso nello stagno  lampiezza
        corrisponde allaltezza dellonda mentre la frequenza è data dalla
        distanza tra la cresta di unonda e quella di una subito adiacente.
 Il diagramma seguente mostra schematicamente unonda sonora con
        frequenza di un ciclo al  secondo per cui equivalente ad 1 Hz.
     E
        
          chiaro che più vicine sono le onde più elevata è la frequenza
        e quindi più acuto il suono.Questo diagramma mostra una onda sonora avente frequenza di 3 cicli per
        secondo ovvero con frequenza di 3 Hz e quindi leggermente più acuta,
        come intonazione, della precedente.
     La nota "La"  posta nell'ottava centrale del
        pianoforte è a 440 Hz , significa quindi che quel suono e costituito da
        440 vibrazioni o onde al secondo.Lorecchio umano riesce a percepire suoni aventi frequenza da 16 a
        20.000 Hz circa.
 La terza componente, ovvero il timbro, è quella che più ci interessa
        in quanto definisce il colore di un suono, rendendolo più o meno
        gradevole al nostro orecchio.
 Il timbro di un suono è definito dalla presenza allinterno di esso
        di note aventi ampiezza variabile (ma sempre inferiore alla nota base) e
        periodi più brevi (quindi più acute), che ne arricchiscono il colore,
        le quali prendono il nome di armoniche superiori.
 Distinguiamo quindi un suono fondamentale e, concomitanti ma più acute,
        le armoniche che formano in maniera determinante il timbro ; la
        differenza tra un violino Stradivari ed uno commerciale risiede
        sostanzialmente qui, ovvero tra la ricchezza e la felice combinazione di
        armoniche del primo rispetto al secondo.
 
  
 Nel diagramma soprastante la curva "A" definisce in larga
        parte il volume e lintonazione della nota (in questo caso =1 Hz),ma
        contemporaneamente vengono emesse le note armoniche rappresentate
        schematicamente dalle curve "B","C" e "D"
        aventi volume e frequenza diversi, che ne definiscono in modo
        determinante il timbro.Nella realtà, quindi, la curva che rappresenta il suono oggetto di
        esempio è esattamente la somma algebrica delle onde
        "A","B","C" e "D", ovvero, molto
        approssimativamente, come nel diagramma seguente :
  
  
   
   
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