Ciao a tutti.
Parliamo in questo appuntamento dei sovracuti, un aspetto del
saxofonismo moderno certamente affascinante ma complesso, e per questo ambiguo e
controverso.
In parte questa ambiguità è conseguenza della loro stessa natura, se è
vero che sono "note non note" ovvero suoni parziali di note reali.
Nell'emissione dei sovracuti infatti noi non facciamo altro che
isolare una determinata frequenza dalla nota fondamentale esaltandola in
volume e elevandola quindi a livello di nota essa stessa, tutto questo grazie a
diteggiature particolari e ad una impostazione della bocca mirata al
raggiungimento di tale obiettivo.
Nel parlarvi dei sovracuti farò riferimento a quello che, secondo me,
rimane un valido testo in materia, nella sua semplicità e chiarezza,
integrandolo poi con altre informazioni personali.
Mi
riferisco a "Top tones
for saxophones" del
M° Sigurd Rascher, (un guru del saxofono classico scomparso purtroppo
recentemente) ma sappiate che esistono testi anche più recenti e aggiornati dei
quali troverete elenco in calce e che io…….non conosco!!! (che volete, non si
può comprare tutto di tutto).
Come avrete intuito quelle per l'emissione dei sovracuti non sono
posizioni reali, ovvero posizioni che seguono una progressione lineare di
allungamento e ridimensionamento del tubo, ma bensì sono al quanto illogiche e
apparentemente strampalate: questo proprio perché per isolare determinate
frequenze occorre "spezzare" la colonna d'aria ed andare a "prendere" una
determinata frequenza, isolandola come detto dalla (ipotetica a questo punto)
fondamentale.
Sulla corretta diteggiatura inizia il caos e allora diciamolo subito:
non esiste una sola posizione per i vari sovracuti, mettiamo da parte quindi
gli estremismi e i fondamentalismi della serie "la posizione giusta è quella
che uso io" oppure "i miei sovracuti sono intonati le tue posizioni sono
sbagliate" etc…
Esistono note sovracute per emettere le quali possiamo scegliere tra 1 o
2 posizioni al massimo ma ne esistono altre che possono avere fino a 5-6
posizioni diverse, e tra un po' vedremo il perché.
Detto questo entriamo nel dettaglio.
L'emissione dei sovracuti richiede un ottimo controllo dell'imboccatura,
ma ancora più a monte, richiede dei materiali idonei. Dobbiamo avere a
disposizione un bocchino di qualità, possibilmente non troppo chiuso e
comunque non una combinazione troppo morbida.
Un setup del tipo: bocchino apertura 5 ancia 2 ci pone già in partenza in
una situazione di quasi impossibilità o comunque di scarso controllo degli
overtones che stiamo tentando di emettere e questo è anche il motivo per cui
agli inizi si trovano molte difficoltà già nel salire al SOL sovracuto.
Una apertura 6 con ancia 3 già ci consente di ottenere meglio e di
controllare con più precisione le note sovracute, ecco perché vi sconsiglio di
affrontare lo studio dei sovracuti prima di avere raggiunto un buon controllo
del vostro setup.
Quest'aspetto della faccenda è importante a tal punto che, generalmente,
si fa partire lo studio dei sovracuti da un corretto studio dell'emissione dei
suoni parziali usando come fondamentali le note più gravi dello strumento dal
Sib al Re bassi.
Questa pratica, perpetuata nel tempo, ci consente infatti di assumere un
controllo sempre maggiore dell'imboccatura e dei materiali a nostra
disposizione.
Gli armonici
Avrete notato che parlo di suoni parziali e non di armonici: il
motivo è che in realtà gli armonici non si possono suonare ma bensì sono parte
integrante del suono, sono un fenomeno fisico.
Quando noi suoniamo quelli che generalmente chiamiamo armonici in realtà
stiamo suonando dei suoni parziali, ovvero stiamo emettendo suoni aventi
intonazione "simile" agli armonici.
I suoni parziali differiscono dagli armonici quindi per un motivo molto
semplice: gli armonici hanno frequenza esattamente multipla della fondamentale e
quindi sono sempre "intonati", i suoni parziali al contrario hanno frequenze
molto simili ma non precise.
Da qui, come potete immaginare, parte la grande baraonda sulle posizioni
giuste o sbagliate, calanti o crescenti etc….
D'ora in poi userò comunque il termine "armonici" per comodità di
lettura.
Già in un altro articolo ho parlato degli armonici (Un
po' di fisica acustica) come costituenti essenziali nella formazione del
timbro, del colore del suono.
A completamento diciamo che questo fenomeno è dovuto alla naturale elasticità
dei corpi risonanti (corde, pelli di batteria, colonne d'aria, metallo etc ) i
quali vibrando mettono in moto l'aria, presente tra loro e il punto di ascolto,
in un moto ondulatorio viaggiante nello spazio ad una certa frequenza.
Il fatto è che questa vibrazione non è lineare, non accade con la stessa fase e
la stessa intensità lungo tutto l'oggetto vibrante ma bensì, contemporaneamente,
frazioni di esso vibrano per conto proprio, anche in moto contrario alla
vibrazione principale (che è quella che ci ritorna la frequenza fondamentale
della nota) producendo note secondarie a basso volume, il più delle volte non
distinguibili singolarmente ma comunque facenti parte del colore del suono: gli
armonici, appunto.
Parlando di strumenti a fiato il corpo vibrante è costituito, ovviamente,
dall'aria contenuta nello strumento.
La
successione degli armonici è la seguente:
La fondamentale viene chiamata anche primo armonico, i
successivi hanno frequenza multipla della fondamentale, ovvero pari alla
frequenza della fondamentale moltiplicata per il numero di armonico.
Ad esempio l'armonico 2 avrà frequenza doppia della fondamentale, l'armonico 3
tripla, l’armonico 4 quadrupla e così via.
Direi che con la fisica ci possiamo fermare qui, l'argomento in realtà è molto
più complesso e, a mio giudizio, affascinante ma per i nostri scopi è
sufficiente.
Paradossalmente, quindi, per esplorare l'estremo acuto dobbiamo partire dalla
parte opposta dello strumento, e allora andiamo a cominciare praticamente.
Iniziamo con l'emissione di un bel Bb grave, quando siamo certi di controllare
bene la nota applichiamo una leggera pressione coi denti inferiori, ritraiamo la
lingua in gola, ad aumentare quindi il cubaggio del nostro cavo orale e, senza
premere il portavoce e senza ovviamente cambiare posizione, cerchiamo di
emettere il Bb all'ottava superiore, cioè una nota equivalente in frequenza al
Bb dell'ottava centrale.
Diamo un leggerissimo colpetto di lingua per aiutarci nel passaggio
Ascolta
Stiamo
suonando il 2° armonico della nota Bb. La linea continua
indica che la diteggiatura resta invariata.
Proviamo a salire un gradino, secondo lo schema sopra dovremmo ottenere
un F, in più questa volta proviamo a ridiscendere per la stessa strada.
Allora sempre tenendo fissa la posizione del Bb grave immaginiamo
e suoniamo in successione Bb, Bb un'ottava sopra, F, Bb,
Bb basso.
Ascolta
In questo procedimento è
fondamentale quello che gli americani chiamo "Tone immagination" ovvero
cantare la nota, pensarla prima di suonarla.
Se non avete in mente il suono del Fa suonatelo prima con la sua
posizione reale (in questo caso è un Fa col portavoce), imprimitevi in mente la
nota e ripartite come sopra.
Questo processo dell'immaginare la nota è molto importante, perchè
è parte integrante del gesto del suonare.
Infatti sarebbe buona regola cantare in testa qualsiasi cosa si suoni,
dalle scale ai temi agli assoli (non è necessario essere cantanti: avete
presente Jarrett?) per cui la pratica degli armonici diventa anche un
modo per familiarizzare con questo concetto, una specie di autodettato musicale.
Col tempo si instaurerà un meccanismo per cui solo pensando la nota ci si
imposta già, inconsciamente, nel modo corretto per produrla.
Vediamo allora come suona l'intero totale dello schema iniziale, fino
all'armonico 10:
Ascolta
Non so a voi, ma 'sta cosa
mi attizza molto.
Comunque impariamo a suonare gli armonici a partire da Bb, B,
e C.
Possiamo anche suonarci delle semplici frasi:
Ascolta
Ovviamente non basta fare
l'esercizio sopra, vi rimando al Rascher (o a uno qualsiasi dei metodi
sotto elencati) per approfondimenti e mi raccomando, non sottovalutate questa
pratica: se volete suonare i sovracuti seriamente non potete prescindere
dall'imparare gli armonici.
I sovracuti
E veniamo finalmente ai sovracuti veri e propri.
Come già detto i sovracuti non sono note e neanche armonici ma suoni
parziali, quindi non intonati a priori.
A questo punto uno pensa: va beh, basta trovare la diteggiatura giusta,
una volta trovata è quella e basta! Ma 'dde che?!!
Può essere vero per il singolo musicista (e dico "può essere", perché a
volte cambiando già ancia occorre fare delle correzioni) ma state certi che tra
due saxofonisti difficilmente esisterà identità di vedute in materia,
specialmente per i sovracuti più ……acuti.
Dipende da:
-
lo strumento: ci sono
strumenti che facilitano l'emissione dei sovracuti, altri che richiedono un
maggiore controllo.
-
l'apertura e la forma interna
del bocchino: come già detto bocchini medio-aperti favoriscono l'emissione
degli overtones, perché consentono un maggior gioco di ancia, indispensabile,
specialmente all’estremo acuto. Bocchini con tetto basso e/o small chamber
rendono l'emissione più facile e aggressiva.
-
Il setup nel suo insieme:
un setup morbido non ci consente di controllare il frazionamento delle
frequenze.
-
La "forma" interna
dell'esecutore: mai come nei sovracuti una corretta respirazione
diaframmatica è fondamentale e d'altronde la conformazione del cavo orale ha la
sua importanza, come vedremo tra poco.
Poi c’è il discorso
"convenienza":
quale posizione conviene usare in un passaggio veloce e /o aggressivo?
e quale in un fraseggio largo in cui si richiede intonazione e purezza del
suono?
Se debbo suonare una frase del tipo:
frase aperta
userò certe posizioni, privilegiando facilità di emissione e precisione, se
invece debbo suonare qualcosa del tipo:
frase veloce
non posso pensare di usare le stesse posizioni di prima perché, benchè più
precise, sono troppo complesse e difficili da suonare in velocità, in questo
caso va privilegiata la velocità esecutiva sulla precisione.
Ovviamente esistono posizioni che consentono l'uno e l'altro aspetto ed
altre che ci costringono a scegliere.
Dovete sperimentare più diteggiature, accettando qualsiasi proposta (tra
poco ovviamente vi sottoporrò le mie) e creandovi un set di posizioni favorite,
per diverse situazione esecutive.
Questo set potrà cambiare, cambiando materiali (bocchino, marca o grado
di ance) o semplicemente perché andando avanti negli studi scoprirete nuove
soluzioni.
Ecco il set delle posizioni che uso io.
Ho inserito delle posizioni alternative per il E e F acuti
che spesso uso in frasi proiettate verso i sovracuti.
Per ogni nota ho inserito, ove possibile, due posizioni: la prima delle
due è sempre la posizione che uso in velocità, quindi con meno chiavi premute,
più agile ma meno precisa, per cui va sostenuta di "potenza", col labbro.
La seconda scelta è più stabile ed intonata, con un suono, a volte, anche
più definito timbricamente ma più complessa, la uso in frasi aperte nelle quali
è importante l'intonazione.
E allora proviamo a salire
piano piano.
Cominciamo con l'emissione di un F#, anche se avete sul vostro strumento
la chiave del F# provate ad usare una delle posizioni sopra.
Partite con un F con la posizione frontale, mi raccomando utilizzate
l'impostazione appresa per gli armonici, quando vi sentite sicuri del vostro F
aggiungete la chiave del A# laterale: uscirà un bel F#.
Allo stesso modo, quando siete sicuri del vostro F# (provate ad eseguirci
sopra una serie di colpi di lingua per verificare la tenuta della posizione)
passate ad una delle due posizioni del G e così via.
Sui metodi troverete esercizi specifici per i sovracuti ma potete
tranquillamente cominciare a studiarli salendo cromaticamente, poi suonandoli in
forma di scale maggiori, per salti di terza e così via come già sapete fare.
Potreste anche semplicemente prendere una ballad e suonarvela tutta una o
due ottave sopra, che ne dite per cominciare di
Body and soul?
Ascolta: Body And Soul
Occhio al labbro, non
esagerate nello studio, al primo accenno di fatica smettete, non fate come me
che una volta, preso dall'entusiasmo, me lo sono distrutto e non ho suonato più
per una settimana.
Lasciate, per finire, che vi confidi qualche valutazione sull'utilizzo
dei sovracuti.
Questi rappresentano certamente un valido mezzo per far salire la
tensione durante una improvvisazione, e d'altronde ormai sono appuntamento fisso
di qualsiasi buon solo rock o funky che si rispetti.
Personalmente non amo molto arrampicarmi da quelle parti; per quanto le
si possa studiare quelle posizioni restano scomode e costruirci sopra delle
frasi liberamente e con scioltezza di pensiero è arduo, preferisco lavorare in
zone più comode dello strumento per concentrarmi più liberamente sulla
costruzione delle mie linee melodiche.
Anche a livello di ascolto non vado pazzo per chi passa metà del suo solo
con ramponi e piccozza alla mano (non faccio nomi…..) ma questo è un
atteggiamento che mi deriva dalla vecchiaia che avanza; anni fà, lo ammetto, non
la pensavo così….
Quando mi ci avventuro, specialmente con l'altosax, è perché
rappresentano oggettivamente un ottimo espediente per elevare il climax
di un solo (per dare la sveglia ad una sezione ritmica troppo indolente ?!) o
perché sto suonando un genere (funky, pop etc) che me lo "impone".
Comunque a parte le mie scelte stilistiche (che poco vi interessano,
immagino) mi auguro aver risposto con questo articolo alle tante richieste
fattemi nei mesi scorsi in merito a questo argomento.
Altre richieste sono state fatte (e altre vi invito a farne liberamente)
per cui restate sintonizzati.
A presto (si fa per dire, J)
Fabio
Una lista di trattati in
materia di sovracuti e armonici:
"Top tones for the saxophone", S.M.Rascher
"Altissimo register" Rosemary Lang
"Extended tecnique for sax" Michael Leonard
"Saxophone altissimo: High note.." Robert Luckey
"Studies in high armonics" Ted Nash
"Saxophone high tones" Eugene Rousseau
"Multiphonics" Ken Dorn
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COMMENTI | Inserito il 7/9/2011 alle 10.31.28 da "fede-rico97" Commento: Finalmente ho capito come produrre questi sovracuti!! | |
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Data pubblicazione: 16/02/2002
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