Cari amici,
vi do il benvenuto in questa nuova branca della sezione "Lezioni" di
Jazzitalia: BISOGNA AVERE ORECCHIO.
L'importanza che è stata riconosciuta all'Ear
Training nella didattica della musica è cosa nota a tutti, ma forse ancora non
tutti sanno in cosa consiste. "Ear" significa "orecchio" mentre "Training" sta
per "lavoro, crescita su…". In definitiva si tratta di educazione dell'orecchio,
cioè esercizi per lo sviluppo della cosiddetta "musicalità", dote
distribuita in maniera ineguale al genere umano, ma assolutamente sviluppabile e
migliorabile, almeno in parte.
Quanto sia importante la musicalità per ottenere
dei buoni risultati con il proprio strumento è cosa ovvia; pensate solo
all'intonazione con la voce o sullo strumento, alla possibilità di trascrivere
facilmente un brano o un assolo, o di copiare un particolare "voicing", o anche
all'importanza che ha nell'improvvisazione…
Non esistono individui stonati, ma solo
individui che, per loro sfortuna, dalla nascita e per tutto il loro percorso
evolutivo non hanno mai incentrato la loro attenzione sul discernimento del
materiale sonoro e sull'elementare tecnica della riproduzione del materiale
ascoltato.
L'intento di queste pagine sarà quello di
aiutarvi a comprendere, a riconoscere e a riprodurre il rapporto fra i suoni e
la loro organizzazione ritmica.
Il corso si avvarrà di uno strumento pratico e
indispensabile allo scopo cioè della possibilità di sentire gli intervalli e di
effettuare alcuni test per affinare il vostro "intuito uditivo".
Il progetto è articolato in
cinque grandi
sezioni:
1)
GLI INTERVALLI
2)
GLI ACCORDI
3)
LE SCALE
4)
IL TEMPO E I RITMI
5)
L'ASCOLTO
Il concetto di intervallo
L'intervallo è,
molto semplicemente, la distanza tra due suoni.
Essa non si misura in Hz, ma su base armonica, cioè sulla base di un'ipotetica
scala generata da uno dei due suoni (generalmente quello più grave). Per un
maggior approfondimento vi rimando alla divertente, ma chiarissima lezione di
Giò Rossi su questo stesso sito:
(http://www.jazzitalia.net/lezioni/armonia/ar_intervalli.asp)
E' ovvio che un determinato intervallo, nel
sistema temperato, suona con le stesse caratteristiche in qualsiasi punto venga
generato. Per esempio la quinta giusta DO-SOL sarà riconoscibile come tale anche
su MI-SI o FA#-DO#. Quello che dobbiamo fare in primis è saper cantare la scala
ipoteticamente generata e poi memorizzare il "suono" dell'intervallo, sia a note
singole che simultanee. Lo stesso avverrà con gli accordi e con le scale. Un
buon musicista e un buon improvvisatore deve assolutamente avere
grande dimestichezza con queste cose.
Parola d'ordine: "Bisogna avere orecchio".
Inserisci un commento
©
2002 Jazzitalia.net - Gianni Azzali - Tutti i diritti riservati
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 41.709 volte
Data ultima modifica: 02/11/2004
|
|