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Lezione 3: gli intervalli di Terza e Sesta
di Gianni Azzali
gianniazzali@aliceposta.it

Benvenuti alla terza lezione di Ear Training; quella sugli intervalli di terza e del loro rivolto, ovvero gli intervalli di sesta.

Per cominciare prendete dimestichezza con questi intervalli, cercate di individuarli sulla carta con un po' di scioltezza. A tal proposito potete suonare e/o cantare tutte le scale maggiori e minori soffermandovi sulla terza e sesta nota, cercando di fissare il suo nome e la sua sonorità. Poi prendete uno spartito qualsiasi (un esercizio o un brano) e, con calma ma cercando di non metterci troppo tempo, individuate prima solo le terze maggiori di ogni nota scritta, poi le terze minori; poi passate alle seste maggiori e minori. Questo esercizio, forse solo indirettamente collegato all'Ear Training, risulterà comunque molto utile per la pratica improvvisativa.

Potete "giocare" con un vostro amico e, perché no, col vostro insegnante, che a caso vi darà delle fondamentali (il basso dell'accordo) e voi dovrete individuare il più velocemente possibile l'intervallo richiesto, pronunciando il nome della nota o suonandola; nella seconda ipotesi (se chi vi aiuta suona egli stesso la nota fondamentale) potrete notare anche il rapporto con il basso, la sonorità dell'intervallo. E' ovvio che questo esercizio è utile per ogni intervallo.

Non sottovalutate questi esercizi, sono divertenti e ci aiutano a prendere consapevolezza e coscienza del nostro simpatico o antipatico (decidete voi!) sistema temperato. Mi permetto di ricordarvi che per essere buoni musicisti è necessario "gestire" consapevolmente e in tempo reale il sistema musicale con cui lavoriamo. Alcune capacità devono essere evidenti, ancor più se ci apprestiamo a divenire dei buoni improvvisatori; il nostro orecchio deve assimilare i rapporti coi suoni; ciò è di fondamentale importanza.

Non intendo dilungarmi oltre; presumo che se state leggendo queste righe, abbiate ben chiara la loro importanza.

L'intervallo di terza è importantissimo nella struttura armonica di un brano, in quanto ne caratterizza il MODO; distingue cioè le triadi maggiori da quelle minori; le scale maggiori da quelle minori. Il nostro sistema musicale si divide in due grandi modi: il modo maggiore e quello minore. La terza, muovendosi solamente di un semitono, determina con grande chiarezza l'ineccepibile distinzione tra l'uno e l'altro. Non a caso il terzo grado delle scale viene titolato come caratteristica o mediante o modale. Lo spostamento della terza contribuisce a rivoluzionare il senso armonico del basso; da maggiore a minore, dal giorno alla notte, dalla tristezza alla gioia, dal + al – (… e potremmo continuare per ore!).

Le terze sono intervalli estremamente melodici e consonanti, trattandosi di gradi diatonici appartenenti alla scala maggiore o minore ed essendo parte insostituibile della triadi relative.

La prima e la terza nota di una scala maggiore danno l'intervallo di terza maggiore.

DO-MI = terza maggiore
SIb-RE = terza maggiore
SOLb-SIb = terza maggiore
LA-DO# = terza maggiore


Come potete notare la distanza tra le due note è di 2 toni (o 4 semitoni).

Riprendete lo spartito casuale che abbiamo menzionato poc'anzi e suonatevi lentamente con lo strumento le terze maggiori di ogni nota scritta; successivamente intonatele con la voce, prima insieme allo strumento (se non suonate uno strumento a fiato) e poi datevi solo la prima nota ed intonate voi la seconda, verificandola ogni volta. Percorrete con la voce (o, se non riuscite, con lo strumento) la strada maestra (la scala maggiore). Esempio: DO – MI (DO – RE – MI). A maggior ragione, se non riuscite ad intonarle subito, cantatevi la scala maggiore fino alla terza nota, poi cantate solo la prima e la terza. Prendete coscienza della distanza che intercorre tra l'una e l'altra, misurandone i gradini!

Cercate di fare "memoria uditiva" anche della sonorità che le due note coinvolte danno se vengono suonate simultaneamente (la prima parte di un accordo maggiore).

E' importante assimilare, "ancorare" l'intervallo che volete studiare, a una melodia a voi nota. Cercate di richiamare alla mente il numero più alto possibile di melodie a voi conosciute, che fanno di questo intervallo una caratteristica distintiva, oppure cercatelo sui temi dei vostri Real Books. Questo procedimento di concretizzazione è indispensabile all'assimilazione.

Vi do qualche suggerimento:


"Cumbaia", My Lord (Anonimo)


You've Changed (Fischer/Carey)



East Of The Sun (Brooks Bowman)



Poinciana (Bernier/Simon)

Ascoltate attentamente la sonorità derivante da una terza maggiore suonata simultaneamente; avvertitene la consonanza "stretta", la vicinanza delle due note, al contrario della consonanza "larga" data dal suo rivolto, la sesta. Cercate di cogliere l'evidente sensazione di Maggiore, aperto, solare, imperioso.

La terza minore contraddistingue senza uguali il modo minore, la triade minore. La troverete leggermente più difficile da intonare in quanto non fa parte della serie di armonici generata dalla fondamentale.

Eccovi qualche esempio di terze minori.

DO-Mib = terza minore
LA-DO = terza minore
MI-SOL= terza minore
SOLb-Sibb = terza minore*


Come potete notare la distanza è soli di tre semitoni.

(*la tonalità di SOLb minore non è contemplata nel nostro sistema temperato in quanto sarebbe la relativa minore di Sibb maggiore! Ciò non toglie che l'intervallo in sé esista.)

Anche la terza minore è un intervallo melodico, consonante; qui la consonanza è ancora più stretta; è la consonanza più ravvicinata del nostro sistema musicale (per i concetti di consonanza e dissonanza vedi le precedenti lezioni).

Suonatele con il vostro strumento e cantatele più volte; percepite la distanza leggermente più grande (un semitono) della seconda maggiore e cogliete quanto sia sconvolgente l'abbassamento di un semitono dalla terza maggiore a quella minore: cambia il mondo!

Se avete difficoltà ad intonarla, potete passare per l'intervallo di terza maggiore e poi scendere di mezzo tono

oppure cantarvi l'inizio della scala minore

Alcune delle melodie note che possono orientarvi in questo intervallo sono:


Alone Together (Dietz Schawartz)


Butterfly (H. Hancock)


Could It Be You (Cole Porter)


Suonata simultaneamente, la terza minore, ci dà chiaramente la percezione dell'accordo minore, del modo minore. Notate quanto questa consonanza sia stretta, ravvicinata (solo tre semitoni!).

Gli intervalli di terza (sia maggiore che minore) per la loro consonanza, facilità d'uso ed "effetto immediato", sono spesso caratteristica predominante dell'armonizzazione di melodie e danze popolari (cori alpini, stornelli, ballo liscio etc…); al contrario, nella musica leggera e nel jazz, l'arrangiatore cerca solitamente armonizzazioni più raffinate, variando spesso la distanza tra le due o più linee melodiche, onde evitare monotonia armonica e isolando maggiormente la melodia principale, perché conservi una buona cantabilità. Anche nei "voicing" (disposizione delle note di un accordo) per pianoforte, chitarra o sezione da big band, la sovrapposizione di terze è sconsigliata per la sua sonorità "stucchevole", rigida e non facilmente intonabile; per questo motivo si tende ad usare rivolti o posizioni "late", cioè inserendo intervalli inferiori o superiori (anche di molto) alla terza.

Ma di ciò parleremo meglio e più approfonditamente nelle future lezioni di Ear Training sugli accordi.

Un importante aspetto dello studio degli intervalli che ho fin qui taciuto è quello della loro "direzione". Fino ad ora abbiamo studiato gli intervalli solo in modo ascendente; anche al contrario, cioè in modo discendente, l'intervallo rimane uguale. (Vedi Could It Be You )

Quando avrete sviluppato una buona percezione degli intervalli ascendenti (più vicini alla nostra abitudine "a salire"), sarà buona cosa che li impariate anche discendendo.

L'intervallo di sesta maggiore è il rivolto della terza minore.

La settima nota, il sesto "gradino" di una qualsiasi scala maggiore, rapportata con la prima, dà l'intervallo di sesta maggiore.

DO-LA = sesta maggiore
FA- RE = sesta maggiore
SOLb-MIb = sesta maggiore
MI-DO# = sesta maggiore


Come vedete la distanza tra le due note è di 9 semitoni.

E' un intervallo particolarmente cantabile, melodico e quindi piuttosto facile da intonare; sono molte le melodie che ne fanno uso; suonatelo diverse volte cercando di memorizzarlo e cantatelo altrettante volte. Se avete difficoltà, vi consiglio tre metodi intermedi per raggiungere lo scopo:

a) Cantatevi la scala maggiore fino alla sesta nota
b) Se avete dimestichezza con le triadi, cantatevi la triade maggiore e poi salite di un tono

c) Come sempre vi consiglio, ancorate l'intervallo ad una melodia nota


Aria dalla scena del brindisi da "Traviata" (G. Verdi)



Inno russo



The Days of Wine and Roses (H. Mancini)
 

Notate la grande apertura melodica dell'intervallo di sesta maggiore, la sua estrema cantabilità.

Suonato simultaneamente questo intervallo ci indica con chiarezza il modo maggiore, ma in un modo più definito della terza, perché le due note che lo costituiscono sono più lontane e quindi maggiormente percepibili dal nostro orecchio. Fate caso alla sua estrema consonanza e al "buco" sonoro che lo caratterizza, allo spazio, al vuoto esistente tra i due suoni.

Suonatevi un intervallo di settima minore e "risolvetelo" scendendo di un solo semitono sulla sesta maggiore; notate la cessazione dei battimenti, il grandioso passaggio da una dissonanza ad una splendida consonanza maggiore. Uno dei motivi per cui si usa il termine risoluzione è proprio questo.

Questo intervallo è molto usato nei voicing a parti late .

La sesta minore è il rivolto della terza maggiore. E' la sesta nota di qualsiasi scala minore naturale e minore armonica rapportata con la prima; si trova scendendo di mezzo tono dalla sesta maggiore.

DO-LAb = Sesta minore
MI-DO = Sesta minore
LAb-FAb = Sesta minore
SOL-Mib = Sesta minore


(Come notate la distanza fra i due suoni è di 4 toni interi, ovvero 8 semitoni.)

Per intonarlo correttamente, cantate la vostra scala amica di Do maggiore, ma quando arrivate al sesto scalino, il LA, flettete di mezzo tono all'indietro, tra il LA ed il SOL, cantando e pronunciando LAb. Quello è il suono della sesta minore. Rifate ora la scala intonando direttamente il Lab al posto del LA.

Un altro sistema può essere quello di cantarvi l'arpeggio della triade maggiore (Es. DO-MI-SOL e poi salire di mezzo tono; anche se così il nostro intervallo ci sembrerà di più una quinta eccedente; in realtà questi due suoni sono uguali, ma nella pratica rappresentano due concetti diametralmente opposti; questo pensiero sarà meglio descritto nella prossima lezione, quella sulle quarte e le quinte.

In ogni caso io vi consiglio il primo metodo.

Come di consueto un buon "ancoraggio" a melodie famose migliora la percezione dell'intervallo e la sua riconoscibilità.


Black Orpheus (Louis Bonfa)


Love Story (dall'omonimo film)

Ora siete pronti per intonare direttamente una sesta minore.

Se ancora avete difficoltà, suonatevela più volte con lo strumento, poi cantatela e verificate di volta in volta.

Percepite la chiara consonanza minore di questo intervallo se suonato simultaneamente; è dichiaratamente triste, ma bellissimo. Soffermatevi sulla consonanza "lontana", sul "vuoto" sonoro all'interno (4 toni!)

Vi ricordo il nostro motto: CANTATE, CANTATE, CANTATE!

Perché, come canta Enzo Jannacci: "… Perché ci vuole orecchio!".






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Data pubblicazione: 16/06/2003

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