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Lezione 9: Appunti di armonia n° 9
di Gio Rossi
info@giorossi.com

Ok... finite le vacanze? tintarella ok? Bravi. Io ho fatto un pisolino e.. (ma che ore sono? ah ma è tardissimo). Ok, sotto con le lezioni. Nella lezione 8 abbiamo trattato le dominanti cromatiche e le relative aree. Nebbia? Ok, esercizietto snebbiante prima di andare avanti... via, si comincia.

Questo esempio è certamente in C maggiore. Se invece vi sembra una copia di un papiro egiziano, avete queste possibilità:

  • tornare alla lezione 1 e cominciare da capo

  • chiedere ad un egiziano se ne sa qualcosa

  • leggere attentamente l'analisi che seguirà cercando di non spaventarvi

Dai, al lavoro....

  1. il C# della prima misura non è altro che un banale A7 9b, del quale abbiamo usato solo l'accordo relativo (vedi lez 5)

  2. stessa cosa per il D dim della seconda, che però abbiamo anche "girato". In realtà, l'accordo poteva essere chiamato B dim, ovvero la sostituzione di G7 9b, il V grado

  3. il F# semidim della terza misura non è altro che un accordo di sopratonica secondario (SPs, vedi sempre lez 5) che fa riferimento a E -7 della quinta misura, ovvero al III grado

  4. Anche il F7 della quarta misura fa riferimento a E - 7 della quinta. Non è altro che la sostituzione di tritono di un B7, ovvero il V/III

  5. Stessa cosa dei punti 3 e 4 accade nella misura 6. SPs e tritono, ma il bersaglio stavolta è il II grado. Ovviamente, Eb7 sostituisce A7, ovvero il V/II

  6. Nell'ultima misura, D semidim implica un utilizzo della scala maggiore armonica, creando un effetto di "minore", ma è a tutti gli effetti un II grado, esattamente come il D - 7 precedente

  7. Il Db 7, infine, non è altro che il tritono della dominante principale, ovvero G7

Terribile eh? E pensare che non ho inserito le alterazioni delle dominanti. A dire il vero però, non avrebbe cambiato nulla, ma solo impaurito un po' di più. L'alterazione di una dominante, ovvero l'inserimento di un 7alt piuttosto che di un 7 13, non avrebbe cambiato il significato, o meglio, il ruolo, dell'accordo in questione. Dubbi su dubbi? Ok, altro esercizio..

Questo esempio è in F maggiore. Se mettete un F al canto ogni volta che potete, scoprirete che suona vagamente "gospel". Qui abbiamo alcuni esempi di accordi che si muovono con una direzione insolita. E' il caso di A7, nella misura 1, che è un V/VI ma che va al IV. Il movimento però non è del tutto nuovo, visto che lo si trova nelle cadenze di inganno del minore, quando la dominante si muove verso il VI grado (in Cmin sarebbe G7 verso Ab mag). E' in effetti una sorta di "cadenza di inganno" riprodotta però tra gradi diversi e con modalità diverse. Alla misura 3 abbiamo semplicemente un IV e V grado di un minore melodico (cose già viste e riviste). La novità viene invece dalla misura 5, dove un B semidim viene bollato come IV. Qui potremmo aprire discussioni infinite se non considerassimo che gli accordi diatonici possono venire alterati, provocando accordi di passaggio il cui ruolo non è identificabile secondo il solito "viene da e va a...". E' la stessa cosa che accade con le dominanti cromatiche e con altri accordi che ci accingiamo a identificare.... vediamo di che si tratta.

Altri accordi alterati
T
anto per capirci, quando si parla di accordi alterati non ci si riferisce necessariamente a delle dominanti, ma in generale ad accordi diatonici, ovvero facenti parte della tonalità, oppure ad accordi appartenenti a strutture subordinate (ovvero SDs oSPs o dominanti secondarie) che hanno subito una alterazione. Come abbiamo già visto, questo provoca un accordo del tutto incomprensibile dal punto di visto tonale ma che ha l'effetto di collegare altri due accordi. E' una questione di voci, di bassi che si muovono con eleganza piuttosto che con salti improbabili, e non semplicemente di sigle che vanno e vengono. Alcuni di questi accordi, come le dominanti cromatiche, sono di uso comune. Vediamo ora un'altra possibilità.

Gi accordi di sesta napoletana

Bene, vi trovate in C maggiore e davanti a voi avete un Db maggiore che va a C...il dubbio vi assale e quindi formulate le seguenti ipotesi

  • è un... appunto è un.. ovvero sarebbe un... a me sembra che mah... carino

  • chiaro, è una dominante cromatica, che però ha la settima maggiore... mah, sarà l'inquinamento

  • è una modulazione a Db maggiore, che però poi rimodula a C maggiore... mi viene mal di testa

  • è un accordo che è stato geneticamente modificato e che ora ha l'aspetto di un Db, ma io non mi fido

La quarta ipotesi non ci va lontano. In effetti, un Db maggiore, così com'è, non trova giustificazione da nessuna parte. L'origine di un tale movimento la scoviamo nel modo minore, dove un accordo del II grado viene alterato, provocando una sorta di accordo maggiore..l'esempio che segue è in Cm armonico

Nell'armonia classica, questo movimento viene solitamente mostrato con accordi in primo rivolto, (ovvero con la terza la basso) detti anche di "sesta", a causa dell'intervallo tra il basso e la nota al canto. Niente a che vedere con gli accordi di "sesta" usati nel jazz (F6 per esempio). Qui notiamo una alterazione della fondamentale dell'accordo, che provoca un vero e proprio Db maggiore, per finire poi su un I grado. Se inserissimo una settima nel II grado, ovvero un Do, avremmo la settima maggiore anche nell'accordo di passaggio, ovvero un Db Maj 7

Tanto per capire, ci riprendiamo la nostra posizione fondamentale, ovvero con il RE al basso. Una volta ottenuto un modello credibile, passiamo quindi all'applicazione nel maggiore. Sappiamo di poter utilizzare un Db semidim anche nel maggiore (scala maggiore armonica), quindi alteriamolo ed ecco il nostro Db Maj 7

Ma che bello. e adesso?
E
adesso facciamo la stessa cosa su tutte le regioni. Avremo quindi la possibilità di inserire un accordo maggiore con la settima maggiore un semitono sopra ad ogni regione. In C maggiore il prospetto è questo:

regione accordo in C maggiore Sesta napoletana
I C Db Maj 7
II D - 7 Eb Maj 7
III E - 7 F Maj 7
IV F Gb Maj 7
V G Ab Maj 7
VI A - 7 Bb Maj 7

Questi accordi tenderanno a risolvere sulla regione, comportandosi come delle sottodominanti. Non dimentichiamo che l'accordo originale era un SPs, ovvero un accordo del gruppo di sottodominante. Resta da chiarire il perchè di "napoletana". In effetti, la stessa domanda se la fanno anche autorevolissimi manuali di armonia come il "Piston". Una delle spiegazioni è che l'accordo in questione potrebbe essere ricavato semplicemente armonizzando la scala minore napoletana, che sul secondo grado ha per l'appunto un accordo maggiore..

Del resto, "un che" di napoletano questa scala ce l'ha. Potrà sfuggire a degli anglosassoni ma non certo a noi italiani. Utilizzare questa scala per avere un accordo maggiore sopra la tonica è possibile, esattamente come per le scale minori armonica e melodica. Vediamo un utilizzo semplice semplice...

.

Chiameremo questi accordi "accordi di sesta napoletana". Per quel che riguarda il grado, attribuiremo loro il grado di II alterato / regione. Un modo veloce è scrivere così:

Lo so, sembra cinese, ma vi assicuro che funziona. Sul PC tuttavia la cosa è decisamente macchinosa, e quindi, fino a che non trovo una soluzione, lo scriverò II alt.

Bene, altro esercizietto, sempre in C maggiore, con SPs, SDs, CH7, e Seste Napoletane...

Depressi? ma no, un attimino di pratica e tutto sembrerà più chiaro. Per intanto vi consiglio di trasportare gli esercizi nelle varie tonalità (che malissimo non fa...) e poi di provare a comporre dei piccoli giretti utilizzando le nozioni esposte, inserendo Ch7, SPs, SDs e 6e napoletane. Chissà che non ci scappi qualche nuova composizione...

Per ora auguri, studiate e in caso di mal di testa, non esitate a scrivermi. A breve una dispensa con esercizi, ok?






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COMMENTI
Inserito il 15/8/2008 alle 12.44.24 da "info"
Commento:
Molto interessante, complimenti per la semplicità e la velocità di espressione.
Ad ogni modo la spiegazione al termine "napoletana" è data dal fatto che questa scala ha una letteratura di utilizzo che parte dal'600. Molto poco conosciamo della musica classica napoletana e spesso dimentichiamo che alcune scale, come il modo lidio, era denominata "maggiore napoletana", in quanto largamente utilizzata nelle composizione classiche della scuola napoletana qualche secolo prima dell'avvento del jazz. La mia non vuole essere una polemica, io per primo sto scoprendo queste cose solo ora, studiando ed anallizando questa musica, che è un patrimonio immenso e sconosciuto. Forse pochi sanno che lo stesso Mozart collaborava con musicisti napoletani ed addirittura arrivò a plagiare Pasquale Anfossi (1727-1797)antesignano della fusione fra orchestra e canto nel melodramma. La sinfonia saccheggiata è "Venezia", composta nel 1775: Mozart ne riprodusse l'andante all'inizio del "confutatis maledictis" nel Requiem (1791). A certificare il plagio sono stati due compositori napoletani, Enzo Amato e Alberto Vitolo, attraverso una accurata ricerca... la notizia è finita in prima pagine sul Times di Londra.
ciao a tutti
Corrado Paonessa
 
Inserito il 18/12/2009 alle 11.29.53 da "domingo"
Commento:
Ciao, complimenti, bell'articolo scritto anche in uno stile accattivante. Interessante l'idea di utilizzare il concetto di sesta napoletana in àmbito moderno, usualmente il concetto di la sesta napoletana che si trova descritto nei manuali di armonia classica è leggermente più restrittivo ma nulla vieta di estenderlo oltre che alle triadi anche agli accordi a quattro voci. Del resto la teoria descrive la realtà e non viceversa e questo tipo di progressione, sia pure caratteri distintivi di vario tipo, sembra essere storicamente emerso in tutti i tipi di musica: lo troviamo nella musica napoletana del 600, nella musica brasiliana, nel jazz, nella musica popolare europea...
Domenico
 

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Data pubblicazione: 02/10/2003

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