Intervista a Pippo MATINO
di Massimiliano Cerreto
M.C.:
Ti riconosci nella
definizione di musicista jazz?
P.M.:
Assolutamente no, se ti riferisci al fatto di suonare solo
quella musica e nient'altro! Ho suonato anche del jazz nella mia vita e continuo
ancora a farlo. Tutti i miei progetti e gran parte delle collaborazioni con
altri musicisti nell'ambito della musica strumentale hanno una forte matrice di
jazz, ma sono decisamente contaminati da altre musiche e culture. Inoltre suono
il basso elettrico e non il contrabbasso e non faccio parte di quella schiera di
musicisti che deve suonare per forza il contrabbasso per dire di suonare jazz!
Pur riconoscendo al contrabbasso il ruolo di prima donna, ho preferito non
accettare compromessi: suono jazz con il basso elettrico! Tengo molto a certe
cose e soffro nel vedere chiamare un musicista meno capace in una band di jazz
solo perchè suona il contrabbasso. Non è una polemica. E' che in Italia ci sono
ottimi contrabbassisti in giro….forse bassisti elettrici interessanti un po'
meno.
M.C.: Come è incominciata la tua carriera artistica?
P.M.: E' stato mio padre a contagiarmi con la passione per la musica… suonava la chitarra e cantava per hobby…ma molto bene! Il mio primo strumento è stato allora la chitarra…sino a quando non mi
è capitato un basso tra le mani. A 15 anni già suonavo nei primi gruppetti giovanili. In uno di questi c'era anche
Sergio Di Natale; mio amico e grande batterista. Poi la classica gavetta fatta di matrimoni, feste varie, cover bands. A 18 anni, raggiunta una buona preparazione, ho avuto la fortuna di poter suonare con i migliori musicisti dell'area partenopea. Spesso più grandi e sicuramente più famosi di me! Penso, infatti, ad artisti quali, Lello Panico, Ernesto Vitolo, Larry Nocella, James Senese
e tanti altri. Un altro capitolo importante della mia vita è stato il mio trasferimento a Roma…da li è cominciata una nuova avventura.
M.C.: Chi sono stati i tuoi maestri?
P.M.: Su tutti Jaco Pastorius. Il bassista che ci ha indicato un nuovo sentiero musicale da percorrere. Senza dilungarmi troppo a parlare di lui…ne è stato già detto tutto ed il contrario di tutto…mi limito solo ad aggiungere che ho ascoltato molto le sue sfumature, il suo modo di accompagnare. Ho potuto così capire un po' della sua anima e del modo in cui viveva la musica. Altri grandi sono stati Stanley Clarke, Jeff Berlin. Ma il musicista che mi ha maggiormente colpito a livello emozionale è Joe Zawinul (Weather Report)….ossia la Musica!
M.C.: Hai uno stile unico caratterizzato da una grande espressività e
da un'incredibile energia sonora; il batterista
Sergio Di Natale ti definisce
Super Pippo….
P.M.: …lo ringrazio per la stima che ha nei miei confronti, per altro ricambiata, ma forse si riferisce alla mia passione per le noccioline! Scherzo. Sai, è molto difficile parlare di sé stessi però tutti mi dicono la stessa cosa. Sottolineano il fatto che vengono colpiti dal mio suono e dalla creatività che evidentemente viene fuori. Penso di aver raggiunto negli ultimi due anni un primo punto di maturità musicale che mi permette di raggiungere dei buoni livelli di performance. Oramai cerco di suonare quasi sempre per la musica e meno per me stesso. Sono molto felice quando, dopo un concerto, mi capita di ricevere complimenti da non musicisti che, anche se non hanno ben capito tecnicamente cosa ho suonato, hanno ugualmente raccolto e apprezzato le emozioni che sono riuscito a trasmettere…
M.C.: …quali sono i tuoi segreti da un punto di vista più strettamente tecnico…
P.M.:
Posso dirti che, avendo suonato tanti diversi stili musicali, ho imparato ad immedesimarmi in essi cercando di trovare il suono giusto. Mi riferisco ad un approccio intenzionale giusto con il genere di musica che affronto. Ad esempio, se il Fender jazz bass ha 3 suoni e tutti e tre gloriosi, posso variare da un suono anni
'70 del pick-up (al manico) a quello più "Jaco" (al ponte). Immedesimarsi nella musica, trovare il giusto volume che faccia apprezzare meglio quello che fai, non troppo forte e non troppo piano, sono cose importanti che tutti i giovani musicisti dovrebbero tener presente perchè, oltre al talento puro, fanno la differenza. Anche la mano destra ha una grande importanza nel mio stile bassistico.
Mi piace molto creare differenti livelli di dinamica toccando le corde in modo diverso e poi anche l'uso dell'effettistica mi ha sempre contraddistinto.
M.C.: Una delle cose che caratterizza il tuo suono è, infatti, l'utilizzo di un looper Akai …
P.M.: …sono oramai oltre 10 anni che un octaver (adesso due) ed un chorus/delay fanno parte della mia strumentazione fissa! Intendiamoci, non è che senza di essi non posso suonare, ma mi danno l'opportunità di creare altri tessuti sonori o di caricare di più certe dinamiche. Chi mi ha sentito suonare dal vivo sa a cosa mi riferisco! Penso, tra l'altro, di essere stato tra i primi ad usare in un certo modo l'octaver in Italia e già mi accorgo con soddisfazione di essere stato "copiato" ed aver ispirato altri bassisti giovani e meno giovani. Inoltre ho la fortuna di essere endorser Akai grazie alla Grisby Music italiana e ho quindi l'opportunità di usufruire di tutto il set di effettistica. Tipo il looper Head Rush di cui tu parlavi prima che è semplicemente fantastico. Più che caratterizzare il mio suono, mi da una grossa mano sul palco a creare delle linee melodiche o ritmiche con le quali interagire in tempo reale. Poi utilizzo anche altri effetti in situazioni diverse tipo un wha-wha, un synt. bass, un distorsore specifico per basso incredibile ecc. Effetti che mi permettono di spaziare in settori più sperimentali della musica e di suonare anche da solo….una cosa che a me piace pure abbastanza. Ogni anno, infatti, mi ritrovo a suonare al D.I.S.M.A di Rimini ed in altre occasioni simili, in altri centri specializzati, delle performance che non definirei delle vere demo. Non dò spiegazioni su quello che faccio ed uso, non ne sarei capace, c'è il mio amico Fabrizio Bianco che lo fa molto meglio di me, ma mi limito a suonare cercando di sfruttare al massimo le possibilità di queste macchinette
esibendomi diverse volte al giorno per il pubblico che gira avido di musica per le sale delle fiere. Non è che mi piaccia particolarmente fare il fenomeno da circo, ma devo ammettere che spesso la cosa è molto divertente e adrenalinica. La mia strumentazione si avvale della collaborazione di altri 2 marchi: l'amplificazione MARK BASS, una vera e propria rivelazione nel campo degli amplificatori per basso e le mie eccezionali corde R. COCCO che mi hanno assistito in tante battaglie musicali. (grazie Alan!!)
M.C.: E' uscito da pochissimo il disco
August di
Sergio Di Natale; come è lavorare con lui?
P.M.:
Sergio Di Natale è stato il primo vero batterista con il quale ho suonato…ti parlo di almeno 22 anni fa! Ci siamo rincontrati per registrare questi suoi lavori (August ed il prossimo album,
Eyes of Memory, che dovrebbe uscire nel Gennaio 2004 nda) molto interessanti in cui lui si è proposto anche come autore…con ottimi risultati! Precedentemente lo avevo invitato a suonare nel mio gruppo "Essential
Team"; un trio aperto all'innesto di nuovi musicisti che mi diano stimoli nuovi e spunti per altre idee musicali. Mi aveva colpito la sua voglia di crescere musicalmente, di fare nuove esperienze. Sai, musicisti preparati in Italia ce ne sono tanti, il loro livello tecnico è pari a quello dei colleghi europei, ma collaborare con un musicista significa condividere anche tante altre cose. Penso di avere un buon interplay con
Sergio Di Natale e lo considero tra i più
completi e versatili con i quali abbia suonato negli ultimi tempi.
M.C.: So che c'è anche un altro batterista, Pietro Iodice, cui è molto legato…
P.M.: Lo definisco il mio compagno di tante avventure! Pietro Iodice è sostanzialmente molto diverso da
Sergio Di Natale…ha una estrazione più jazz, ma si trova a suo agio anche in contesti più elettrici od acustico-elettrici come il mio. Amo molto il suo modo di suonare, il suo "piatto" e la sua voglia di mettersi in discussione continuamente. Anche lui mi conosce abbastanza bene e riesce ad assecondarmi per le vie più disparate della musica. Sai, alla mia età, sono stanco di parlare di un batterista dal punto di vista tecnico e basta…quello è bravo o quello legge bene…mi piace parlare di musica e d'approccio alla musica soltanto. Con l'Essential Team, cerco di dare sempre la precedenza alla qualità della musica, al groove. Qualunque sia la pulsazione sulla quale sto suonando. Cercando di non annoiare l'ascoltatore e soprattutto noi che suoniamo; il che è molto peggio! Se pensi poi che il trio è composto da basso, batteria e sassofono, ti rendi conto che è necessaria una grande dose di energia, di predisposizione a cambi repentini di stile e sonorità; dal jazz al rock.
Attualmente, nel trio, il ruolo del sassofonista è affidato a Giulio Martino (che a realizzato il recentissimo disco
A little Present del contrabbassista
Marco de Tilla nda) che nel corso degli ultimi anni si è alternato a Rosario Giuliani, Daniele Scannapieco, Javier Girotto (leader degli Aires Tango
nda); tutti grandi musicisti!
M.C.: Immagino che l'Essential Team non sia l'unica formazione cui ha partecipato…
P.M.: …sono stato co-leader di un altro trio che condividevo con il grande chitarrista Rocco Zifarelli. Alla batteria, per circa 2 anni, il grande Horacio "El negro" Hernandez e successivamente,
Agostino Marangolo. Batteristi che amo molto perché sono dei fuoriclasse. Hanno una personalità decisamente fuori del comune!
M.C.:
Sei anche riconosciuto come un valido insegnante; qual'e' il tuo rapporto con gli allievi ?
P.M.: Cerco di trasmettere loro le esperienze raccolte durante questi anni sui vari palchi in giro per l'Italia (e non solo). Trasformo ogni ora di lezione in un micro-seminario aperto a tutto! Ed è per questo che ho ideato all'Università della Musica
di Roma di Fabio Mariani un laboratorio creativo di basso elettrico sia per gli allievi di primo livello, sia per quelli piu' avanzati. In qualità di direttore di facoltà di basso elettrico ho affidato agli altri validi insegnanti il compito forse meno creativo, ma non per questo più facile, di insegnare le materie basilari quali la tecnica, l'armonia, la lettura ecc.
La stessa cosa poi la propongo nella scuola "Musicisti Associati" di Napoli.
M.C.: Progetti futuri?
P.M.: I miei progetti futuri sono sicuramente quelli di riuscire a registrare questo mio benedetto secondo disco. Sono passati già 10 anni dall'uscita di " Bassa Tensione". Purtroppo i miei impegni di lavoro non mi consentono attualmente di dedicarmi totalmente al progetto. Adesso per esempio sono impegnato con il tour di Eduardo de Crescenzo. Per la verità la cosa mi piace
molto…lui è veramente un grande cantante, la band è forte, ma mi impegna quasi
totalmente. Un'altra cosa molto importante che da tempo non riesco a fare
regolarmente è ... studiare!!!
A presto.
Massimiliano Cerreto
Links consigliati dallo stesso Pippo Matino
www.pippomatino.com
www.eduardodecrescenzo.it
www.coccostrings.com
www.markamp.com
www.universitadellamusica.it
www.musicistiassociati.net
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Data pubblicazione: 01/07/2003
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