Dave Holland: una discografia ragionata
testo e foto di Gianmichele Taormina
L'ultimo referendum "Top Jazz" (pubblicato sul recente numero 1 del gennaio 2004), redatto dal consueto pool di critici annualmente invitati dalla rivista Musica Jazz, ha sollevato una piccola curiosità, meritevole di precisazione, all'interno dei voti riportati nella varie categorie segnalate nell'annuale celebre referendum.
Ovvero:
Dave Holland è il musicista in assoluto più votato del 2003 pur non avendo conquistato la vittoria in nessuna delle categorie inserite nel famigerato "Top Jazz" della prestigiosa rivista.
Holland ha infatti riportato ben 137 voti se sommiamo i 37 conquistati con il suo doppio cd live pubblicato per la
ECM e intitolato
Extended Play
(secondo classificato per la categoria "Disco dell'anno" dietro il meritatissimo
Alegria
di Wayne Shorter), altri 26 voti come "Musicista dell'anno" (sesto classificato), e, per la categoria "Formazione dell'anno", i 60 voti conquistati per il suo quintetto, di misura dietro il
trio Jarrett - Peacock - DeJohnette (anche qui un secondo prestigiosissimo
posto) e infine i 14 (nono posto), ottenuti per la sua Dave Holland Big
Band!
Bel bottino quindi per Mr. Holland il quale ha in programma un nuovo tour invernale dopo l'acclamatissimo giro estivo allestito in alcuni paesi d'Europa, Italia compresa (ben tre concerti esclusivi, solo al festival jazz di
Sant'Anna Arresi, lo scorso settembre).
Questo dato, assai invidiabile e certamente da tenere in debito conto, ci ha ulteriormente indotto ad indagare sull'imperdibile discografia del musicista inglese, oggi considerato - e a ragione - tra i più grandi "creativi" della scena contemporanea.
E nel frattempo, mentre l'ECM annuncia l'uscita di una collection di Dave Holland inclusa nel cofanetto da dodici cd della seconda serie di "Rarum", giusto ci è parso "indagare" all'interno dell'ampia discografia del prolifico musicista, prendendo in esame alcune importanti collaborazioni e provando a stilare una specie di "top 25" di "immancabili" che riguardano ben trentacinque anni della lunga e celebrata opera discografica del cinquantasettenne contrabbassista di Wolverhampton.
· Miles Davis:
In A Silent Way
(1969, CBS)
· Miles Davis: Bitches Brew
(1969, CBS)
· Chick Corea/Dave Holland/Barry Altschul:
A.R.C.
(1971, ECM)
· Circle: Paris Concert
(1971, ECM)
· Dave Holland/Barre Phillips:
Music For Two Basses
(1971, ECM)
· Dave Holland Quartet:
Conference Of The Birds
(1972, ECM)
· Collin Walcott:
Cloud Dance
(1975, ECM)
· Anthony Braxton:
Five Pieces
(1975, Arista)
· Sam Rivers/Dave Holland:
Vol. 1 & 2
(1976, Improvising Artist)
· Dave Holland: Emerald Tears
(1977, ECM)
· Kenny Wheeler: Deer Wan
(1977, ECM)
· Gateway: Gateway II
(1977, ECM)
· Dave Holland Quintet:
Jumpin' In
(1983, ECM)
· Dave Holland Quintet:
The Razor's Edge
(1987, ECM)
· Dave Holland Trio:
Triplicate
(1988, ECM)
· Dave Holland Quartet:
Extensions
(1989, ECM)
· Pat Metheny with
Dave Holland and Roy Haynes:
Question And Answer
(1989, Geffen)
· Kenny Wheeler Quintet:
The Window In The Window
(1990, ECM)
· Joe Henderson: So Near, So Far
(1993, Verve)
· Dave Holland Quintet:
Points Of View
(1997, ECM)
· Joe Lovano: Trio Fascination – Edition One
(1998, Blue Note)
· Roy Haynes: Birds Of Feather
(2001, Dreyfus Jazz)
· Dave Holland Big Band:
What Goes Around
(2002, ECM)
· Scolohofo (Scofield/Lovano/Holland/Foster):
Ho
(2003, Blue Note)
· Dave Holland Quintet:
Extended Play
(2003, ECM)
L'altro Holland: ovvero la discografia mancata…
Motivare l'assenza delle molte incisioni non incluse nella presente discografia ragionata, non è cosa facile. La vicenda artistica di
Dave Holland consente - fortunatamente - sfumature diversificate e ricche di riflessioni
atte a comprendere, nella loro tangibile specificità, aspetti tutt'ora da verificare, da comparare, da prendere in esame per una visione complessiva dell'evoluzione artistica del musicista inglese. Scusandoci sin d'ora per gli altri lavori non citati ma ugualmente presenti nella sterminata discografia del contrabbassista, fitta di eventi solitari e prestigiose collaborazioni (Braxton, Rivers, Ambrosetti, Joe Henderson), si potrebbe iniziare l'excursus parlando di un'altro esempio speculare dell'arte "in solo" di Holland.
Oltre al famigerato
Emerald Tears, notevole viaggio interiore per altro meritatamente osannato dalla critica, segnaliamo
Ones All, pubblicato esattamente sedici anni dopo, nel 1993, per la Intuition. Il disco contiene preziose gemme come Mr. PC e
Goodbye Pork Pie Hat, poste a compendio della prima
avventurosa operazione di contrabbasso solo, quest'altra resa celebre dalla
presenza di una forza espressiva dettata da certe concezioni braxtoniane ma
anche dagli inevitabili aspetti "temerari" ivi contenuti.
Altro prestigioso assente è
Life Cycle
(1982, ECM), disco notturno e allo stesso tempo sorprendentemente lirico, a memoria d'uomo unico lavoro di Holland per violoncello solo. Segue, sempre per l'etichetta bavarese, ma pubblicato nel 1984,
Seeds Of Time, dopo il basilare
Jumpin' In, secondo disco in quintetto inciso per l'ECM. Qui si scorgono le diffuse potenzialità e gli sviluppi successivi dell'Holland leader, il quale da quel momento in poi non smette di sperimentare e di continuare ad osare, esercitando un lavoro di sottrazione nelle formazioni che di seguito completeranno i suoi interessantissimi progetti. Via quindi il trombonista Julian Priester in
The Razor's Edge, non più
Kenny Wheeler nel più ferroso ed emozionale
Triplicate
(inciso con Steve Coleman e con la presenza di Jack DeJohnette, in sostituzione di
Marvin "Smitty" Smith che aveva a sua volta preso il posto di
Steve Ellington). Non meno interessante è
Dream Of The Elders
che prosegue invece il discorso del quartetto, iniziato dalla bella parentesi di
Extension. In questo caso, l'altra formazione a quattro (ma vi è ospite in un brano
Cassandra Wilson),
include Eric Person al sax contralto,
Gene Jackson alla batteria e Steve Nelson al vibrafono. Quest'ultimo,
come assisteremo in seguito, sarà il musicista che più di altri assumerà un
ruolo fondamentale nei successivi dischi in quintetto del contrabbassista.
Impossibile dimenticare poi altri episodi "storici" che vedono Holland impegnato per lo più in casa ECM, ad esempio nelle varie formazioni a nome di Kenny Wheeler. Tra questi il bellissimo
Angel Song
(1996) con Bill Frisell e un sorprendente Lee Konitz,
Flutter By, Butterfly
del 1988 (stavolta per la
Soul Note), il concettuale e omnicomprensivo doppio
Music For Large & Small Ensemble
(1990), senza dimenticare
Gnu High
del 1975 con Keith Jarrett e
Jack De Johnette e l'ardito, spettacolare
Double, Double You
(1983), disco che segna la presenza di John Taylor e dell'allora pluriacclamato Micael Brecker.
Da sottolineare infine la presenza di Holland nel carismatico lavoro
Sound Suggestion
(1979), unico episodio ECM a nome del prestigiosissimo tenorista mingusiano George Adams, mentre, a compendio di lavori epocali come
Bitches Brew
e In A Silent Way
(ma Holland fu presente alla corte di Miles sin dai tempi di
Filles De Kilimanjaro), non va dimenticata la pubblicazione postuma datata 2001 di
Live At The Fillmore East - March 7, 1970
(Columbia/Legacy). In quel caso Holland, sempre all'interno di una delle rimaneggiate band elettriche formate dallo stesso Davis, si muoveva in ottima compagnia insieme a Chick Corea,
Jack DeJohnette e a due "neo" weathereportiani del periodo: Wayne Shorter e Airto Moreira.
Gianmichele Taormina per
Jazzitalia
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Data pubblicazione: 29/02/2004
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