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Intervista ad Ada Montellanico
di Vittorio Pio

Un disco che rischia di diventare un piccolo avvenimento. Affidato alla sensibilità di Ada Montellanico e al magistero tecnico di Enrico Pieranunzi, questo "Danza Di Una Ninfa" (Egea), è forse il miglior tributo mai fatto nei confronti di Luigi Tenco. Di certo è quello più lontano dalla retorica dei luoghi comuni aleggianti sul cantautore ligure e più sincero nel suo afflato artistico. Presentato con successo a Umbria Jazz come a Rumori Mediterranei e all'Auditorium di Roma in attesa di una serie di repliche più regolari a partire dall'autunno. Ne parliamo con la duttile cantante romana, ammirevole per impegno e coerenza, che già in passato aveva sconfinato verso la più raffinata canzone d'autore italiana.

V.P.: Ancora Tenco. Azzardo o idillio?
A.M.:
Interpretare Tenco per me è come ritornare a casa. Nel 1996 avevo realizzato un primo capitolo dedicato al versante meno conosciuto più che anti-commerciale. Poi ho fatto altre cose in qualche modo affini (è da ricercare anche "Ma l'amore no", uscito l'anno seguente per la Soul Note n.d.r.) e l'anno scorso mi sono messa a raccogliere del materiale che è confluito in un libro che sta per uscire per la Elleu. Ho seguito il filone narrativo e tutta la poetica inerente l'amore, perché Tenco come pochi altri ha saputo parlare di sentimenti anche se la sua visione idealistica doveva poi scontrarsi con la realtà.

V.P.: In che cosa trova i suoi testi ancora attuali?
A.M.: Proprio per lo stile e la capacità di narrare. Ho avuto un colpo di fulmine per uno dei suoi pezzi considerati ingiustamente minore come "Quasi Sera", di cui non risultano praticamente altre riletture dopo la mia, e da lì ho iniziato un percorso entusiasmante in cui sono stata aiutata da Mario Dentone, che è uno dei più grandi conoscitori della sua carriera e dall'intera famiglia Tenco. Ringrazio in particolare Patrizia e Giuseppe, che sono i nipoti e Graziella che è la moglie di Valentino, fratello di Luigi e custode delle sue memorie fino a quando è rimasto in vita.

V.P.: Dove si trova il suo archivio?
A.M.: Proprio a Recco, in Liguria, dove sono andata di persona. Mi serviva la liberatoria per l'utilizzo di alcuni testi che erano già apparsi in un un volume curato da Edoardo De Angelis. Scartabellando negli archivi di famiglia mi sono soffermata su alcune poesie inedite. Insieme ad Enrico ne abbiamo scelte quattro che ci hanno veramente entusiasmato e commosso. Una volta che il progetto è stato messo a punto lui si è occupato degli arrangiamenti, e poi insieme abbiamo coinvolto alcuni dei musicisti che per estetica e sensibilità ci sembravano affini alla sua musica e a quello che avevamo in mente.

V.P.: Ovviamente il Tenco che preferisce è quello che canta…
A.M.: Infatti. Può sembrare strano o forse del tutto casuale ma ci siamo ancora una volta soffermati su un arco di tempo che arriva prima del suo debutto per la Rca e cioè fino al 1965. Il periodo successivo con il suo sbarco a San Remo, la smania di affermazione e il rapportarsi con un mondo diametralmente opposto alla sua estetica e quindi fonte di delusioni fatali, mi è sembrato molto meno accattivante rispetto alla semplicità degli esordi.

V.P.: Belle canzoni registrate in maniera eccellente, grafica e confezione accurata, per completare il tutto è arrivata anche una piccola introduzione all'ascolto da parte di un personaggio "illuminato" come Valter Veltroni, insomma un vero trionfo…
A.M.: Tutti conosciamo la statura del personaggio e la sua sincera partecipazione per tutta quella serie di iniziative legate alla cultura che hanno reso il suo operato particolarmente rilevante. Le sue parole sono state rispettose e affini al nostro operato e quindi sono onorata di averle potute inserire nella confezione. Veltroni è un pilastro e non solo per quello che ha fatto a Roma, dove giusto per pertinenza rispetto al contesto in cui ci troviamo, segnalo quella che sentimentalmente sta nel cuore di tutti noi con la recente inaugurazione della Casa del Jazz: sembrava un'utopia ed invece è una realtà che adesso ci invidiano anche all'estero.


Enrico Pieranunzi e Ada Montellanico
Danza di una Ninfa (Storie di Tenco)








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inserito il 29/05/2009  da esomare - visualizzazioni: 5557


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Data pubblicazione: 11/12/2005

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